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Decreto bollette: urgono interventi rapidi e strutturali
Federconsumatori e Altroconsumo per misure più incisive e durature, come disaccoppiatura del prezzo dell'energia elettrica dal gas e taglio dell'IVA sul gas. Le misure a breve non sono sufficienti senza una riforma strutturale del mercato, che includa maggiore concorrenza e trasparenza.

Il caro bollette torna al centro del dibattito, contestualmente ai nuovi rincari registrati dalla materia prima. Il recente Decreto del Governo, pur rappresentando un passo positivo per alleviare il peso delle bollette sulle famiglie italiane, ha suscitato diverse critiche per la sua efficacia e durata limitata.
La misura, si concentra soprattutto infatti sull'ampliamento della platea dei beneficiari del bonus bollette, estendendolo a famiglie con un ISEE fino a 25mila euro, ma con una durata considerata troppo breve per risolvere il problema in modo duraturo e completo. Queste misure, sottolineano sia Federconsumatori sia Altroconsumo, non sono solo temporanee ma sono insufficienti. Le prime indicazioni parlano di un contributo di circa 200 euro per le famiglie (con il tetto ISEE sopra indicato), con un bonus che può arrivare fino a 500 euro per i nuclei che cumulano un rapporto ISEE inferiore a 9.530 euro.
Famiglie vulnerabili: le più toccate dal caro energia
I ‘‘difensori’’ dei consumatori sostengono che, sebbene tali misure siano un piccolo passo avanti, non sono abbastanza per contrastare in modo adeguato l'impatto del caro energia, che continua a spingere i prezzi verso l'alto. A pagare le maggiori conseguenze sono le famiglie vulnerabili, principali vittime del persistente aumento dei costi energetici, aggravato anche dalla speculazione nel mercato del gas. Anche se il Decreto interviene a favore delle piccole e medie imprese, prevedendo un taglio degli oneri di sistema, Federconsumatori sottolinea che tali interventi, seppur apprezzabili, non risolvono il problema di fondo: la questione strutturale. Tra le proposte che avanza, emerge la necessità di disaccoppiare definitivamente il prezzo dell'energia elettrica da quello del gas, poiché l'attuale sistema, basato su un legame artificioso, penalizza in modo significativo i consumatori.
L'inadeguatezza delle misure a breve termine
L'Associazione, già da tempo, ha sollecitato la necessità di avere misure più incisive, come il taglio degli oneri di sistema nella bolletta elettrica e la riduzione dell'IVA sul gas, anche temporanea, fino alla fine dell'anno. Inoltre, ritiene che la sua proposta di estendere la soglia di accesso al bonus energia a 20mila euro di ISEE sia una delle soluzioni più urgenti, ma anche la più necessaria per dare una risposta più concreta e strutturale alle difficoltà delle famiglie italiane. Senza contare che il rinvio dell'ingresso dei clienti vulnerabili nel mercato libero, previsto dal Decreto, rappresenta un ulteriore esempio di come le misure siano tardive e non rispondano in maniera tempestiva ed efficace alle necessità di chi si trova in difficoltà a causa del significativo aumento dei costi energetici.
Serve una riforma strutturale nel mercato energetico
Anche Altroconsumo sottolinea che i 3 miliardi di euro messi sul piatto dal Governo non risolvono il problema. La proposta di aumentare la platea del bonus sociale è sì apprezzata, ma la sua durata limitata rende difficile immaginare un reale sollievo per le famiglie nel lungo periodo. Gli stessi esperti sottolineano che la riforma del mercato dell'energia non può essere affrontata con misure sporadiche e temporanee. Secondo Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo, sarebbe necessario intervenire sulla trasparenza e sulla correttezza degli operatori del mercato, per garantire maggiore concorrenza e un mercato energetico più competitivo, che possa portare reali benefici per i consumatori. L'introduzione di un'unica aliquota IVA sul gas al 10%, per esempio, sarebbe stata una misura significativa, ma purtroppo il Governo non ha accolto questa proposta.
Urgono interventi rapidi e strutturali
Il Decreto, secondo le due Associazioni, è sì un primo tentativo di risposta all'emergenza energetica, ma è lontano dal risolvere i problemi strutturali che affliggono il settore. In sintesi, le misure adottate finora non vanno abbastanza lontano e non sono sufficienti a dare un sollievo concreto alle famiglie e alle imprese, costrette a fare i conti con i continui aumenti dei costi energetici. Si rende quindi sempre più urgente una riforma del mercato che non si limiti a interventi temporanei, ma che affronti le cause strutturali del problema, come la dipendenza dal gas e la mancanza di una vera concorrenza nel settore.
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