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La Russia torna a essere il granaio del mondo

16/11/2017

Da importatore di grano Usa a primo esportatore del pianeta. Il forte deprezzamento del rublo –oltre il 40% dalla metà del 2014- sta consentendo ai produttori di grano locali di incrementare con facilità le esportazioni

La Russia si è trasformata nel dominus del mercato mondiale del grano. La svalutazione del rublo, tra gli altri fattori, sta consentendo agli agricoltori russi di esportare con più facilità i propri raccolti e di ottenere profitti extra che vengono reinvestiti nell’attività. La caduta del prezzo del petrolio ha provocato un netto calo dell’ingresso di divise forti nel paese ed ha danneggiato le quotazioni della divisa domestica. Tuttavia, il fenomeno ha anche abbassato il prezzo dei beni e servizi prodotti in Russia (espressi in termini di valute straniere).

I cambiamenti che hanno interessato l’economia russa stanno producendo benefici anche ad altri settori, in primis quello primario (nonostante il peso delle sanzioni imposte dall’Occidente). Alcuni esperti hanno descritto la situazione domestica come ‘l’opposto del male olandese’. La svalutazione del rublo –che ha superato il 40% dal 2014- potrebbe essere denominata ‘il bene russo’ (per alcuni settori, anche se a livello generale appare evidente che all’economia russa le cose andavano molto meglio quando la quotazione del barile sfiorava i 100 usd).

Il ‘male olandese’ danneggiò l’economia dei Paesi Bassi intorno al 1960. La scoperta di enormi giacimenti di gas in prossimità delle coste olandesi trasformarono questo paese in uno dei grandi esportatori a livello planetario. Il fenomeno alimentò una forte domanda di fiorini olandesi, necessari ad acquistare il gas, e innescò un rafforzamento della divisa che  produsse conseguenze molto negative in altri settori dell’economia (che non riuscirono più a esportare la propria produzione e a competere nel mercato domestico con i prodotti che arrivavano dall’estero). Il prezzo di questi ultimi scendeva di pari passo con il rafforzamento del Fiorino olandese.

Gli ultimi dati indicano che quasi la metà dei paesi del mondo acquistano grano dalla Russia. I clienti più importanti sono localizzati in Medio oriente, Nord Africa, America centrale (Messico) e Sud Est asiatico (Indonesia). Egitto e Turchia sono due grandi consumatori di grano russo perché lo utilizzano sia per il consumo domestico sia per produrre prodotti alimentari destinati all’esportazione. L’impennata delle esportazioni russe verso questi due paesi è stata del 40%.

Il grano russo presenta prezzi molto convenienti non solo grazie alla svalutazione del rublo ma anche al netto incremento della produzione (sfociato in un eccesso di produzione). Con la fine dell’esperienza comunista, i governi russi hanno compiuto alcuni passi importanti per liberalizzare l’economia del paese. L’apertura alla compravendita di terreni e al diritto di proprietà tutelato dalla legge, hanno dato un contributo rilevante alla costruzione delle basi necessarie a fomentare l’incremento della produzione.

Il fenomeno del grano sta consentendo alla Russia di compiere un passo decisivo verso la costruzione di un’economia più diversificata e meno legata alla dipendenza dalle entrate derivanti dalle vendite di petrolio e gas. Anche se il grano non presenta gli stessi margini di guadagno del petrolio, rappresenta un’attività in grado di produrre una parziale compensazione degli introiti venuti meno con le minori esportazioni di combustibili fossili.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

russia rublo petrolio grano
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