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Wall Street: le big tech tornano a brillare
Tutto a favore delle big tech: dai fondamentali al taglio dei costi di gestione, dal contributo dell’IA alla rotazione del mercato verso i titoli growth. Apple, Microsoft, Alphabet, Tesla, Amazon, Netflix e Nvidia nei primi quattro mesi hanno avuto un rendimento complessivo del 34 per cento.
I grandi gruppi statunitensi dell’alta tecnologia si sono rimessi a correre: in quattro mesi hanno recuperato - con gli interessi - quanto lasciato sul terreno durante il 2022 a causa dei timori per l’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse. In sostanza, hanno ripreso il passo di carica avuto nel 2020 e nel 2021 grazie alla forte domanda registrata dai loro prodotti. In particolare, sette big tech (Apple, Microsoft, Alphabet, Tesla, Amazon, Netflix e Nvidia) hanno registrato una ripresa molto marcata, pari a un rendimento complessivo del 34% al 30 aprile. Escludendo questi titoli, il resto dell’indice MSCI USA ha reso appena il 3%. Ma cosa c’è dietro questo nuovo rally visto che l’inflazione è ancora elevata e i tassi di interesse sono aumentati ancora quest’anno?
La leadership futura legata all’intelligenza artificiale
A questa domanda ha cercato di rispondere Simon Webber, lead portfolio manager di Schroders, secondo cui le forti performance messe a segno da queste società si possono in parte spiegare con il miglioramento dei fondamentali, anche se il quadro è complesso. Imprese come Microsoft e Nvidia stanno beneficiando di un andamento di mercato molto forte e potrebbero rivelarsi le vincitrici assolute della rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale generativa. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Apple, che ha recentemente riportato utili trimestrali molto solidi e dimostrato maggiore solidità rispetto ad altre società più esposte alle commodity del settore dell’elettronica di consumo. Inoltre, dopo le pressioni subite lo scorso anno, alcune delle altre aziende di questo gruppo - Amazon, Alphabet, Meta e Netflix - hanno scoperto i vantaggi della riduzione dei costi.
I fondamentali sono migliorati
Queste società, dopo l’enorme ondata di assunzioni degli ultimi tre anni, hanno oggi un grande potenziale in tal senso. Questa misura potrebbe quindi avvenire tramite la riduzione del personale e, in alcuni casi, anche con una revisione dei compensi dei dipendenti con salari più elevati, considerato il contestuale ammorbidimento del mercato del lavoro. É possibile quindi affermare che, per i membri di questo gruppo di big tech, i fondamentali sono migliorati sia per quanto riguarda la linea superiore (cioè il rapporto tra vendite e ricavi) sia per quello che concerne la linea inferiore (il miglioramento dell’efficienza operativa in rapporto al taglio dei costi per aumentare la redditività).
La rotazione dai titoli value a quelli growth
Parte di quello che sta accadendo nei mercati rappresenta, secondo Webber, una rotazione dai titoli value verso i titoli growth, innescata dallo stress del settore bancario a cui abbiamo assistito quest’anno. Ciò sta avendo luogo perché le tensioni bancarie stanno contribuendo a inasprire le condizioni di prestito, insieme all’aumento dei tassi d’interesse. Se la Fed dovesse sospendere i rialzi dei tassi, si ridurrebbero i venti contrari per i titoli growth, come quelli tecnologici. Questa rotazione è stata molto più pronunciata negli Stati Uniti, il che rafforza l’opinione dell’esperto che potrebbe essere dovuta alle preoccupazioni per l’andamento dell’economia e per le parti più cicliche del mercato.