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Mercati: fine anno incerto, in attesa di novità da Fed e Bce
Dicembre cruciale per le decisioni economiche e monetarie, con focus sui dati macro statunitensi. Se l'inflazione dovesse scendere, la Fed potrebbe tagliare ulteriormente i tassi. La Bce potrebbe ridurre i tassi, mentre in Giappone si prevede un aumento. L’euro rischia un ulteriore indebolimento.
I mercati affrontano in questo ultimo scorcio del 2024 un contesto globale particolarmente incerto, condizionato da tutta una serie di fattori economici, geopolitici e tecnici, che stanno modellando l'andamento dei principali asset. Questi rappresentano più di un dubbio per quanto riguarda la direzione delle politiche monetarie delle principali economie, così come resta una priorità la lotta all’inflazione, anche se continua a fornire trend rassicuranti. All’interno di questo quadro, osserva Mark Dowding, fixed income CIO di RBC BlueBay AM, i rendimenti dei Treasury Usa sono saliti in vista delle festività del Ringraziamento e anche per la nomina di Scott Bessent come Segretario al Tesoro da parte di Donald Trump. Il mercato sembra interpretare le dichiarazioni di Trump con scetticismo, ritenendo che spesso i suoi commenti siano meno gravi di quanto appaiano e che non vadano presi troppo sul serio.
Trump mette sotto pressione peso messicano e dollaro canadese
Di riflesso, molti osservatori credono che le minacce di imporre dazi del 25% sull’import da Messico e Canada siano più che altro una strategia di negoziazione, piuttosto che una vera e propria politica. Nonostante ciò, il peso messicano e il dollaro canadese sono ancora sotto pressione, mostrando come le parole di Trump possano influenzare anche senza tradursi in azioni concrete. Il trattato commerciale tra Usa, Messico e Canada potrebbe essere rinegoziato nel 2025, anche se Trump potrebbe annullarlo tramite ordini esecutivi. Per ora, Trump concentra molta attenzione sul tema immigrazione, cercando di ottenere il sostegno del Messico per fermare quella illegale. Inoltre, la sua avversione verso il Premier canadese Justin Trudeau potrebbe portarlo a fare pressione sul Canada, sperando di favorire i conservatori nelle prossime elezioni, per arrivare a un Governo più vicino alla sua politica.
La crisi politica francese e la pressione sugli Oat
In Europa l’attenzione è sulla crisi politica francese, che si sta facendo più tesa per la strategia di Marine Le Pen rispetto al bilancio dello Stato, che potrebbe superare il 6% del Pil. Sebbene la Francia debba ridurre il disavanzo secondo le regole Ue, le proposte avanzate finora non piacciono alla maggioranza degli elettori: così Le Pen potrebbe approfittare del malcontento per ottenere un vantaggio politico. In questo contesto, anche i rendimenti dei titoli di Stato francesi sono aumentati, raggiungendo livelli simili a quelli della Grecia, segno della difficile fase affrontata dalla Francia. Il rischio di un’ulteriore pressione sugli Oat è quindi concreto, soprattutto se la situazione politica dovesse peggiorare. Tuttavia, si pensa che il Paese non subirà una crisi immediata e che la situazione degli spread rimarrà relativamente stabile, a circa 100 pb sui Bund.
Le migliori opportunità nel mercato dei cambi
L’economia tedesca resta debole mentre la Presidente della Bce, Christine Lagarde, ha respinto le richieste di ridurre i tassi in modo più aggressivo. La Bce potrebbe tuttavia ridurli al 2% entro breve, ma se l'inflazione non calerà ulteriormente sarà difficile che vada oltre. Potrebbe anche esserci un pacchetto fiscale Ue più ampio, simile al piano proposto da Mario Draghi, ma la Germania potrebbe non sostenerlo prima delle elezioni di febbraio. Intanto, la direzione dei rendimenti dei bond Stato Ue sembra destinata a diventare più ripida, un po' come negli Usa. Tuttavia, per ora, sembra che le opportunità migliori si trovino nei cambi, dove l’euro sta perdendo valore, principalmente a causa della debole economia dell'Eurozona, dell'incertezza politica e della minaccia di dazi. Nonostante ciò, l’esperto non si aspetta che l'euro perda valore in modo drastico e non esclude la parità entro fine anno.
Dicembre cruciale per capire l’orientamento dei tassi
Il mese di dicembre, per Dowding, sarà cruciale per le decisioni economiche e monetarie. I dati sull'occupazione e sull'inflazione Usa potrebbero chiarire se la Fed deciderà di tagliare ancora. Se la crescita rallentasse o l'inflazione calasse ulteriormente la Fed, infatti, potrebbe optare per un altro taglio, altrimenti i tassi potrebbero rimanere stabili o addirittura salire. Nell’Ue un altro taglio dei tassi da parte della Bce sembra probabile, mentre in Giappone ci si aspetta che la Banca centrale li aumenti, il che potrebbe scuotere i mercati globali. Nel frattempo, le politiche di Trump continuano a influenzare i mercati globali. Un esempio riguarda l'impatto delle sue proposte rispetto al problema immigrazione, che potrebbero avere ampie ripercussioni anche sull'industria lattiero-casearia statunitense, dove molti lavoratori immigrati sono essenziali per la produzione.