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Risparmio: investitori si riposizionano su asset prudenti
Investitori più cauti alla luce del difficile quadro geopolitico ed economico. Portafoglio sempre più diversificato per diluire i rischi. Nel secondo trimestre, rende noto Assoreti, il patrimonio delle reti risultava calato del 4,7 per cento congiunturale e dell’1,7 per cento annuo.
Il risparmio paga il difficile momento attraversato dai mercati finanziari, segnatamente con una riduzione del patrimonio, una marcata correzione della valorizzazione della componente azionaria e un aumento (apparentemente temporaneo) della liquidità. Segnali che tradiscono una maggiore propensione alla prudenza da parte dei risparmiatori. Il mese di giugno, secondo la nota diffusa da Assoreti, si è chiuso con una valorizzazione dei prodotti finanziari e dei servizi di investimento distribuiti dagli intermediari associati, tramite l’attività dei propri consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, di 731,9 miliardi.
-4,7% la valorizzazione delle reti nel secondo trimestre
L’instabilità dei mercati finanziari, spiega l’associazione di categoria, ha determinato la flessione del patrimonio che ha caratterizzato gli ultimi tre mesi (-4,7% trimestrale) e, di riflesso, anche il dato nel confronto con lo stesso mese dello scorso anno (-1,7% su base tendenziale). Il patrimonio complessivo dei prodotti del risparmio gestito, in particolare, si attesta a 502,5 miliardi di euro, con una riduzione congiunturale del 5,8%. In contrazione anche la componente finanziaria del risparmio amministrato (-4,6% trimestrale), pari a 102 miliardi di euro, e di liquidità (-0,4% trimestrale) che si attesta a 127,4 miliardi.
Il difficile quadro geopolitico ed economico
Il trimestre a giugno, ha affermato il presidente di Assoreti, Paolo Molesini, è stato condizionato dalla grande tensione dei mercati finanziari, sotto la spinta di un contesto geopolitico ed economico che resta critico. Nonostante queste difficoltà, ha aggiunto, le reti hanno continuato a gestire attivamente le risorse affidate dai clienti: tra aprile e giugno gli investimenti netti in soluzioni gestite ammontano a 3,9 miliardi e quelli in azioni a 1,7 miliardi, mentre sono 2,7 i miliardi destinati ai titoli di Stato e 2,2 miliardi di euro quelli investiti in obbligazioni, il tutto con un saldo negativo per la liquidità.
Alla ricerca di una migliore diversificazione
Si è trattato di un ribilanciamento delle posizioni detenute in portafoglio, nell’ottica – secondo Molesini - della migliore diversificazione degli investimenti. Nel risparmio gestito il patrimonio degli Oicr, sottoscritti direttamente, è pari a 222,8 miliardi: -7,5% congiunturale, per un’incidenza sul portafoglio che scende al 30,4%. La valorizzazione complessiva delle gestioni collettive aperte domiciliate all’estero è di 195,9 miliardi (-7,8% trimestrale), quella dei fondi aperti di diritto italiano è di 21,5 miliardi (-7,8%), mentre i fondi chiusi mobiliari realizzano un ulteriore passo avanti con una crescita dell’8,8%, raggiungendo una valorizzazione complessiva pari a 5 miliardi.
Sale il contribuito delle reti
Il patrimonio dei prodotti assicurativi e previdenziali scende a 201,6 miliardi (-3,8%), con un’incidenza del 27,5% sul portafoglio totale. Il calo coinvolge le unit linked (-6,3%) e in misura più contenuta i prodotti multiramo (-1%), mentre resta stabile quella delle polizze vita tradizionali. La contrazione interessa anche le gestioni individuali con un patrimonio pari a 78 miliardi (-5,6%) e un peso in portafoglio al 10,7%. A giugno il contributo totale delle reti al patrimonio investito in OICR aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è di 407,6 miliardi, con un’incidenza sul patrimonio totale investito in fondi (1.114,7 miliardi, dato provvisorio) che sale di 0,8 punti al 36,6%.
Risparmio amministrato, la liquidità sale al 17,4%
Il riposizionamento degli investitori è più evidente nell’ambito del risparmio amministrato, dove il peso della componente titoli in portafoglio si è confermata stabile: al 13,9%. Al contrario è diminuita la valorizzazione dei titoli azionari (-13,4% su base trimestrale), come conseguenza della flessione accusata nel periodo dalle Borse. Contestualmente è aumentata quella dei titoli di Stato (+8,9% rispetto al primo trimestre) e dei titoli obbligazioni (+10,4% su base trimestrale). L’incidenza della liquidità sale temporaneamente al 17,4%.