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Un’economia manipolata
Le trappole dei mercati sono efficaci per ‘pescare’ persone incaute e ingabbiarle con false necessità e indebitamenti esagerati in caso di acquisti importanti come una casa o un’automobile.
Allo stesso tempo, la pressione derivante da una concorrenza sempre più sfrenata spinge imprenditori e amministratori delle società a praticare metodicamente l’inganno e la manipolazione. Non sono le parole di due pericolosi ‘antisistema’, ma quelle di due Nobel per l’economia: George A. Akerlof (Nobel per l’Economia nel 2001) y Robert J. Shiller (che ha ottenuto l’ambito premio nel 2013), autori dello studio intitolato Animal Spirits, pubblicato a marzo del 2016 ma quanto mai attuale.
Il report riprende con serietà –e anche un tocco di umorismo- ma senza eccedere nel gergo tipico dell’economia e della finanza, le tante trappole che popolano il sistema economico (dalla finanza alla salute, passando per l’alimentazione) e che tutti dovrebbero, almeno in parte conoscere o non ignorare.
Una delle figure utilizzate nel corso della narrazione per illustrare la visione duale sull’economia di mercato è la contrapposizione slot-machine buone- slot-machine cattive. Questa macchina, inventata alla fine del diciannovesimo secolo per distribuire occhiali in occasione degli spettacoli teatrali, diventò in breve tempo un veicolo per proporre il gioco d’azzardo. Da allora e fino ai nostri giorni, i giocatori sono attratti da queste macchine a causa di comportamenti compulsivi, pur sapendo bene di essere destinati a perdere.
Allo stesso modo, partendo dalla considerazione che le debolezze umane possono essere molto redditizie, il mercato tenderà a generarle e alimentarle, coinvolgendo sia le persone ‘psicologicamente incaute’ sia quelle che si muovono seguendo e raccogliendo informazioni dettagliate (che vengono preparate e diffuse intenzionalmente per indurre in errore).
Quest’ultimo è il caso della Enron, considerata tra il 1995 e il 2000 l’impresa più innovatrice dalla rivista Fortune. Poco più tardi si è scoperto che il management della società truccava i bilanci per cercare di nascondere l’enorme debito accumulato.
Secondo i due economisti, ci sarebbero tanti ‘pescatori di incauti’ e sono tanto ingegnosi nello sviluppo delle diverse modalità di attrazione che tutti, prima o poi, finiamo col cadere nella rete, indipendentemente da quanto cauti e attenti puntiamo a essere. In caso contrario, spiegano i due Nobel, non si spiegherebbe perché la maggior parte degli abitanti nei paesi ricchi va a dormire pensando a come saldare i propri debiti.
I due studiosi avvertono che questo scenario si manifesta non tanto per la diffusione di comportamenti poco corretti da parte delle imprese e degli imprenditori, ma a causa delle pressioni competitive che determinano la prevalenza di scelte poco scrupolose nell’ambito della vita quotidiana. Queste pressioni pilotano il cittadino a pagare più del dovuto per l’acquisto di prodotti di cui non abbiamo bisogno o scarsamente funzionali alla nostra vita quotidiana.
Il peso di queste scelte ‘poco scrupolose’ sta diventando talmente forte da compromettere –in termini di performance- i money manager che evitano di investire in business focalizzati proprio sulle debolezze psicologiche o informative dei consumatori/investitori. In particolare, i consumatori sono propensi a spendere molto più di quanto effettivamente abbiano bisogno, quando si approcciano all’acquisto di beni che vengono acquistati non di frequente: case e auto.