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Mercati: outlook secondo semestre, attenzione ai tassi
Il secondo semestre si annuncia incerto e volatile per i mercati, a causa di tassi alti, del rischio inflazione e di una bassa liquidità. Per gli investitori ha quindi senso considerare di tenersi una riserva di liquidità e investire in scadenze molto brevi. Da preferire la gestione attiva.
La seconda metà dell’anno si prospetta incerta per i mercati, alla luce di dati macro contraddittori e, quindi, difficili da decifrare. La volatilità, di riflesso, è destinata a restare elevata, soprattutto per quanto riguarda il credito. È quanto prevedono in T. Rowe Price, i cui esperti si aspettano che la congiuntura, dopo aver evitato la recessione nella prima parte, sia di nuovo messa alla prova da diversi fattori. Molti indicatori, rileva Sebastien Page, CFA, head of global multiasset e chief investment officer della casa d’investimenti, mandano segnali di allarme, ma il persistere di distorsioni figlie della pandemia rende complicato distinguere le informazioni utili dai dati senza significato.
Difficile capire i tempi per un taglio dei tassi
Tra i diversi elementi d’incertezza individuati dagli esperti c’è in primo luogo la prospettiva di avere tassi più alti e più a lungo, a causa di un’inflazione persistente e del rischio di un nuovo shock dei corsi energetici (che riguarderebbe soprattutto l’Europa). Un quadro che impedisce di capire le tempistiche di un eventuale taglio dei tassi da parte delle Banche centrali su entrambe le sponde dell’oceano. L’inflazione Usa d’altronde potrebbe rimanere intorno al 3-4%, il doppio del target Fed. In Giappone c’è una situazione opposta: la reflazione è sì una buona notizia, ma potrebbe indurre la BoJ (rimasta accomodante) a interrompere i controlli sui tassi dei governativi con scadenze lunghe, con effetti negativi sui mercati obbligazionari globali.
Problema liquidità e l’effetto inflazione dell’occupazione
Un’altra incognita per il prosieguo dell’anno è il livello della liquidità, atteso limitato a causa degli effetti della crisi che ha colpito le banche regionali statunitensi (con ripercussioni dirette sulle condizioni di finanziamento) e della lunga disputa sull’innalzamento del tetto del debito Usa. Il Tesoro, dopo l’accordo, dovrà ricostruire le riserve dei conti prosciugati della Fed. Non si può non considerare anche l’impatto del mercato del lavoro: se da una parte i bassi livelli di disoccupazione sostengono la domanda dal lato dei consumi (positiva per gli utili societari), dall’altra parte ha ripercussioni potenzialmente negative sull’inflazione e sui tassi d’interesse, in quanto potrebbe aumentare le pressioni salariali e i costi delle imprese.
Le opportunità, soprattutto tra small cap e bond high yield
La società di gestione, in questo contesto incerto e volatile, individua opportunità di investimento in alcuni settori, tra cui le small cap e i bond high yield. Valutazioni più a sconto e l’indebolimento del dollaro potrebbero, inoltre, rendere attraenti anche i mercati azionari globali (fuori però dagli Stati Uniti). Così come la curva positiva dei rendimenti rende interessanti i mercati obbligazionari globali e non solo quelli statunitensi. Ma il quadro, come detto, è pieno di incognite e – visti i tassi a breve su livelli attraenti e un’elevata incertezza economica – ha quindi senso considerare di tenersi una riserva di liquidità e investire in scadenze molto brevi. In questi casi, suggerisce Page, una buona selezione e una gestione attiva possono essere d’aiuto.