SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Potenziale impatto dei tassi sulle azioni Usa

12/02/2018

 Quali sono i settori dell’economia statunitense destinati a soffrire di più a causa dei maggiori costi di finanziamento e altri potenziali effetti negativi ascrivibili all’ascesa del costo del denaro?

La riforma fiscale stimolerà gli utili delle aziende americane, ma avrà anche un impatto sulla crescita economica almeno per i prossimi sette anni. Di conseguenza, a impattare maggiormente sul 2018 sarà il naturale ciclo economico Usa, che ha ormai raggiunto la fase di maturità. I principali indicatori economici indicano infatti un punto di inflessione che potrebbe portare il momentum economico statunitense a decelerare nel 2018. Allo stesso modo, secondo alcuni gestori l’inflazione ciclica potrebbe ridursi, dato il contesto di forze deflazionistiche strutturali (demografia, tecnologia e indebitamento) ancora in atto.

Pertanto, secondo alcuni esperti, la Fed potrebbe presto incontrare difficoltà nel procedere con l’aumento dei tassi di interesse. Il dollaro potrebbe quindi indebolirsi e la curva dei rendimenti si appiattirebbe di nuovo. Questo, da un lato, ostacolerebbe i mercati azionari europei, sensibili al ciclo economico globale e alla parità euro-dollaro, dall’altro favorirebbe i settori growth non ciclici, che sono principalmente il settore tech negli Stati Uniti e i mercati emergenti, visto il dollaro debole e tassi di interesse contenuti.

In breve, nel 2018 potrebbero susseguirsi due fasi: la prima coincide con la ricerca della speranza che guida gli asset ciclici, seguita da un ritorno alla realtà, che favorirebbe gli asset di lunga durata, in particolare nei mercati emergenti e negli Usa.

Che si verifichi o meno l’inversione, un numero crescente di esperti ritiene che sia giunto il momento di ridurre l’esposizione in quei mercati che sono più vulnerabili a condizioni di irrigidimento monetario, capovolgimento del ciclo di credito o appiattimento della curva di rendimento. Il comparto high yield potrebbe essere il primo a sentire la pressione, mentre l’azionario, tornato su livelli più accettabili dopo le perdite dell’ultima settimana, ingloba ancora buone chance finché l’impatto delle politiche monetarie non si trasmetterà all’economia reale.

E’ importante adottare comunque un approccio prudente sui mercati dato che non vi è stata una stretta monetaria in precedenza e quello in cui ci troviamo è un territorio inesplorato. Sarà importante quest’anno investire su quelle società che vantano bilanci e flussi di cassa robusti, con una buona propensione a fare gli interessi degli azionisti e il cui fatturato si dimostri resiliente per i beni/servizi in portafoglio.

Nel 2017 l’inflazione ha intrapreso un trend crescente nei mercati sviluppati, con rendimenti a una sola cifra nell’azionario e prospettive più positive per le azioni dei mercati emergenti. In effetti, gli Stati Uniti hanno avviato un ciclo di irrigidimento dei tassi, ma l’inflazione è stata più contenuta di quanto si aspettasse la maggior parte degli analisti, consentendo profitti consistentemente più elevati sull’azionario dei mercati sviluppati. I settori comunque più esposti sono tendenzialmente quelli dove già oggi c’è già molto indebitamento, ad esempio le utilities o il settore auto, dove le vendite sono particolarmente sensibili ai tassi di finanziamento.  Le società in declino strutturale che presentano una forte componente di debito risentiranno negativamente dei maggiori oneri di finanziamento.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

settori portafoglio tassi federal reserve
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati