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Misery Index: peggiora il disagio sociale in ottobre
Il Misery Index in ottobre è peggiorato a 20,8 punti a causa, soprattutto, dell’impatto della pandemia sul mercato del lavoro. La disoccupazione è infatti salita al 9,8 pct mentre l’altra componente dell’indice, i prezzi al consumo, ha segnato per il quarto mese un andamento negativo.
Netto peggioramento della percezione del disagio sociale a seguito della nuova ondata di contagi di coronavirus che ha interessato il Paese, dopo l’apparente stabilità dei mesi estivi. Le difficoltà delle imprese, già messe a dura prova dal lockdown di primavera, e le recenti misure restrittive imposte dal Governo per contenere la pandemia, si sono ripercosse immediatamente sul mercato del lavoro. Nel frattempo l’indice dei prezzi al consumo ha allungato a quattro mesi la serie deflattiva (-0,2% annuo a ottobre). Questo quadro in ottobre ha determinato per il Misery Index Confcommercio (MIC) un aumento di otto decimi di punto su settembre, a 20,8 punti.
Preoccupazione per il mercato del lavoro
Come atteso, riporta una nota di Confcommercio a commento della valutazione macroeconomica del disagio sociale, il riacutizzarsi della pandemia e le successive restrizioni alla mobilità e alle attività produttive hanno interrotto il processo di graduale ridimensionamento dell’area del disagio sociale registrato nei mesi estivi. Questa situazione si è inoltre inserita in un contesto in cui si era ancora lontani dal recupero dei livelli pre-crisi, soprattutto per le attività terziarie e in particolare per quelle più direttamente collegate alla fruizione del tempo libero e alle attività di relazione. Il quadro è destinato a peggiorare.
Il disagio sociale in Italia rischia un ulteriore peggioramento
L’eventualità del protrarsi dell’emergenza sanitaria e delle restrizioni che questa impone potrebbe infatti riportare nei prossimi mesi il MIC sui valori registrati la scorsa primavera, durante le fasi più acute dell’emergenza sanitaria e alla fine del lockdown (aprile 30,1 punti e maggio 30,9 punti), consolidando i timori sulla sopravvivenza di molte attività e di tanti posti di lavoro. Le principali preoccupazioni arrivano dal mercato del lavoro, il cui deterioramento in questi mesi è ‘frenato’ dagli ammortizzatori e dalle iniziative messe in cantiere dal Governo.
La disoccupazione aumenta al 9,8%
A ottobre il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,8%, in aumento di un decimo di punto su settembre. Questo dato riflette una sostanziale stabilità dell’occupazione associata a un modesto aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+11mila in termini congiunturali). Rispetto a febbraio si sconta un deficit occupazionale di 424mila unità, concentrato tra i lavoratori a termine (in cui rientrano molti stagionali) e gli autonomi più esposti alla crisi. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, la disoccupazione si attesta al 10,9%.
257 milioni di ore CIG autorizzate
A ottobre le ore CIG autorizzate sono state quasi 257 milioni, a cui se ne sommano altre 120 milioni per assegni da fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate a settembre l’88% aveva causale Covid-19, in moderato calo rispetto ai precedenti mesi. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a oltre 850mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso al 16,6%.