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Più ricchi nel mondo e in Italia, nonostante la pandemia
Il panorama dei super ricchi mondiale è cambiato: nel 2020 il Nord America si riprende lo scettro dopo 5 anni, a scapito di Asia e Pacifico. Nonostante il Covid i paperoni mondiali sono aumentati del 6,3 per cento a oltre 20 milioni e il loro patrimonio è cresciuto del 7,6 per cento.
Nonostante la pandemia, o addirittura grazie agli effetti indotti che questa ha avuto in alcune parti dell’economia mondiale, nel 2020 la popolazione globale degli High Net Worth Individual (HNWI), ovvero dei super-ricchi, è cresciuta del 6,3% superando la soglia dei 20 milioni. E il loro patrimonio, indifferente alla crisi, è aumentato del 7,6% e ora si avvicina agli 80mila miliardi di dollari. È quanto emerge dalla 25esima edizione del World Wealth Report di Capgemini, che analizza l’evoluzione e i trend della ricchezza globale e dove l’Italia consolida la propria posizione. Nel Belpaese, infatti, gli HNWI sono più di 300mila, cresciuti del 9,2% annuo, con un patrimonio che tocca i 593 miliardi (+2,3%).
Il Nord America in vetta dopo 5 anni
Il rapporto del 2021 è caratterizzato da due elementi particolari. Il primo è l’importanza d’investire in competenze e tecnologia per offrire servizi di consulenza ibridi, basati su interazione umana e strumenti digitali. Il secondo consiste nel fatto che, dopo 5 anni, il Nord America torna a superare l’Asia-Pacifico in termini di numero e ricchezza degli HNWI: un sorpasso favorito dall’aumento dei mercati azionari e dagli stimoli governativi. In Italia, tuttavia, il fattore più determinante della crescita non è stato tanto l'andamento positivo dei listini quanto il boom del mercato immobiliare trainato durante il Covid dal desiderio di vivere in case più grandi, con apprezzamento medio del 5,2%.
HNWI più attenti ai loro investimenti
Lo scorso anno, il segmento ultra-HNWI ha trainato la crescita complessiva della popolazione e della ricchezza HNWI, con tassi rispettivamente del 9,6% e 9,1%, mentre i milionari “ex door” e quelli “mid-tier” hanno registrato numeri inferiori, con una crescita della popolazione intorno al 6% e della ricchezza di circa l’8%. Secondo il report negli ultimi 25 anni gli HNWI sono diventati più attenti ai loro investimenti e sono ora alla ricerca di migliori e più ampi servizi di consulenza. Con i player del settore tech che continuano ad affacciarsi all’universo della gestione patrimoniale, i wealth manager devono puntare sempre di più sulla tecnologia e su modelli di business iper-personalizzati.
È cresciuta anche la loro attenzione per l’ESG
Con l'attuale impennata della Borsa, gli HNWI stanno anche diversificando il portafoglio con investimenti alternativi. In particolare, l’asset sostenibile sta maturando, con il 43% degli ultra-HNWI e il 39% dei più giovani (età 40) HNWI che chiedono uno score ESG per i prodotti offerti dalla loro società di consulenza. Il 72% degli HNWI ha detto di aver investito in criptovalute e il 74% in altri asset digitali. Le società di acquisizione a scopo speciale (SPAC) stanno diventando più popolari, mentre i token non fungibili (NFT) guadagnano credibilità. Anche l'aumento degli investimenti retail senza commissioni ha suscitato l'interesse HNWI, col il 39% che dice di desiderarne un trading privo.
La tecnologia per diventare ancora più ricchi
Investimenti alternativi ma anche tecnologia e innovazione. Gli HNWI di oggi sono infatti interessati a modelli d’investimento ibridi e cercano sempre più un mix di interazione digitale e diretta. Il 34% degli HNWI afferma di sfruttare attivamente i servizi WealthTech. Inoltre, le società di gestione patrimoniale ritengono che i WealthTech con esperienza nel ciclo di vita del consumatore siano collaboratori adatti a migliorare le loro capacità, la loro portata e la loro reattività alle tendenze del mercato. Secondo gli intervistati da Capgemini, le due principali ragioni per collaborare con le WealthTech sono l'accesso a nuovi segmenti di clientela e la fornitura di offerte nuove e uniche.