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Prestiti: attività poco mossa aspettando effetto dazi
I tassi sui mutui sono saliti al 3,58 per cento, mentre quelli sul credito al consumo sono scesi lievemente. I tassi sui nuovi prestiti alle imprese mostrano invece un calo, probabilmente il segno di una possibile competizione tra banche per stimolare la domanda in un contesto di crescita debole.

La vivacità che negli ultimi mesi ha caratterizzato il mercato del credito sta venendo meno perché, come ha anche sottolineato il Governatore di Banca d’Italia, Fabio Panetta, lo scenario globale caratterizzato da crescente incertezza, legata in particolare alle politiche commerciali statunitensi, invita alla prudenza per quanto riguarda il fronte dei tassi. Ecco allora – come riporta il periodico report di Via Nazionale ‘Banche e moneta: serie nazionali’ – nel mese di febbraio i prestiti concessi al settore privato, corretti sulla base del metodo armonizzato concordato nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), sono rimasti complessivamente stabili sui dodici mesi, dopo essere calati dello 0,3% nel mese precedente. Crescono i prestiti alle famiglie, aumentati dello 0,7% (+0,4% a gennaio), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 2,1% (come nel mese precedente).
La prudenza si traduce in un aumento dei depositi
Panetta, nel dettaglio, ha ammesso che nell’Eurozona la lotta all’inflazione non è conclusa e che le decisioni in materia di politica monetaria dovranno bilanciare la necessità di sostenere l’economia con il controllo dei prezzi. Mark Dowding, Fixed Income CIO, RBC BlueBay AM vede per l’Eurozona prospettive di rallentamento della crescita e di aumento dei prezzi ed esprime scetticismo verso la valutazione di 65 punti base di tagli dei tassi d’interesse da parte della BCE previsti entro la fine dell'anno. Per questi motivi le famiglie guardano alla BCE, soprattutto per il breve periodo e stanno tirando i remi in barca come testimoniano la costante crescita registrata dai depositi del settore privato: aumentati in febbraio dell’1,4 per cento dopo il +2,1 per cento in gennaio. Nello stesso mese la raccolta obbligazionaria è aumentata del 6,3 per cento (6,0 in gennaio).
Tornano a salire i tassi sui mutui, al 3,58% a febbraio
Il ritorno delle tensioni è più evidente sul mercato dei mutui ipotecari. A febbraio, infatti, i tassi di interesse applicati sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni - comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) - si sono attestati al 3,58 per cento, in aumento dal 3,50 per cento registrato a gennaio. Altro segnale che va nella stessa direzione è rappresentato dalla quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno, che è stata del 7,6 per cento (11,4% nel mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo è invece sceso al 10,45 per cento (10,50 nel mese precedente).
Scendono invece i tassi sui nuovi prestiti
I dati sui tassi relativi ai nuovi prestiti alle società non finanziarie evidenziano un graduale allentamento delle condizioni, sebbene restino ancora su livelli elevati rispetto al contesto pre-inflazionistico e nonostante la prudenza della BCE. Infatti, secondo una prima analisi, questo calo potrebbe riflettere dinamiche più microeconomiche, come un aggiustamento competitivo tra istituti bancari, o un tentativo degli stessi di stimolare la domanda di credito in un contesto di crescita debole. Nel dettaglio, a febbraio i tassi medi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono scesi al 3,99% dal 4,13% del mese precedente. I tassi per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,6%, mentre quelli sui nuovi prestiti di importo superiore si sono collocati al 3,65%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,82% (0,85% a gennaio).
Ancora in aumento il possesso dei titoli di Stato
Infine, per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane a febbraio possedevano titoli di Stato italiani per 376,575 miliardi di euro, in aumento dai 369,757 miliardi di gennaio. Dal dicembre 2024 questo ammontare è salito del 4,87%. Si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle di Banca d’Italia allegate al bollettino, è rappresentato dai Btp: a febbraio saliti a 269,2 miliardi dai 263,92 miliardi del mese precedente. Al secondo posto ci sono i Cct (85,37 miliardi contro 84,53 miliardi) e poi i Bot (6,48 miliardi contro 6,56 miliardi).
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