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Mercati: recessione e inflazione da rispettare, non da temere
La recessione e l’inflazione non fanno paura. È quanto emerge da una ricerca, secondo cui gli investitori continuano ad avere fiducia nelle strategie che hanno adottato. C’è però la corsa a proteggere i portafogli, che si è tradotta in un aumento dell’esposizione verso le commodity.
Gli investitori italiani navigano a vista: a frenarli, nel secondo trimestre, ha contribuito un mix di fattori come un’accresciuta preoccupazione per lo stato di salute della nostra economia, la fiammata dell’inflazione e il tumultuoso quadro geopolitico internazionale. Nonostante questo quadro, che emerge dal recente report Retail investor Beat di eToro, resiste la loro fiducia sulle proprie scelte di investimento e sugli asset in portafoglio. In sostanza, secondo la ricerca, un investitore su tre ha approfittato delle vendite sui mercati per aumentare la propria allocazione e, tra i settori preferiti (quelli cui riconoscono le maggiori opportunità), spiccano energia, tecnologia e utility.
Cresce il timore per l’economia, interna e mondiale
Il mix di fattori negativi, che comprende anche la paura di una caduta in recessione, finora non ha quindi destabilizzato gli investitori, che si posizionano comunque su settori difensivi e colgono l’occasione per aumentare l’esposizione azionaria dei ribassi. Mentre l’azionario si avvia a chiudere il peggior trimestre dal panico scatenato dalla pandemia a inizio 2020, l’analisi di eToro rivela un'ulteriore perdita di fiducia degli investitori italiani sullo stato di salute dell’economia domestica e mondiale. Il 65% degli intervistati si dichiara infatti pessimista sull’andamento della congiuntura, con un 41% che in media mantiene una visione negativa anche nei prossimi 12 mesi.
Il contesto difficile non dissuade dall’investire
Nel dettaglio, a condizionare in negativo il sentiment degli investitori italiani contribuisce l’aumento dell’inflazione (46%), con il susseguirsi delle dichiarazioni da falco da parte delle Banche centrali, il persistere della guerra tra Russia e Ucraina (44%) e lo stato dell’economia globale dove si riscontra la minaccia di una recessione (38%). Tali rischi, secondo l’indagine, non dissuadono tuttavia dall’investire. Oltre un intervistato su tre (34%), infatti, dichiara di aver approfittato delle correzioni per comprare, mentre il 57% ha mantenuto i propri investimenti, riposizionando il proprio portafoglio per far fronte ai rischi.
Come cambia la protezione del portafoglio dalla crisi
In particolare, la corsa a proteggere i portafogli si è tradotta in un aumento dell’esposizione verso le materie prime, con il 46% degli intervistati che investono in questo asset. Nei prossimi tre mesi, i metalli preziosi come l'oro e l'argento (40%) sono visti come la migliore opportunità di investimento, seguiti dai prodotti agricoli come grano, caffè, zucchero (33%) e dal greggio (29%). Il rischio di recessione è in aumento, ha commentato Gabriel Debach, market analyst di eToro, soprattutto dopo le parole del Presidente della Fed, Jerome Powell, e le ultime letture degli indici PMI: fattori che hanno spinto i mercati alla più grande serie di vendite dal crash del 2020. Nel mentre le Banche centrali concentrano i loro sforzi sul contenimento dell’inflazione.
La recessione non fa paura
Gli investitori appaiono consapevoli che, benché i rischi di recessione siano in aumento, non è detto che questa sia inevitabile, globale o per forza profonda. Di fatto, solo il 21% afferma di considerare una riduzione del proprio capitale investito nei prossimi tre e dodici mesi. Uno su quattro (26%), al contrario, intende aumentare gli investimenti nel prossimo trimestre: una percentuale che sale al 32% se si considera l’orizzonte di un anno. Secondo gli investitori italiani, i settori a offrire maggiori opportunità nei prossimi tre mesi sono l’energia (34%), il tecnologico (28%) e le utility (22%).