- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Tassi e oro: la correlazione è cambiata?
La correlazione tra i tassi d’interesse e quotazioni dell’oro sembra essere cambiata, alla luce della liquidità in uscita dall’azionario che si è diretta altrove e non verso il metallo prezioso. Un’analisi cerca di spiegare il perché la performance del metallo prezioso è stata fiacca.
La correlazione tra le quotazioni dell’oro e l’andamento dei tassi d’interesse è cambiata? Nel recente passato i prezzi del metallo giallo erano correlati negativamente ai tassi di interesse reali, con il mercato preso dal ‘gioco della fune’ dibattuto tra la direzione della politica monetaria e la fiammata dei prezzi. Ora che l’inflazione è elevata e i tassi d’interesse sono in aumento generalizzato, Ben Popatlal e Xi (Lenna) Chen, rispettivamente multi-asset strategist e fund manager, multi-asset di Schroders, hanno cercato di capire se questa valutazione sia ancora valida e, soprattutto, cosa significa l’attuale contesto per l’oro come asset class.
L’oro sale assieme ai rendimenti reali
Sicuramente, alla luce del recente periodo e dei dati storici, si può notare che durante i cicli di rialzo dei tassi la correlazione tra l’oro e i rendimenti reali tende ad aumentare, passando da negativa a positiva. In altre parole, l’oro sale insieme ai rendimenti reali e ciò è apparentemente in contraddizione con l’assunto iniziale. Da rilevare che quando gli asset rischiosi come le azioni sono guidati da una liquidità abbondante, anziché da una forte crescita, è probabile che mostrino una correlazione negativa con i rendimenti reali. I due esperti erano giunti alla conclusione che quando (o se) la liquidità fosse stata ritirata, ad esempio quando le Banche Centrali avessero iniziato ad alzare i tassi e i rendimenti reali fossero tornati a salire, l’oro non avrebbe più rappresentato una copertura particolarmente valida contro un sell-off del mercato azionario.
Il perché la performance del metallo prezioso è stata fiacca
Ebbene, da quanto è avvenuto in questa prima parte del 2022, il ritiro della liquidità è iniziato e, di riflesso, l’azionario ha registrato perdite. Alla luce della tesi del ‘tiro alla fune’ su larga scala, si poteva aspettare la fermezza dei prezzi del metallo prezioso. L’analisi recente di Ben Popatlal e Xi (Lenna) Chen spiega invece perché la performance dell’oro è stata relativamente poco interessante, non beneficiando dei flussi di denaro guidati dalla ricerca di una copertura contro l’inflazione, né registrando perdite a causa dell’impatto dell'aumento dei tassi. Guardando avanti, i mercati si concentrano sempre più sull’ipotesi di stagflazione, una fase di crescita stagnante abbinata a un aumento dell’inflazione. In questo contesto, l’oro dovrebbe essere relativamente interessante, dato che in fasi simili la maggior parte delle asset class subisce perdite.
L’attuale rapporto è un’anomalia rispetto alla storia
Al momento, secondo i due esperti, è incoraggiante che l’oro sia ancora libero dalle azioni delle Banche Centrali. Con i cicli di rialzo dei tassi che spesso portano alla recessione, l’oro inizia a performare anticipando gli imminenti tagli e le condizioni finanziarie più allentate che il contesto recessivo richiede. In conclusione, Ben Popatlal e Xi (Lenna) Chen ritengono che la relazione tra tassi d’interesse reali e oro sia ancora abbastanza valida nella maggior parte dei contesti. Tuttavia, se si considera l’attuale fase economica nell’ambito degli ultimi 50 anni, ciò che stiamo vedendo riguardo a inflazione e tassi di interesse sembra un’anomalia.