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Risparmio: per la raccolta un trimestre meno negativo
La flessione della raccolta netta nel primo trimestre è stata più contenuta rispetto ai dati mensili, di soli 7 miliardi. Le masse sono aumentate a 2.257 miliardi di euro, grazie soprattutto all’effetto mercato. Sempre in auge l’azionario, affiancato dalla riscoperta dell’obbligazionario.
La raccolta netta registrata dall’industria del risparmio gestito nel primo trimestre di quest’anno è risultata meno negativa di quanto emerso nei relativi dati preliminari. Le statistiche definitive pubblicate da Assogestioni mostrano infatti un lieve recupero rispetto a quanto prospettato dalle letture mensili, ovvero, nei tre mesi gennaio-febbraio-marzo, risulta diminuita di 7 miliardi di euro anziché dei 8,9 miliardi indicati inizialmente. Questo primo trimestre è stato caratterizzato soprattutto da tre aspetti che, secondo una prima analisi, potrebbero segnare la dinamica del risparmio anche nei prossimi mesi: ovvero l’azionario, l’obbligazionario e il segmento della previdenza.
L’azionario sempre in auge e la riscoperta dei bond
Il primo è legato alla conferma dell’interesse per l’azionario che, per altro, nel frattempo è accresciuto rispetto a quanto visto nell’ultimo scorcio del 2022 sull’onda delle generose performance registrate dalle Borse. A questo proposito però, secondo alcuni addetti ai lavori, gli investitori stanno al momento sottopesando il rischio di un marcato rallentamento dell’economia. Il secondo aspetto è il ritorno di fiamma dei risparmiatori per l’obbligazionario il cui orizzonte, dopo gli scarsi margini pagati lo scorso anno, promette oggi migliori rendimenti alla luce del marcato rialzo registrato negli ultimi mesi dai tassi d’interesse a livello globale.
L’effetto mercato, +2,7%, incrementa le masse gestite
Nonostante la contrazione della raccolta, nel primo trimestre le masse gestite sono aumentate di quasi 50 miliardi di euro, a 2.257 miliardi dai 2.210 miliardi di dicembre, anche se principalmente grazie a un effetto mercato positivo. Tale spinta – precisano in Assogestioni - è relativa in particolare ai fondi aperti, che con un patrimonio di 1.100 miliardi pesano per quasi il 49% delle masse e restituiscono una foto del mondo retail con un bacino di quasi 12 milioni di italiani. L’andamento del patrimonio, ha rilevato il direttore Ufficio Studi dell’Assogestioni, Alessandro Rota, è stato ancora determinato da due spinte di segno opposto. Per esempio, sui fondi aperti la raccolta netta è stata negativa per 3,7 miliardi, mentre l’effetto mercato è stato del +2,7%, merito delle buone performance del comparto azionario, che hanno determinato un aumento del patrimonio di circa 30 miliardi.
Flessibili e bilanciati sempre in sofferenza
Scendendo nei dettagli, dallo spaccato della raccolta si nota la tendenza positiva dei fondi azionari, che hanno continuato ad attrarre nuovi flussi - come già visto per tutto il 2022 – per un totale di 2,84 miliardi di euro. I prodotti obbligazionari, come anticipato, hanno virato nettamente in positivo e, dopo le massicce uscite (-1,65 miliardi) accumulate nell’ultimo scorcio dello scorso anno, nei primi tre mesi di quest’anno hanno portato a casa una raccolta netta per 2,96 miliardi di euro. Nello stesso periodo, sono invece rimasti in negativo i fondi bilanciati (-3 miliardi) e i flessibili (-5,18 miliardi). Questa dinamica è stata sottolineata anche da Rota, secondo cui il ritorno della domanda per i fondi obbligazionari segnala un rinnovato interesse degli investitori per alcuni prodotti che oggi, dopo i forti rialzi dei tassi del 2022, tornano ad offrire cedole interessanti.
Flussi sugli investimenti sostenibili
Dalla nota emerge anche la preferenza per i fondi italiani (+735 milioni) rispetto a quelli di diritto estero (-4,4 miliardi). La mappa trimestrale riporta anche i dati definitivi relativi al resoconto sui PIR, che hanno totalizzato 720 milioni di deflussi, di cui 779 milioni afferenti ai PIR ordinari a fronte dei +58 milioni raccolti dai PIR alternativi, per un patrimonio promosso complessivo di 19,34 miliardi. Infine, un occhio agli investimenti sostenibili: tra gennaio e marzo è stata registrata una raccolta positiva per 1,26 miliardi sui fondi Articolo 8 SFDR e di 360 milioni su quelli Articolo 9 SFDR. Per quanto riguarda le gestioni di portafoglio, che pesano per oltre il 47% delle masse, il bilancio del trimestre è stato di -4,29 miliardi, determinato soprattutto dai 5,77 miliardi di deflussi registrati dalle gestioni di prodotti assicurativi. Altri 2 miliardi di deflussi istituzionali, non afferenti a mandati previdenziali né assicurativi, sono invece riconducibili a movimenti interni ai gruppi societari rientranti nel perimetro della rilevazione.