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Un mondiale neutrale per l’equity russo
Dopo alcuni anni di transizione, resi necessari da sanzioni economiche e fluttuazioni del prezzo del petrolio, l’economia russa ha ritrovato la crescita, accompagnata anche da una stretta disciplina fiscale.
Alla fine del 2016 molti analisti occidentali si aspettavano che l’economia russa crollasse. Non è stato così. Nel 2014 il paese si stava espandendo: l’Aeroflot, che una volta era un vettore che suscitava paura anche nei viaggiatori più esperti, era diventata una fonte di orgoglio nazionale, Mosca vantava una vivace vita notturna e ristoranti internazionali, l’aeroporto principale della capitale non era più un deprimente mostro industriale e il turismo era in pieno boom.
Ma tra il 2014 e il 2016 la Russia ha subìto l’impatto del crollo dei prezzi del petrolio e le conseguenze delle sanzioni introdotte dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca. Queste ultime hanno fatto male, ma ciò che ha colpito più duramente l’economia russa è stato l’improvviso calo dei corsi petroliferi: dato che il paese è fortemente dipendente dalle esportazioni di oro nero, la discesa da 108 dollari al barile dal settembre 2013 fino a meno di 30 dollari nel febbraio 2016 ha avuto un impatto profondo
Il team di Ubs stima che il PIL russo cresca dell’1,7% quest’anno e che acceleri ulteriormente l’anno prossimo. Ma il potenziale di crescita dell’economia russa è ben superiore, considerando una popolazione di 144 milioni di persone, gli elevati livelli di istruzione e competenze esistenti, la bassa densità territoriale e, non da ultimo, le sterminate risorse naturali.
Tuttavia, il deteriorarsi delle sue relazioni con l’Occidente ha pesato sulle valutazioni degli asset russi nei mercati e, ad oggi, il mercato azionario russo tratta a forte sconto rispetto agli altri emergenti. Dopo il recupero messo a segno grazie al recupero delle quotazioni petrolifere, gli asset russi hanno subito una nuova correzione ad aprile in scia alle sanzioni introdotte dagli Stati Uniti.
Secondo Ubs, il Mondiale di calcio, oltre a benefici in termini di reputazione, può offrire l’opportunità di rilanciare il settore del turismo: non tanto per il notevole flusso di tifosi durante il torneo, ma in conseguenza del miglioramento infrastrutturale spinto dall’evento. In base ai dati della World Tourism Organization, la Russia attrae circa il 4% dei turisti in arrivo in Europa, un dato ben al di sotto di Paesi quali Francia e Italia, e che pone la Russia al pari di Austria e Grecia. Per quanto riguarda i costi dell’evento, si stima che la Russia abbia investito 12 miliardi di dollari, che corrispondono a poco meno dell’1% del PIL. Nel caso della Russia, si tratta di un investimento abbordabile in considerazione del basso rapporto debito/PIL (14%).
La view del team di Ubs è neutrale per l’equity russo. Per quanto riguarda l’obbligazionario, i fondamentali sono in continuo miglioramento, un trend che Ubs crede possa portare a ulteriori miglioramenti del rating. Per questo motivo, il team ha optato per un sovrappeso sull’obbligazionario russo, a seguito delle vendite dello scorso mese di aprile. Il rublo ha potenziale di apprezzamento, ma le sanzioni americane pesano notevolmente e, nonostante i solidi fondamentali economici, non si possono escludere nuove scivolate.