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TLC: il settore europeo torna sotto i riflettori
Panorama positivo per le TLC europee, cui potrebbe inserirsi anche Telecom Italia, che mostra timidi miglioramenti nei margini. Col possibile termine del ciclo di investimenti per il 5G, un consolidamento del settore e un ammorbidimento dei tassi, potrebbe verificarsi una svolta positiva.
Il vento torna a soffiare a favore delle società telefoniche, in particolare quelle europee, che per un lungo periodo sono state sottoposte a tensioni a causa degli ingenti investimenti che hanno dovuto affrontare in tecnologie, di un’agguerrita concorrenza e dei costi imposti dal loro indebitamento. Tuttavia, come rileva Fabio Caldato, portfolio manager di AcomeA SGR, si prevede che con la conclusione del ciclo di investimenti legati al 5G, l'eventuale consolidamento del settore e un ipotetico abbassamento dei tassi d'interesse, potrebbero verificarsi miglioramenti nei margini. Questo potenziale cambiamento – aggiunge - potrebbe attrarre l'attenzione degli investitori istituzionali, portando di riflesso a un riorientamento nei confronti del settore TLC europeo.
Deutsche Telekom spicca tra le telcos europee
L’analisi del gestore parte dalla saga che, di recente, ha visto al centro dell’attenzione Telecom Italia: vicenda che ha riportato alla ribalta tutto il settore delle telecomunicazioni, senza, tuttavia, convogliare flussi in acquisto lato mercati finanziari. In questo contesto, in Europa, Deutsche Telekom rappresenta, a oggi, una felice eccezione. L’azienda tedesca, ricorda il gestore, detiene il controllo di uno dei tre grossi operatori USA, T-Mobile US, e beneficia di dinamiche di business estremamente favorevoli se paragonate a quelle europee. Grazie a ciò, DT può presentare un bilancio con margini molto maggiori, conseguenza di una minor competizione sulla piazza statunitense. Su questo però, secondo Caldato, sembra si sia, finalmente, arrivati a un punto di svolta analogo anche da questa parte dell’Atlantico.
I punti dolenti e il virtuosismo di KPN
L’esperto, pur consapevole del fatto che non si tratterà di una svolta immediata, riconosce alcuni segnali incoraggianti in questo senso. I telcos europei, ricorda, hanno dovuto subire nell’ultimo decennio una serie di fattori dannosi concomitanti: dai grossi investimenti (Capex) in tecnologia, reti e acquisto bande, a una concorrenza spietata da nuovi players (come, ad esempio, Iliad) con pressione al ribasso sui ricavi. Senza tralasciare un indebitamento con tassi in forte rialzo. Tutto ciò ha inevitabilmente portato a margini in forte compressione e crescita stagnante. Il management ha, ovviamente, fatto la differenza e si possono individuare aziende più virtuose, come l’olandese KPN, e altre palesemente arrancanti, come appunto Telecom Italia.
Spiragli d’inversione di tendenza per Telecom Italia
Solo negli ultimi trimestri sotto la gestione Labiola, Telecom Italia ha mostrato timidi evidenze di miglioramento dei margini di gruppo. La fotografia del recente passato resta comunque fosca, anche se l’esperto intravede chiari spiragli di inversione sui tre elementi indicati poco sopra: ovvero capex, indebitamento e concorrenza. Sul fronte Capex, il ciclo di investimenti per il 5G dovrebbe essere vicino alla fine, al di là degli ovvi costi di mantenimento. Sul lato dei ricavi, un possibile e fortemente invocato consolidamento dovrebbe ridurre la competizione fratricida e permettere un aumento delle tariffe. Infine, per i costi finanziari, il presumibile ammorbidimento sulla curva dei tassi d’interesse consentirà una gestione favorevole sul debito.
Settore da inserire nei portafogli
La risultante di questi trend, secondo Caldato, dovrebbe portare a bilanci limpidamente migliori e, una volta avuta evidenza di questo, a un chiaro riposizionamento degli investitori istituzionali in un settore ormai dimenticato. Il prezzo delle azioni, insomma, dovrebbe largamente beneficiarne. Per tutti questi motivi il gestore ritiene quindi utile, in un portafoglio diversificato, inserire il settore telcos europeo.