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Ocse: economia in crescita ma rischi sempre presenti
L’Ocse ha ridotto la previsione di crescita per l'Italia nel 2025 a +0,9 per cento, ma mantiene un outlook positivo per il 2026, grazie agli investimenti pubblici previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che potrebbero stimolare settori chiave come le infrastrutture e il turismo.
Le prospettive per l’economia globale e per quella italiana sono improntate al cauto ottimismo, sulla scorta della forte resilienza mostrata negli ultimi anni davanti a forti shock come la pandemia e la crisi energetica. È il quadro disegnato dall’Ocse nell’Economic outlook 2024 dove avverte, comunque, che all’orizzonte ci sono ancora numerosi rischi e incertezze che potrebbero influenzare in negativo le previsioni. L’Organizzazione stima, infatti, un tasso di crescita del Pil mondiale pari al 3,3% nel 2025 e nel 2026, ma allo stesso tempo mette in guardia su possibili sfide derivanti da conflitti geopolitici, come la guerra Russia-Ucraina, e dal crescente protezionismo commerciale. Quest’ultimo, in particolare, assieme a politiche di bilancio poco equilibrate potrebbero rallentare ulteriormente gli scambi e limitare la crescita.
La spada di Damocle del protezionismo
Il report evidenzia un altro pericolo che potrebbe influenzare l’economia globale: una possibile escalation dei conflitti in Medio Oriente che potrebbe avere gravi ripercussioni sul prezzo dell'energia. L’Ocse, in particolare, ha sottolineato come la tentazione di adottare politiche protezionistiche possa portare a una sorta di ‘‘guerra commerciale’’ tra le principali economie mondiali, un evento che, secondo l'Organizzazione, ‘‘non sarebbe nell'interesse di nessuno’’. Anche perché, come viene sottolineato nel rapporto, il commercio negli ultimi decenni è sempre stato un significativo motore della crescita economica globale, della creazione di posti di lavoro e della riduzione della povertà. Una politica all’insegna del protezionismo potrebbe invece bloccare le supply chain, riaccendere l’inflazione e frenare la crescita.
Crescita italiana corretta a +0,9%, ma l'outlook rimane positivo
L’Ocse, per quanto riguarda l'Italia, ha corretto al ribasso la previsione di crescita rispetto alle stime precedenti: con l’aumento del Pil del 2025 rivisto a +0,9% dall’1,1%. Nonostante ciò, l'outlook per il 2026 rimane positivo, con una previsione di crescita dell'1,2%, alimentata principalmente dagli investimenti pubblici previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo piano, infatti, continua a rappresentare un'importante opportunità per stimolare l'economia del Paese nel medio termine, soprattutto nel settore delle infrastrutture e della digitalizzazione. La speranza dell’Ocse è che l'attuazione degli investimenti pubblici e le riforme legate al Pnrr possano contribuire a rafforzare la crescita, soprattutto in settori chiave come il turismo, che sta mostrando segnali positivi.
Bene il miglioramento dei conti pubblici italiani
Nell’ultimo rapporto l’Ocse ha espresso l’apprezzamento per il miglioramento dei conti pubblici del nostro Paese, prevedendo che il rapporto deficit/Pil dovrebbe scendere quest’anno al 3,5%, per poi ridursi ulteriormente al 3,2% nel prossimo anno e al 2,8% nel 2026, tornando così sotto la soglia del 3% fissata nell’ambito del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea. Tuttavia, nonostante questi progressi, l'Organizzazione ha sottolineato che saranno comunque necessarie ulteriori misure per assicurare l’auspicata sostenibilità delle finanze pubbliche italiane nel lungo periodo. A tale scopo, l’Ocse ha suggerito l'introduzione di misure compensative, come tagli alla spesa pubblica o aumenti fiscali, soprattutto per far fronte agli investimenti continui necessari per sostenere la crescita economica del nostro Paese.
Il debito è invece un elemento di preoccupazione
Tutt’altro discorso per il debito pubblico italiano, che nel 2024 dovrebbe salire leggermente al 135,2% del Pil, che è visto come un elemento di preoccupazione, sebbene l'Ocse preveda che tornerà a diminuire gradualmente, scendendo al 134,3% nel 2025 e al 133,2% nel 2026. Questo trend di riduzione del debito, se confermato, potrebbe favorire una maggiore stabilità economica nel medio periodo. Contestualmente, l’Ocse ha richiamato l'attenzione su alcuni aspetti strutturali dell’economia italiana che necessitano di interventi urgenti. In particolare, l’invecchiamento della popolazione potrebbe compromettere il potenziale di crescita a lungo termine. Per questo motivo, ha suggerito di accelerare l’adozione di politiche di welfare e di incentivare l’ingresso delle donne e dei giovani nel mercato del lavoro.