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Mercati: occhi puntati sulle Banche centrali

La Fed potrebbe pazientare ancora prima di tagliare i tassi, nel tentativo di stemperare le aspettative dei mercati. La BoJ ha terminato il periodo di tassi negativi. Nel Regno Unito, la BoE sta considerando tagli dei tassi, ma è frenata dall'alta inflazione dei servizi e dalle pressioni salariali.

27/03/2024
skyline di new york
Analisi sulle prospettive dei tassi delle principali Banche centrali

I mercati finanziari pigiano sull’acceleratore, con le Banche centrali di tutto il mondo che si accingono a tagliare i tassi d’interesse o che stanno lanciando segnali in questa direzione. L'inizio potrebbe essere stato sancito dal fatto che il 21 marzo scorso la Banca centrale svizzera, con una mossa del tutto inaspettata, ha tagliato (per la prima volta in nove anni) di 25 punti base il saggio di riferimento, all’1,5%. L’Istituto elvetico è dunque il primo tra le principali Banche centrali ad adottare un allentamento del costo del denaro, che potrebbe essere seguito con analoghe mosse dalla Bce e dalla Fed (previe indicazioni più rassicuranti sul fronte inflazione) a partire dalla fine del secondo trimestre.

Fed più dovish, ma i tagli non saranno a breve

L’ultima riunione della Fed ha mantenuto gli investitori in posizione d’attesa, come rivelano le poche novità nei rendimenti. Tuttavia, segnala Mark Dowding, fixed income CIO di RBC BlueBay AM, l'aggiornamento delle stime di crescita e inflazione per il 2024, leggermente al rialzo, insieme alla promessa di tre tagli dei tassi entro i prossimi nove mesi, è stato interpretato come un segnale di preferenza ‘dovish’ da parte dei banchieri, a partire dal Presidente Jerome Powell. Ciò potrebbe suggerire un'iniziale riduzione dei tassi a giugno, ma i dati attuali e l'aumento dei prezzi indicano che la Fed potrebbe rimandare questa mossa fino alla seconda metà dell'anno, adottando un approccio più paziente.

C’è lievito per l’avidità degli investitori

Nel frattempo, gli investimenti rischiosi crescono, con le Borse che segnano nuovi record e spread creditizi in calo, migliorando le condizioni finanziarie. Tuttavia, avverte Dowding, questo potrebbe alimentare un'avidità crescente tra gli investitori, influenzando i comportamenti di spesa e di fissazione dei prezzi. Ecco perché la Fed potrebbe stemperare le aspettative di tagli anziché incoraggiarle. Nonostante i dati potrebbero suggerire una minore necessità di tagli dei tassi, i mercati potrebbero accettare il ritardo di tali misure fintanto che rimane la fiducia in un futuro ciclo di allentamento della politica monetaria. Perde di conseguenza consistenza l’idea di un corposo taglio dei tassi. Anche perché sarebbe incongruo sperare in corposi tagli dei tassi (oltre 200 pb) e, allo stesso tempo, credere in un atterraggio morbido dell'economia Usa, considerando la persistete inflazione nei prezzi dei servizi e la rigidità del mercato del lavoro.

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Via al processo di normalizzazione delle politiche in Giappone

Il periodo è segnato da un passaggio importante per il Giappone: la BoJ che ha posto fine all'era dei tassi negativi e del controllo della curva dei rendimenti. Queste mosse sono state adottate prima di quanto ci si aspettava. Ciò evidenzia ancora una volta come la velocità del cambiamento in Giappone stia iniziando a prendere piede. L'inflazione rimane ben sopra l'obiettivo del 2% e, sulla scia della tornata salariale di Shunto del 5,3%, in RBC BlueBay continuano a prevedere rischi al rialzo per i prezzi. Il tutto, aggravato dalla debolezza dello yen. Tuttavia, i nuovi massimi storici delle azioni giapponesi evidenziano il cambiamento psicologico e comportamentale nel Paese che fa ben sperare.

Regno Unito, la BoE è pronta a tagliare

La BoE ha di nuovo sottolineato la necessità di aspettare e vedere prima di intraprendere qualsiasi azione politica. Il rapporto CPI è stato un po' più morbido. Anche alcune indagini sui salari hanno suggerito una moderazione salariale. Tuttavia, col salario minimo di sussistenza nel Regno Unito che aumenterà del 9,8%, in RBC credono che le pressioni salariali rimarranno elevate per qualche tempo. Gli esperti sottolineano che l'inflazione di fondo sostanzialmente rimarrà più elevata e che quella dei servizi continua a mantenersi intorno al 6%: livelli troppo elevati per il benessere della Banca centrale. Nonostante questo scenario di fondo, in RBC si continua a pensare che la BoE taglierà i tassi a breve, anche se ritengono che gli investitori in tassi britannici stiano scontando troppe buone notizie al momento.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati banche centrali inflazione
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