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Pil: quest’anno crescita sopra il 6 per cento, ma sta frenando
L’economia in Italia non è ancora a pieno regime dopo la crisi. Lo sostengono in Prometeia, secondo cui comunque quest’anno il Pil del nostro Paese crescerà più del 6 per cento inserito dal Governo nei documenti programmatici. Rilevati segnali di rallentamento per l’ultimo scorcio del 2021.
L’economia italiana corre, anche a un ritmo nettamente superiore ai diretti concorrenti europei, eppure la coda della pandemia continua ad agitarsi nel Paese e non solo perché è sempre viva (soprattutto con l’approssimarsi dell’inverno) la minaccia di una recrudescenza dei contagi. Il nostro orizzonte è comunque tinto di rosa. Quest’anno, ha affermato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Pil italiano crescerà ben oltre il 6% previsto nei recenti documenti programmatici del Governo. Gli ultimi due trimestri sono stati molto favorevoli e il quarto, ha aggiunto, si preannuncia egualmente positivo. Uno scenario che, secondo l’Esecutivo, beneficerà anche di una Legge di Bilancio espansiva.
Il passaggio del testimone dall’industria ai servizi
I dati economici consolidati nel terzo trimestre testimoniano una ripresa ancora robusta, rafforzando l’idea che – anche per un effetto di trascinamento maggiormente positivo sulla crescita del prossimo anno – il Pil possa ritornare sui livelli pre-pandemici già nel corso del primo trimestre del prossimo anno. La stima flash del Pil relativa al periodo luglio-settembre riporta una crescita del 2,6% congiunturale e del 3,8% tendenziale (meglio delle stime) conferma, secondo Prometeia, che la ripresa è stabile. Si sta infatti manifestando il passaggio del testimone dall’industria, che l’aveva guidata nel 2020, ai servizi, che tornano via via a regime col venire meno delle restrizioni.
La normalità non è stata ancora raggiunta
Eppure, qualche nuvola ‘disturba’ il sereno: il Paese non è ancora tornato alla consueta normalità. Certamente non nella produzione manifatturiera, che ha sì recuperato da tempo i livelli pre-crisi, ma che oggi è costretta a fare i conti con alcuni problemi. Il suo slancio, secondo Prometeia, è frenato infatti dalle difficoltà nelle catene di approvvigionamento e dagli aumenti di prezzo – anche molto elevati - che stanno interessando numerosi prodotti intermedi. Non nei servizi, che vedono ancora molti comparti operare a scarto ridotto, sia per le restrizioni/ritrosie che permangono come effetto dei timori di contagio, sia per come sono cambiate nel frattempo le abitudini di lavoro e quelle di consumo.
L’impatto della pandemia è ancora presente
In questa fase del ciclo economico si sottovaluta l’impatto di lungo periodo che ha avuto la pandemia sul mercato del lavoro a livello globale e non solo nazionale. Ad esempio, lo smartworking secondo gli esperti è ancora molto diffuso, con effetti pervasivi su numerose categorie di spesa: dall’abbigliamento ai trasporti, dai pasti fuori casa alle comunicazioni. Unica eccezione riguarda invece l’industria delle costruzioni, che sta infatti vivendo un vero e proprio boom (grazie anche agli stimoli di varia natura) e il cui problema è ora come riuscire a far fronte alla crescente domanda in presenza di shortage di materiali e lavoratori. Un altro dubbio è quanto potrà durare questa fiammata del settore.
Segnale di rallentamento dall’indice WEIP di Prometeia
Il quesito è come proseguirà la ripresa, dopo il rimbalzo che ha accompagnato la campagna di vaccinazione e le progressive riaperture. L’indicatore settimanale di Prometeia (WEIP) continua a segnalare che, dopo il punto di massimo toccato tra l’ultima parte di giugno e la metà di luglio, l’attività sta ripiegando, pur rimanendo su livelli elevati. Prometeia conferma le previsioni di un deciso rallentamento nel quarto trimestre, di riflesso del fisiologico venire meno delle riaperture post-lockdown e dei problemi derivati dal rincaro delle commodity e dalla carenza di beni intermedi. Comunque sia, anche per gli stessi esperti, il Pil nel 2021 potrebbe avere un ritmo di crescita di poco sopra il 6%.