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Transizione energetica: una sfida anche per i gruppi petroliferi
Gli investitori interessati all’ESG dovrebbero guardare sia all’intera catena del valore, sia alle major petrolifere, che sono destinate ad avere un ruolo di rilievo nella transizione energetica perché si stanno riorientando verso le fonti rinnovabili e sono le sole a poter gestire l’idrogeno.
Gli investitori più accorti, spinti dall’accresciuta sensibilità del mondo verso le problematiche ambientali, non possono puntare solo sulle imprese pure player e trascurare le company che, storicamente, hanno avuto un modello di business incentrato sul carbonio. Infatti, secondo molti broker, è anche qui che risiedono interessanti opportunità perché la transizione energetica, paradossalmente, sta richiamando grandi investimenti anche da parte delle major petrolifere, le quali hanno tutta l’intenzione di cambiare pelle in funzione della svolta green che sta prendendo l’economia globale e, anche, del portafoglio degli investitori.
Il risveglio degli asset ESG
Nonostante la corsa verso la sostenibilità abbia subito una netta frenata con la guerra, l’impennata dell’inflazione che ne è seguita e il conseguente aumento dei tassi (che hanno minacciato approvvigionamenti e produzione di materiali), la voglia degli investitori per gli asset ESG sta tornando. Schroders al tema della transizione energetica ha dedicato l’evento ‘Recharge – Energia in azione’, dove lo scienziato del CNR Nicola Armaroli, ha fatto il punto della situazione, parlando di cosa sia necessario fare per ridurre il consumo di petrolio e di gas, per sostituirli con fonti rinnovabili, abbassando le emissioni globali.
Le rinnovabili sempre più competitive
La buona notizia, secondo Armaroli, è che la Terra non è a corto di energia, iniziando da quella solare. La cattiva è che bruciamo ancora troppo per muoverci, scaldarci e produrre energia. La via d’uscita principale è l’elettrificazione: i motori elettrici sono più efficienti di quelli a combustione e le tecnologie rinnovabili sul mercato già esistono e sono le più competitive sotto ogni aspetto, dai costi ai tempi. Rispetto alle fonti tradizionali, aggiunge, le rinnovabili richiedono meno quantità di materiali ma hanno una complessità maggiore, ed evidenziano la necessità di cooperazione internazionale, perché nessun Paese possiede tutti gli ingredienti per completare il processo di transizione.
Ruolo di primo piano per i giganti dell’Oil&Gas
Anche per questo motivo i combustibili fossili sono destinati a rimanere e, con loro, anche le major petrolifere. Ma, secondo lo scienziato, proprio i giganti dell’Oil&Gas tradizionale svolgeranno un ruolo di primo piano nella transizione energetica. Queste società, ha spiegato, sono infatti parte della soluzione e non solo parte del problema perché stanno iniziando a reindirizzare una grande quantità di investimenti verso le rinnovabili. Il ruolo delle major petrolifere nella transizione è ancora più importante se si considera che sono le uniche società che potranno produrre, conservare, trasportare e usare l’idrogeno, oggi considerato il combustibile del futuro per l’industria pesante.
Per gli investimenti bisogna guardare all’intera catena del valore
Uno sguardo al mercato, considerando che il finanziamento della transizione energetica, necessaria per ridurre le emissioni globali del 33% dai livelli del 2010 entro il 2030 (per limitare l’aumento delle temperature a 2°C), attualmente offre visibilità sul fronte della crescita attesa e valutazioni attraenti lungo tutta la catena del valore. Lo stima Mark Lacey, head of global resource equities e gestore del fondo Schroder ISF Global Energy Transition, secondo cui l’elettrificazione sta già guidando la transizione, grazie agli incentivi governativi e per la maggiore consapevolezza dei problemi ambientali, ma soprattutto perché - per la prima volta dopo molto tempo - i costi sono scesi, eolico e solare sono molto più economici e per questo assistiamo ad un picco di accelerazione delle tecnologie. E quando si parla di investimenti, ha aggiunto, parliamo dell’intera catena del valore: non solo pannelli solari e pale eoliche, ma anche di trasmissione e distribuzione con l’ammodernamento della rete e lo stoccaggio.