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Borsa: attenti alle divergenti direzioni di dollaro e petrolio
Il dollaro forte, visto come porto sicuro per la minaccia di una recessione, ha un effetto perverso sugli utili che i gruppi Usa realizzano all’estero. Gli investitori dovrebbero monitorare ciò che le società prevedono di generare in termini di utili nel secondo semestre.
Atmosfera fluida sui mercati azionari mondiali, inizialmente a causa dell’impannata dell’inflazione e della conseguente stretta del credito delle principali Banche centrali. Il riserbo degli investitori è stato poi alimentato dai timori che il mondo stia andando incontro a una recessione economica, accresciuti a seguito di due interessanti dati: il primo dei quali è stato un profit warning di Target, importante retailer statunitense, che ha indicato non solo la presenza di scorte in eccesso, ma anche le difficoltà nello smaltirle. Il secondo fatto riguarda la debolezza del Purchasing Managers Index. Se il primo lo si può intendere come una lettura della forza della domanda d’Oltreoceano, il secondo indica la forza della domanda industriale statunitense.
Crescono i timori di una recessione
Questi due dati, secondo Jeremy Richardson, senior portfolio manager, global consumer products di RBC Global Asset Management, hanno indicato che forse l’aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti sta iniziando ad avere un effetto e a indebolire lo slancio economico. Di conseguenza l’attenzione del mercato si è concentrata maggiormente sulla profondità e l’estensione di una possibile recessione, in particolare negli Stati Uniti. Sulla scia di questo quadro carico d’incertezze, per gli investitori azionari si sta avvicinando un momento molto interessante e delicato - la stagione degli utili del secondo trimestre – che merita una particolare attenzione a ciò che le aziende indicheranno come outlook degli utili verso la fine dell’anno solare.
Il caro-dollaro fa male agli utili rimpatriati
Il mercato tenderà a prendere in esame soprattutto due aspetti: il primo è l’effetto che potrebbe avere sui profitti il rafforzamento del dollaro che, a causa dei timori di recessione, è stato visto dagli investitori come porto sicuro, attratti anche dagli alti tassi Usa rispetto a quelli di altri Paesi. Se da una parte questo è positivo, dall’altra parte è negativo per un’impresa attiva all’estero. Infatti, quando i profitti generati all’estero vengono ripatriati negli Usa – e ridenominati in dollari – allora il loro valore è proporzionalmente inferiore. Il secondo aspetto è, come accennato, il potenziale impatto su ciò che le società prevedono di generare in termini di utili nel secondo semestre. Al momento, ammette Richardson, non sappiamo quanto profonda o lunga potrebbe essere la recessione, se dovesse verificarsi, e quali saranno le previsioni delle aziende. Ma forse possiamo trarre conforto dal fatto che il mercato ha già prezzato molti di questi timori.
Il riposizionamento più difensivo del portafoglio
Al momento è dunque comprensibile che la direzione da prendere per gli investitori azionari sia piuttosto incerta, come rivela il riposizionamento – a favore di posizioni più difensive - che sta assumendo il mercato nell’ultimo periodo. In particolare, ha osservato l’esperto di RBC, lo si vede in termini di performance relativa di più settori conservativi: quelli meno sensibili dal punto di vista economico e le società meno sensibili al mercato hanno ottenuto risultati relativamente buoni in termini di valutazione. C’è un altro aspetto che è stato riscontrato, a partire dall’inizio dell’anno, il dibattito tra growth e value incentrato sugli stili di investimento. Di recente abbiamo visto che il value è diventato più strettamente associato all’energia e alla salute, ovviamente dato l’aumento dei prezzi del petrolio.
Mix più equilibrato tra growth e value
Ultimamente i corsi del greggio si sono corretti, in parte in risposta alle aspettative di un calo della domanda a seguito dei timori di recessione. Contestualmente in giugno il settore energetico ha effettivamente sottoperformato il mercato. Questo ha portato a un mix molto più equilibrato in termini di stili. Richardson ritiene che molti investitori saranno sorpresi da questi dati, perché contrastano con le narrazioni solide di cui molti parlano in termini di stili di investimento all’inizio dell’anno solare. Gli investitori, secondo i suggerimenti di RBC, dovrebbero prestare attenzione a ciò che sentiranno riguardo la stagione dei risultati, anche se per il momento i portafogli sembrano essere ben posizionati in termini di rischi a cui devono far fronte.