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Cfd, prove di operatività
Abbiamo visto in un precedente articolo che con i Cfd (Contract for difference) è possibile scommettere pressoché su ogni asset class anche con un capitale minimo e di fatto un rischio altrettanto minimo. Si tratta in pratica di un miniswap che consente a un investitore alle prime armi di fare trading a breve sui mercati senza rischiare l’osso del collo. In pratica puntando non molto più di ciò che si può scommettere la domenica sulla propria squadra del cuore o giocando al superenalotto un sistema abbastanza economico. Ovviamente si può decidere di giocare più forte, ma è assolutamente sconsigliabile.
Vediamo in questo caso due esempi: il primo sulla borsa italiana, il secondo sulla più classica delle materie prime, il petrolio.
Future Ftse Mib. È possibile operare con un Cfd sul principale indice di borsa italiano: il Ftse Mib. In questo caso il sottostante non è direttamente l'indice, bensì il future sull'indice. Questo strumento è scambiato in borsa con un valore stabilito pari a 5 euro per ogni punto. Perciò se l'indice scambia a 22.000 (al momento in cui scriviamo è a 22.095), il valore nominale del future risulta pari a 110 mila euro. Nel caso del Cfd di solito viene offerta una quantità minima pari a 1/10 di un contratto future ed è perciò possibile entrare in una posizione sul Fib a 11.000 euro. Di conseguenza nel caso del Cfd ogni punto di oscillazione sarà del valore di 0,5 euro. Di solito la leva standard è a 50 (2% del valore del contratto) ed è possibile quindi comprare/vendere un Cfd del valore nominale di 11 mila euro con un deposito di 220.
A questo punto mettiamo che si decida di acquistare un Cfd sul Fib: si scommette dunque al rialzo sulla borsa italiana, ricevendo così le performance di quest'ultima in cambio di un interesse intorno all'1% annuo (nel caso in cui si venda si riceve un interesse di poco inferiore a tale soglia).
Se le quotazioni passano da 22.000 a 22.500, si sono guadagnati 500 punti e abbiamo visto che ogni punto vale 0,5 euro, perciò il profitto sarà di 250 euro meno le spese di interesse. Con un deposito di 220 euro ne abbiamo guadagnati 250, al lordo del costo dato dall'interesse. Ovviamente se il future sulla borsa italiana perde 500 punti, si va sotto della stessa cifra e i 220 euro vengono rapidamente annullati.
Il petrolio. Vediamo infine il caso di un Cfd sul petrolio, usando il greggio americano Wti. Anche in questo caso in realtà il sottostante è il future su questo strumento, che è quotato dal gruppo Cme statunitense: ogni contratto prevede l'acquisto o la vendita a una data futura stabilita di 1.000 barili di petrolio Wti. Perciò se una persona acquista un future sul petrolio e quest'ultimo passa da 60 a 61 dollari l'acquirente guadagna 1.000 dollari.
Con il contratto Cfd è possibile acquistare fino a un minimo di 10 barili di petrolio, un centesimo dunque. La leva offerta di solito è intorno a 100 (1%). Anche in questo caso se si compra il Cfd si paga un interesse, mentre se lo si vende (si punta sul ribasso) si riceve un interesse a fronte del pagamento della performance del sottostante al broker. Nel caso di un Cfd delle dimensioni di un decimo del future sottostante (100 barili dunque), se si ipotizza che il greggio sia a 60 dollari, si può avviare la scommessa con 60 dollari di capitale da dare come garanzia (margine). Se i prezzi passano anche nel caso del Cfd a 61 dollari, con la scommessa di 60 dollari se ne ottengono 100 di profitto, meno anche in questo caso gli interessi. Certo, se il petrolio Usa passa da 60 a 59 dollari i 60 dollari iniziali vengono annientati piuttosto in fretta e il broker appena viene toccata la perdita dell’intero capitale scommesso chiude la posizione senza tanti complimenti.
Notare come prezzi, profitti, perdite, interessi e margine siano espressi nella valuta in cui è quotato lo strumento, nel caso specifico i dollari. Se si detiene un conto in euro spese, margine, profitti/perdite sono convertiti tutti immediatamente in euro al valore corrente.