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Usa: dazi, l’impatto sulle economie globali e in Borsa

Problemi con dazi più alti per le aziende, anche Usa, con rischi per supply chain e competitività. Il rialzo del dollaro potrebbe ridurre i rendimenti e le multinazionali Usa potrebbero incontrare difficoltà a causa delle misure di ritorsione o delle sfide legate alla conversione valutaria.

18/03/2025
donald trump parla al microfono
Analisi sugli effetti dei dazi Usa sulle economie globali

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha radicalmente cambiato lo scenario di fondo dei mercati finanziari, con gli investitori globali che ‘guardano’ i dazi tornare prepotentemente a essere una priorità politica per proteggere le industrie nazionali. Andrew Rymer, strategic research unit di Schroders, si è chiesto cosa le nuove tariffe rappresentino per le economie e i mercati azionari. Intanto, è chiaro che tra i Paesi e le aree più a rischio ci sono Cina, Ue e Messico. Ma anche altri Paesi asiatici potrebbero essere coinvolti, soprattutto quelli con alti deficit commerciali verso gli Usa. L’esposizione dei mercati azionari a questa situazione è varia, con Taiwan in particolare vulnerabile a causa della sua forte dipendenza dall’export verso gli Usa.

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Altri ‘appigli’ Usa per dazi ancora più alti

Il problema è però più ampio e va oltre i mercati finanziari. Le implicazioni dei dazi cui devono pensare gli investitori includono infatti anche le potenziali interruzioni nelle catene di fornitura globali, la riduzione della competitività dei diversi Paesi coinvolti e l’impatto dell’aumento delle tariffe sui ricavi delle società. Non si deve escludere, secondo Rymer, anche il possibile rafforzamento del dollaro che potrebbe ostacolare i rendimenti in altri mercati. Allo stato attuale, stimare l’impatto dei dazi è quindi complesso, dato l’approccio imprevedibile che ha Trump e le differenze tra le economie e i mercati. Anche perché - aggiunge - oltre ai deficit, Trump potrebbe considerare altri fattori come la manipolazione valutaria, i sussidi iniqui e il furto di proprietà intellettuale come motivi per l’imposizione di tariffe più alte.

Le economie più colpite dai dazi

Sin da ora, però, si può dire che le economie più colpite dai dazi statunitensi sono quelle con forte dipendenza verso gli Usa, come Messico e Canada, ma anche Taiwan e Thailandia sono comprese tra le più vulnerabili. Allo stesso modo, il rischio è elevato anche per i Paesi con grandi deficit commerciali con gli USA, come - appunto - Messico, Canada, Cina e Ue. Anche altri esportatori asiatici sono a rischio a causa della combinazione di deficit e alta esposizione all’export verso Oltreoceano. Per gli investitori azionari, diventa quindi cruciale valutare quanto l'esposizione di un mercato verso gli Usa possa influire sui ricavi causa dazi.

Può essere un esempio, a questo proposito, guardare a Taiwan che spicca tra le economie con deficit commerciale verso gli USA, col 43% dei suoi ricavi derivanti da questa componente, principalmente grazie all'export di chip. Poiché Taiwan è leader nella produzione di chip, potrebbe beneficiare di esenzioni o agevolazioni, anche se non garantite. Ma anche l'Europa (escluso il Regno Unito) e altri mercati asiatici presentano un'esposizione significativa.

L’intreccio del commercio rende complesso stimare gli effetti dei dazi

Nel mercato azionario globale, gli Stati Uniti sono il principale attore nell'indice MSCI All Country World, che include sia i mercati sviluppati che quelli emergenti, con una percentuale del 66% (a tutto lo scorso gennaio). Le Borse delle economie con cui gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale contribuiscono invece per circa il 27% a questo indice. L'Ue detiene la quota maggiore col 9%, seguita dal Giappone e dal Canada con il 5% e il 3%, rispettivamente. Completano la lista altre economie come Cina, Svizzera, Taiwan e India. Alla luce di questi rapporti diventa chiaro che, a causa del preesistente intreccio delle relazioni commerciali, è piuttosto complicato calcolare le ripercussioni della politica portata avanti dall’Amministrazione statunitense.

Anche le aziende Usa sono a rischio

Anche perché, come sottolinea l’esperto, i dazi possono alterare significativamente le supply chain sia per le imprese statunitensi sia per quelle internazionali quotate. Non solo le economie rischiano di perdere competitività a vari livelli, ma potrebbero anche vedere compromesso il loro accesso sui mercati globali. Inoltre, aggiunge Rymer, il possibile spostamento del commercio verso altre regioni, lontano dagli Stati Uniti, genererebbe effetti a catena per le imprese mondiali. Le stesse implicazioni potrebbero verificarsi per le aziende Usa nel caso di misure reciproche. La capacità delle imprese di trasferire l’onere dei dazi a valle (ai consumatori) è un elemento cruciale, con aziende che potrebbero essere più vulnerabili o più in grado di assorbirne gli effetti.

Infine, non si può trascurare il potenziale rafforzamento del dollaro rispetto alle valute locali dovuto ai dazi, che potrebbe ostacolare i rendimenti per gli investitori nei mercati esteri, quando espressi nel biglietto verde. Inoltre, le multinazionali Usa, che generano circa il 40% dei loro ricavi all’estero, potrebbero affrontare sfide legate alla conversione valutaria, oltre ad essere soggette a potenziali dazi o misure di ritorsione.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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