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Come seguire il cambio demografico
Un tema di investimento che si addice al lungo termine è quello dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Come trarre vantaggio dal trend? I settori che potrebbero cavalcare meglio il fenomeno sono: healthcare, finanza e beni di consumo
Anno 2050. La popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raggiungerà i 2 miliardi di individui. La cifra da sola può dire poco ma si traduce nel raddoppio del numero di sessantenni attualmente presenti nel mondo. La fonte dei dati è l’Onu, che negli ultimi anni non si stanca di mettere in guardia dalle conseguenze derivanti dall’invecchiamento della popolazione.
Il trend demografico viene considerato talmente forte da poter innescare altri temi d’investimento collaterali. Questo perché il processo d’invecchiamento della popolazione sarà globale, coinvolgendo sia i paesi industrializzati (dove è già molto evidente) sia quelli emergenti (dove sta emergendo la nuova classe media e in cui- secondo le stime messe a punto dall’Onu- risiederanno circa 8 su 10 sessantenni nel 2050).
Sulla scia delle sfide imposte dal nuovo trend, qualche anno fa è stata coniata, un biennio addietro, la definizione ‘economia della longevità’ dall’Oxford Economics Institute che, non è altro che l’apporto dato al Pil dai consumi degli ultracinquantenni. Ebbene, si calcola che nel 2020 questo segmento di consumatori rappresenterà una fetta di 15.000 mld di usd. Negli usa e in Giappone, i consumi di questi individui assorbiranno il 50% del Pil entro il 2050.
In siffatto contesto, non appare strano che molte società di gestione e banche d’investimento prendano in considerazione il tema dell’invecchiamento della popolazione. Gli esperti che si occupano del megatrend ‘demografico’ individuano tre settori tra i principali beneficiari del cambio demografico.
Le potenzialità del settore healthcare appaiono chiare, in ragione di un aumento della speranza di vita che spinge le aziende ad investire in innovazione. Secondo le stime dell’Onu, nel 2035 i malati di diabete supereranno i 592 mln, il doppio rispetto a quelli attuali. Inoltre, il 50% degli ultrasessantacinquenni soffre di artrite e il 35% di osteoporosi. Per tali motivi, le aziende farmaceutiche che saranno capaci di offrire trattamenti e cure per questa patologie avranno la strada spianata verso nuovi profitti, indipendentemente dalle politiche monetarie o economiche adottate. CVS Caremark e Roche vengono indicate tra quelle società con le maggiori quote di mercato in trattamenti anti-cancro. Novartis è una delle poche ad offrire farmaci contro l’alzheimer. Novo Nordisk ha una quota del 49% nel mercato mondiale d’insulina.
Un altro settore interessante è quello finanziario. L’espansione della classe media nei paesi emergenti rivestirà un ruolo primario nel trainare la domanda di servizi finanziari e assicurativi. Sempre in ambito finanziario, un segmento molto favorito è quello della gestione del risparmio. In questo caso sarà il pensionamento dei baby boomers a modificare le regole del gioco. Se fino ad oggi la maggiore propensione al rischio di questa generazione ha favorito la corsa dei mercati azionari, il loro pensionamento implicherà lo spostamento di risorse verso attività finanziarie meno rischiose, capaci di offrire rendite periodiche. L’offerta di strumenti del risparmio gestito che siano in grado di affiancare le pensioni erogate dagli Stati, rappresenterà una grande opportunità per le case d’investimento.
Il terzo settore è quello dei consumi. Da una parte l’attenzione si concentra sulle attese per una crescita ulteriore dei consumi di base nei paesi emergenti. Per altro verso, il focus va alle abitudini di consumo dei pensionati nei paesi industrializzati.