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Il bitcoin visto dagli ottimisti
La volta scorsa avevamo evidenziato alcuni lati negativi e le fragilità del complesso delle criptovalute, protagoniste peraltro in questi giorni di importanti ribassi e repentine riprese. Costi elettrici, farraginosità della blockchain e incertezze legislative sono indubbiamente problemi tali da non rendere impossibile una scomparsa in futuro di questi strumenti, che potrebbero diventare una delle tante curiosità che hanno accompagnato la storia della finanza.
In realtà il fenomeno presenta anche diversi punti di forza non indifferenti: vediamo i principali.
Il nuovo oro. Secondo gli estimatori, queste nuove valute virtuali potrebbero trasformarsi nel nuovo oro. Il paragone non è preso a caso, poiché bitcoin & co. e il metallo giallo presentano diversi elementi in comune: come il prezioso le cripto sono difficili e costose da immettere sul mercato, non hanno un valore intrinseco in sé generato da un vasto uso in applicazioni pratiche (a parte qualche uso industriale per il metallo giallo) e possono essere utilizzate sia come mezzo di pagamento, sia come bene rifugio a livello transnazionale.
Nessuna nazione alle spalle. Proprio il fatto di non avere una nazione alle spalle può rappresentare per strumenti come bitcoin ed ethereum un punto di forza non indifferente. Non è una novità il fatto che nel decennio post-crisi finanziaria si sia accresciuta la sfiducia nei confronti delle autorità e dei governi. Uno strumento che è slegato dalle politiche di singoli paesi e che fornisce anche un elevato livello di privacy è destinato sicuramente ad attrarre interesse.
Il taglio del legame fra un'autorità statuale, o quanto meno politica, e il processo di creazione della divisa offre anche un altro vantaggio. Paradossalmente, infatti, la limitata adozione di queste entità come mezzo di regolazione di impegni finanziari può giocare a suo favore. Per fare capire ciò che intendiamo pensiamo a un caso molto semplice: un'azienda che opera in Italia deve pagare fornitori, e spese varie, i propri dipendenti e le imposte allo stato in euro, il che vuol dire che se la moneta unica si rafforza troppo nei confronti del dollaro, dello yen, dello yuan e di altre divise, la competitività della suddetta società rischia di essere danneggiata, in maniera anche fatale.
Con le criptovalute non si ha nulla di tutto ciò, come non si ha con l'oro, anche se nessun governo accetta che si paghino le imposte in metalli preziosi, nessun sindacato firma per i propri rappresentati un contratto che prevede la retribuzione in un tot di quantità di metalli preziosi.
Nessun limite ai rialzi. Tutto ciò fa sì che le cripto, confinate al loro ruolo di bene rifugio e mezzo di pagamento potenzialmente non abbiano limite alcuno ai loro rialzi. Per dire se un domani il cambio fra bitocin ed euro raggiungesse quota un milione e su un qualsiasi sito internet fosse possibile pagare con tale cripto, semplicemente verrebbe aggiustato automaticamente il prezzo da una frazione di bitcoin a una più piccola.
Sostanzialmente il valore delle cripto dipende dal desiderio di possederle da parte del pubblico, il che però può portare un vantaggio ulteriore: come e più dell'oro alla fin fine non ci sono limiti al rialzo delle quotazioni in quanto non vi sono fondamentali economici legati all'attività produttiva che possono venire sballati da un eccesso di rialzo delle quotazioni.
Conclusione. Questo ragionamento porta però a un’ulteriore conclusione: oggi ci sono oltre 1.200 cripto, un numero di diversi ordini di magnitudine superiore a quello delle divise ufficiali scambiate al mondo. È irrealistico pensare che anche una quota importante di esse possa sopravvivere e prosperare sul lungo periodo: se si vuole investire in questo ambito non si può non tenere a mente che molte valute virtuali faranno la fine delle dot.com più improbabili di un ventennio fa.