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Mercati: settori d’investimento per un futuro a zero emissioni
La svolta green dell’economia mondiale non favorisce solo il mercato dell’auto, ma crea interessanti opportunità d’investimento anche nei settori dei metalli industriali, nell’idrogeno e acciaio verdi, nelle imprese attive nelle fonti rinnovabili e nell’ottimizzazione energetica degli edifici.
La svolta ambientalista intrapresa dal mondo porterà, oltre a radicali cambiamenti nelle linee della produzione industriale, anche a ingenti investimenti convogliati soprattutto in alcuni settori. Secondo l’Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), per raggiungere l’impatto zero entro il 2050 serviranno investimenti annui per 4-5 mila miliardi di dollari. Per molti grandi emittenti il primo passo sarà l’elettrificazione che però in alcuni campi non sarà realizzabile e, in tali casi, le imprese dovranno optare per l’idrogeno verde o per strategie di cattura e stoccaggio del carbonio. Il passaggio all’energia rinnovabile può essere più costoso del previsto, ma già molti Paesi stanno investendo enormi risorse nella promozione della decarbonizzazione.
Quattro opportunità oltre al settore dell’auto
Il fenomeno delle auto elettriche è solo un aspetto seguito dagli investitori intenzionati a trarre profitto dalla svolta green, come testimonia la capitalizzazione della Tesla, schizzata a mille miliardi di dollari (entrata nel ristretto club di cui fanno parte Apple e Amazon) o il successo dell’Ipo del produttore di camion elettrici Rivian. Il mercato, secondo Douglas Upton e Steven Sperry, analista e gestore di Capital Group, offre quattro interessanti opportunità d’investimento per un futuro a zero emissioni nette: l’idrogeno verde (fondamentale per la decarbonizzazione), i metalli industriali (necessari per liberare il potenziale della tecnologia pulita), l’acciaio verde e la trasformazione degli edifici in funzione della sostenibilità.
L’idrogeno verde, fondamentale per i grandi energivori
L’idrogeno verde, un combustibile a basso contenuto di carbonio prodotto utilizzando energia rinnovabile per scindere le molecole di acqua, secondo gli esperti sarà fondamentale per tagliare le emissioni in linea con l’Accordo di Parigi del 2015. Questo elemento, per settori come quello dell’acciaio e delle sostanze chimiche (che non sono in grado di sganciarsi dai combustibili fossili nei processi produttivi) sarà probabilmente una necessità. Ci sono inoltre progetti che prevedono l’uso dell’idrogeno verde per alimentare le navi e creare carburante artificiale per aerei. L’idrogeno verde potrebbe anche contribuire a ridurre la necessità di sviluppare batterie di grandi dimensioni per stoccare l’energia pulita generata da fonti intermittenti, come il vento o il sole.
I metalli industriali, più domanda e meno disponibilità
La crescita dei metalli industriali (veicoli elettrici) non è un’opportunità solo per i produttori di auto. Per ottenere una diffusione ampia di tali vetture, è necessario migliorare le reti elettriche, costruire stazioni di rifornimento e favorire la sostenibilità delle filiere. In questo contesto cobalto, litio e nickel sono importanti per la tecnologia delle batterie attuale, mentre nelle vene e nelle arterie dell’economia verde scorre il rame. Anche le terre rare sono fondamentali per la tecnologia delle energie rinnovabili, come le turbine eoliche. La crescente domanda di alcuni di questi elementi e le difficoltà legate al reperimento di alcuni di essi potrebbero causare carenze di offerta o aumenti dei prezzi che potrebbero frenare la transizione energetica.
Il mercato del litio, scrivono Upton e Sperry nel loro Investment Insight, potrebbe passare da un valore di 3 miliardi di dollari nel 2020 a un valore di 40 miliardi nel 2030. Nella svolta green anche il rame riveste un ruolo chiave: è un componente chiave dei pannelli solari e dei sistemi eolici. Se la capacità solare ed eolica dovesse crescere del 15% circa all’anno entro il 2030 e raggiungere il 25% dell’energia elettrica globale, la crescita della domanda annua di rame raggiungerebbe il 5% circa più avanti nel corso di questo decennio. E considerando le difficoltà legate alla costruzione di nuove miniere, una crescita simile causerebbe una forte scarsità di offerta. Ciò potrebbe creare opportunità per le società estrattive (come sono le big BHP e Rio Tinto).
L’acciaio verde, agli albori ma cresce la domanda
All’industria siderurgica fa capo l’8% circa delle emissioni di CO2 globali totali e, secondo i due esperti, servirà molto più dell’energia elettrica pulita per renderla "green". Ma mentre l’acciaio verde è ancora nella sua fase iniziale, la domanda proveniente da investitori e imprese sostenibili in cerca di investimenti "green" sta accelerando. I Governi dell’Europa occidentale stanno effettuando investimenti significativi per sviluppare il settore. Dal lato della domanda, il produttore di auto svedese Volvo ha annunciato piani per avviare la produzione di veicoli realizzati con acciaio verde entro il 2026. La tedesca Daimler ha acquisito una quota in una start-up dell’acciaio verde svedese e potrebbe iniziare a utilizzarne i prodotti già nel 2025.
Il vento green sugli edifici per caldaie e condizionatori
Anche gli edifici, che utilizzano più energia e immettono più CO2 nell’atmosfera dell’intero settore dei trasporti, avranno bisogno di ingenti investimenti per la transizione energetica. Energia pulita ed elettrificazione saranno fondamentali per ridurre le loro emissioni, ma per lo zero netto servirà di più. Uno dei modi più efficaci per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dagli edifici è migliorare l’efficienza dei sistemi di condizionamento e di riscaldamento. La sostituzione dei refrigeranti che danneggiano l’atmosfera consentirebbe di ridurre i gas serra di 90 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050. La riduzione potrebbe raddoppiare se i condizionatori fossero più efficienti dal punto energetico.