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Le banche, peggior settore a Wall Street a marzo
I principali indici di Wall Street hanno accumulato cinque sedute consecutive in perdita e gli istituti di credito si sono improvvisamente trasformati in uno dei peggiori settori dall’inizio di marzo
Lo scenario politico è tornato a far sentire i suoi effetti sull’evoluzione della Borsa a stelle e strisce. Le complicazioni che sta incontrando l’esecutivo guidato da Donald Trump per riuscire a sostituire la legge conosciuta ai più come ‘Obamacare’, ha determinato un’impennata delle preoccupazioni e dei dubbi sulla reale capacità del governo Usa di mettere in pratica anche la tanto attesa riforma fiscale.
Per il momento, gli analisti ritengono sempre meno probabile l’adozione di un taglio delle imposte in linea con quelle che erano le previsioni formulate da Trump durante la sua campagna elettorale. Per altro verso, il neo presidente non ha aggiunto alcun nuovo dettaglio relativo al progetto che dovrebbe portare alla deregolamentazione del sistema finanziario (mediante l’approvazione del progetto di legge Dodd-Frank).
Questo scenario poco trasparente ha fatto lievitare le probabilità di assistere all’arrivo di una correzione che possa vanificare –in tutto o in parte- le performance realizzate dai listini azionari negli ultimi mesi. Questa possibilità comincia ad aleggiare sull’evoluzione di alcuni settori come quello bancario, che hanno letteralmente sfidato la legge di gravità da quando Trump è arrivato alla Casa Bianca.
Indipendentemente dalla deregolamentazione del settore, l’industria finanziaria attraversa il suo momento migliore da molti anni a questa parte. Una volta superata la fase più acuta della crisi, le banche statunitensi sono riuscite a rafforzare i propri ratio patrimoniali portandoli dal 5% al 10-11%. Per altro verso, la normalizzazione monetaria intrapresa dalla Federal Reserve ha fatto ipotizzare a molti esperti un prossimo miglioramento dei livelli di redditività degli istituti di credito.
Quasi nove anni dopo la crisi finanziaria, il settore sembra essere tornato con i piedi a terra. Tuttavia, negli ultimi mesi le quotazioni dei titoli bancari e finanziari hanno corso tanto. Dall’elezione di Donald Trump fino ai massimi raggiunti alla fine dello scorso anno, la rivalutazione complessiva dei titoli del settore è stata superiore al 30%.
Dall’inizio di marzo, si è invece verificata una correzione vicina al 4%. Questa correzione ha ridotto la performance da inizio anno ed ha pilotato l’intero settore tra i peggiori performers da gennaio ad oggi.
Il titolo peggiore dall’inizio dell’anno è stato Morgan Stanley con una perdita complessiva vicina all’8%. Nonostante ciò, il titolo è ancora la seconda migliore azione del settore negli ultimi dodici mesi con un rialzo complessivo del 64%. L’analisi delle performance mensili dimostra che non c’è un solo titolo bancario in positivo a marzo. La meno penalizzata è JP Morgan Chase con una perdita inferiore al 4% e una rivalutazione sui dodici mesi superiore al 40%.
Una rapida occhiata alle valutazioni fatte dalle principali case d’investimento Usa, evidenzia che il settore viene ancora considerato in grado di offrire soddisfazioni nei prossimi trimestri. Solo Wells Fargo e State Street non sembrano godere dei favori del pronostico, mentre i restanti titoli bancari vengono considerati ancora appetibili. Nel gruppo dei titoli preferiti da analisti e gestori troviamo Morgan Stanley e Citigroup.