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Consumi: aumentano le spese obbligate delle famiglie

Le famiglie italiane del Nord spendono di più rispetto a quelle del Sud: 2.337 euro contro 1.758 al mese. Ma nel Sud la quota di spesa destinata a bisogni essenziali è più alta, pari al 59,4 per cento del totale. Per questo motivo calano i consumi non essenziali, anche in vista del prossimo Natale.

06/12/2024
sacco con scritta utilities vicino a grafico ascendente e casette di legno posate su calcolatrice
Analisi di CGIA sui consumi delle famiglie italiane

Gli italiani fanno sempre più fatica a ‘‘comporre’’ il loro bilancio e, di riflesso, hanno sempre meno soldi da spendere per i consumi voluttuari. Nel 2023, secondo l’analisi della CGIA di Mestre, le famiglie hanno infatti destinato una parte significativa del loro budget alle spese ‘obbligate’, come cibo, carburante e bollette, pari a 1.191 euro al mese, ovvero il 56% della spesa totale, che è stata (in valore assoluto) di 2.128 euro. Sebbene questa incidenza sia leggermente calata rispetto al 2022 (57,1%), resta comunque superiore rispetto al periodo che ha preceduto la pandemia. La prolungata crisi energetica che ha segnato il triennio 2020-22 ha, in particolare, contribuito a stabilizzare le spese ‘‘obbligate’’ su livelli più alti rispetto al passato.

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Maggiore peso per cibo, bevande e spesa per la casa

Questo perché l'inflazione e l'erosione del potere d'acquisto che ne è derivata (impatto sulle retribuzioni) hanno costretto molte famiglie a concentrarsi principalmente sulle reali necessità quotidiane (il cui costo si è stabilizzato su valori più alti). L’evoluzione dei consumi in numeri: nel 2023 le spese ‘‘obbligate’’ sono salite del 3,3% su base tendenziale e del 9,87% rispetto al 2019 (anno prima del Covid), quelle complessive sono invece cresciute rispettivamente del 5,35 e del 7,31%. Tornando allo scorso anno, le spese obbligate più elevate affrontate dai cittadini hanno riguardato l'alimentazione e le bevande alcoliche (526 euro), la manutenzione della casa, le bollette e le spese condominiali (374 euro) e i trasporti, voce che raggruppa il pieno dell’auto e gli abbonamenti per bus/tram/metro/treni (291 euro).

Arriviamo così a 1.191 euro di spese obbligate, cui si aggiungono altri 937 euro riconducibili alla spesa classificata come complementare (bevande alcoliche, abbigliamento/calzature, mobili/articoli-servizi per la casa, servizi sanitari/salute, attività ricreative ecc., istruzione, servizi ricettivi/ristorazione, altri beni e servizi (cura della persona, effetti personali, servizi assicurativi/finanziari ecc.), che fanno salire il totale della media nazionale a 2.128 euro.

L’ampia differenza tra Nord e Sud

C’è inoltre una differenza importante a livello geografico. Esaminando la spesa per aree, emergono infatti differenze significative tra il Nord e il Sud del Paese. Nel 2023, la spesa media mensile nel Nordovest è stata di 2.337 euro, mentre nel Mezzogiorno si è fermata a 1.758 euro, con una differenza del -24,7%. Per quanto riguarda le spese ‘‘obbligate’’ (alimentari, carburante e bollette), il Sud ha registrato la quota più alta di queste spese sul totale: al Nordovest e nel Nordest la percentuale si aggira intorno al 55%, mentre nel Sud arriva al 59,4%. Questo è dovuto – secondo l’Ufficio studi di CGIA - in gran parte al fatto che la spesa media per alimenti nelle regioni meridionali è molto più alta rispetto ad altre aree del Paese.

In termini assoluti, le famiglie del Nord hanno registrato le spese più elevate per cibo, bollette e carburante: in Trentino-Alto Adige 1.462 euro, in Lombardia 1.334 euro e in Friuli-Venezia Giulia 1.312 euro. Tuttavia, l'incidenza delle spese obbligate sul totale della spesa è risultata maggiore nelle regioni meridionali, con picchi in Calabria (63,4%), Campania (60,8%) e Basilicata (60,2%). Questo scenario, sottolineano gli esperti, ha impatti rilevanti anche sui piccoli artigiani e commercianti, che vedono calare i consumi, soprattutto tra le famiglie più fragili. Un calo dei consumi che sta ormai caratterizzando gli ultimi dieci anni e che, come accennato, colpisce soprattutto il cosiddetto ceto medio.

Quest’anno meno spese per i regali di Natale

Non è improbabile, secondo gli stessi esperti CGIA che, con l’aumento delle spese obbligate - che ormai assorbono più della metà del budget mensile delle famiglie - i consumi per i regali natalizi del 2024 subiscano una flessione rispetto all’anno precedente. Nel 2023, la spesa complessiva per i regali di Natale in Italia ha superato gli 11 miliardi di euro. Tuttavia, per quest'anno le previsioni parlano di un calo del 9%, con una spesa che si attesterà intorno ai 10 miliardi. Le cause di questa contrazione sono principalmente legate alla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie che, a causa dell’aumento dei costi di beni essenziali come cibo, carburante e bollette, si trovano a fare i conti con bilanci familiari più stretti.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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