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Schroders: come posizionarsi per il ritorno dell’inflazione
La liquidità accumulata durante il lockdown potrebbe sfociare in un’ondata di acquisti e, se l’offerta sarà carente, è probabile che ci sarà una fiammata dei prezzi. In previsione di un ritorno dell’inflazione, gli esperti di Schroders suggeriscono come riequilibrare i pesi dei portafogli.
Nelle ultime settimane l’attenzione degli analisti, e di riflesso degli investitori, si è concentrata su un potenziale e improvviso ritorno dell’inflazione a livello globale. Certamente parlare oggi di un surriscaldamento dell’economia può sembrare un paradosso, ma bisogna notare che nel giro di pochissimo tempo i mercati hanno cambiato mood: dai rischi di deflazione hanno iniziato ad esprimere rischi di inflazione. I motivi di questo repentino cambio sono le politiche di sostegno adottate in molti Paesi come risposta alla crisi generatasi dalla pandemia da coronavirus.
In particolare, la chiave di lettura dei mercati è cambiata con la nuova Amministrazione Usa di impronta democratica che, all’opposto dei repubblicani, è tradizionalmente più favorevole all’uso attivo della leva di bilancio. Non sono pochi, infatti, gli economisti che prevedono possibili implicazioni inflattive fuori controllo con l’adozione di pacchetti fiscali di chiara matrice espansiva. Anche nell’Eurozona, dove i Governi mantengono un atteggiamento più prudente a questo riguardo, iniziano ad agitarsi sullo sfondo timori simili.
Rimbalzo prezzi con domanda più veloce della ripresa economica
Ma come possono essere posizionati i portafogli nel caso di un ritorno dell’inflazione? Gli analisti di Schroders hanno cercato di fare il punto. In scia al Covid-19, gli investitori hanno iniziato a domandarsi se i rischi posti dall’inflazione, a lungo assopiti, riemergeranno presto. Le restrizioni ai movimenti e le ampie spese pubbliche hanno fatto sì che i consumatori siano riusciti a risparmiare di più, con una domanda repressa che potrebbe portare a un boom delle spese. Allo stesso tempo, nota Sean Markowicz, research and analytics di Schroders, i lockdown hanno imposto la chiusura di diversi business, messo alla prova la capacità in alcuni settori dell’economia e distrutto parti delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, stima, se la domanda dovesse crescere più velocemente della ripresa sul lato dell’offerta, potremmo vedere un rimbalzo nei prezzi.
I mercati iniziano a ‘prezzare’ una politica meno accomodante
I mercati stanno lentamente prendendo consapevolezza di questa possibilità, iniziando a ‘prezzare’ la possibilità di misure meno ‘accomodanti’ dal lato della politica monetaria. Le aspettative sull’inflazione, misurate secondo la differenza di rendimento tra i Treasury USA nominali e quelli protetti dall’inflazione, infatti, sono rimbalzate bruscamente rispetto ai minimi toccati durante la pandemia e si trovano oggi su livelli superiori rispetto alla media del 2% degli ultimi dieci anni.
Distinguere reflazione e stagflazione
Al momento l’inflazione non è una minaccia immediata ma, suggerisce Ben Popatlal, multi-asset strategist di Schroders, è necessario distinguere tra reflazione e stagflazione. Un contesto reflazionistico sarebbe positivo per gli asset rischiosi e negativo per i bond, via via che l’inflazione si muove verso il target della Fed (2%). Invece, un contesto stagflazionistico (in cui la crescita è contenuta ma l’inflazione è elevata) sarebbe molto meno positivo per gli asset rischiosi e altrettanto negativo per i bond. In uno scenario di stagflazione, secondo Popatlal, l’allocazione ideale vedrebbe una posizione lunga sul dollaro, sulle commodity e con un sottopeso sui bond e neutrale sull’azionario.
I pesi nel portafoglio vanno regolati
Vale anche la pena di sottolineare che se l’inflazione crescesse troppo e troppo rapidamente potrebbe portare i mercati a temere un possibile inasprimento delle condizioni finanziarie, a tal punto che dovremmo aspettarci Borse più deboli e un appiattimento della curva dei rendimenti dei titoli di Stato Usa. Di riflesso, la composizione di portafoglio ottimale dipenderà dal tipo di scenario inflazionistico che si svilupperà. Al momento, aggiunge Popatlal, non dobbiamo temere particolarmente un’inflazione incontrollata, quindi il portafoglio per un ritorno dell'inflazione per ora si baserebbe su uno scenario di reflazione - cioè, un contesto di inflazione moderata con crescita. Il portafoglio vedrebbe un sovrappeso sull’azionario e in particolare sul value rispetto al growth e sulle small-cap USA rispetto alle large-cap Usa, un sottopeso sull’obbligazionario, favorendo i bond inflation-linked rispetto alle obbligazioni nominali, e una posizione lunga sulle commodity.