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Tokyo resta tra le favorite
Molti osservatori credono che il listino azionario nipponico sia tra quelli meglio posizionati nel breve-medio termine. C’è da chiedersi se tale convinzione sia dovuta al mantenimento del Qe da parte della BoJ.
Il mercato giapponese non appare caro rispetto ad altri mercati, con un rapporto tra prezzi e utili per il 2017 pari a circa 14.5, a seguito della recente debolezza che ha caratterizzato il mercato (-6% rispetto al picco raggiunto a marzo). Gli utili dovrebbero continuare a crescere (a doppia cifra secondo il consensus) e l’efficienza delle società è fortemente migliorata nel corso degli ultimi anni. La performance del mercato azionario giapponese è comunque eccessivamente correlata con l’evoluzione della valuta per poter avere una visione decisamente positiva su di essa nei prossimi mesi. Il Paese è stato tra i primi beneficiari dell’accelerazione della crescita economica globale. L’intervento della BoJ ha permesso un indebolimento dello yen e una forte performance del mercato azionario. L’evoluzione della valuta dipende oggi molto dall’andamento del dollaro americano e dalla fiducia che gli investitori hanno nella capacità del presidente degli Stati Uniti di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale.
Secondo Cédric Le Berre, senior analyst, US and Japanese equities di Union Bancaire Privée, il motivo per cui gli investitori dovrebbero tenere in considerazione l’azionario giapponese deriva principalmente dagli attuali venti a supporto dell’economia interna. Nel complesso infatti il contesto per quest’ultima resta favorevole, guidato sia a livello interno sia globale. La fine della deflazione, il consumo interno in ripresa, i tassi delle imposte aziendali più bassi e una governance migliore sono i principali driver a livello interno. L’economia globale poi è cresciuta in maniera stabile, guidata principalmente dagli Stati Uniti e dalla produzione interna del Giappone che mostrano entrambi chiari segnali di una ripresa ciclica. Nel breve periodo, i trend dei cambi valutari che impattano molto sul mercato azionario giapponese dipenderanno ancora dalla situazione politica negli Stati Uniti e in Europa. Tuttavia, spiega Le Berre, a prescindere dalla politica economica di Trump, l’economia Usa è stata guidata in maniera solida dal consumo interno. Inoltre, l’espansione della spesa pubblica derivante dalla politica fiscale approvata l’anno scorso supporterà anche l’economia giapponese. Dopo maggio, conclude l’esperto, quando il trend di ripresa degli utili diventerà più evidente, il mercato giapponese probabilmente riprenderà un trend al rialzo, in quanto il mercato si renderà conto del ritardo della performance. Inoltre, il gestore buone opportunità di acquisto sull’azionario nipponico quando ci sarà una correzione, poiché i rischi politici all’estero pesano sul sentiment.
Anche per Dale Nicholls, gestore di FF Pacific Fund di Fidelity International, la regione asiatica, incluso il Giappone, nel complesso continua a offrire interessanti opportunità di crescita, sostenute da effettivi vantaggi competitivi, cambiamenti strutturali in termini di trend di consumo, una mentalità aziendale sempre più incentrata sugli azionisti e governi orientati alle riforme. Sebbene molti investitori considerino il Giappone come un universo a parte rispetto al resto del continente asiatico, a mio avviso è utile adottare una visione olistica che tenga conto dell’intera regione, data l’espansione dei collegamenti economici e la crescente interdipendenza. Nel contesto predominante, il Giappone presenta inoltre prospettive più chiare in merito alle proprie politiche, a differenza del clima di incertezza che si respira a livello globale per quanto riguarda i mercati sviluppati.
Il money manager ritiene che il Giappone sia un mercato particolarmente interessante per gli investitori che seguono un approccio bottom-up alla selezione dei titoli con i fondamentali e le prospettive future più interessanti. Si tratta di un mercato ampio ed eterogeneo, in cui sono presenti società che detengono vere e proprie posizioni di leadership a livello globale e vantano solide risorse tecnologiche. Molte imprese hanno solidi flussi finanziari e bilanci robusti, pertanto la capacità di incrementare i rendimenti è notevole. Inoltre il mercato beneficia della riduzione delle partecipazioni incrociate, favorendo un’intensificazione delle attività di fusione e acquisizione.