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Orientarsi nell’universo delle obbligazioni societarie
Il principale cambiamento di portafoglio che molti esperti a un investitore di corporate investment grade, sulla scia di un aumento dei tassi, è quello di diffidare dei titoli BBB più deboli e con elevato leverage che hanno bisogno di rifinanziarsi sensibilmente nel breve termine.
Le reazioni dei corporate bond al primo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed alla fine del 2015 erano state lievi e i premi di rischio erano rimasti pressoché invariati.
Dopo una serie di rialzi regolari, accompagnati da relative comunicazioni da parte della Fed riguardo al percorso futuro, i settori più sensibili alle fluttuazioni dei tassi e le società con un rating più basso hanno iniziato a reagire mostrando spread maggiori. Sebbene sia difficile isolare il contributo esatto di tale singolo aspetto nell’ambito del rendimento obbligazionario complessivo, si possono individuare alcune tendenze comuni.
Un esempio degli effetti negativi sono le utility con un coefficiente di debito nella norma e un flusso di cassa regolare. Anche altre società (per esempio nel settore energetico) con una leva finanziaria netta (debito netto rispetto al valore azionario della società) comparabilmente più alta hanno iniziato a mostrare spread più ampi perché hanno dovuto impegnare una quota maggiore del proprio flusso di cassa per pagare tassi di interesse più alti sul proprio debito.
Sul fronte opposto, le società operanti nel settore della tecnologia e dei consumi ciclici sono state colpite negativamente solo in maniera molto marginale, poiché tendono ad avere molta liquidità disponibile, debito contenuto e solidi livelli di flussi di cassa.
Tuttavia, ci sono state anche società che hanno tratto vantaggio dal rialzo dei tassi: un esempio è quelle delle società del settore assicurativo, per le quali era attesa una migliore redditività poiché avrebbero potuto reinvestire la loro massiccia quantità di asseta tassi più alti. Anche per quanto riguarda i finanziari, i tassi più alti sono stati visti come fonte di profitto perché permettono a tali società di effettuare prestiti a migliori condizioni e ampliare i propri margini. Le statistiche mostrano che tutti i settori si sono adattati al nuovo contesto macroeconomico caratterizzato da un rialzo dei tassi di interesse e hanno continuamente diminuito la leva netta sin dal primo rialzo dei tassi.
La maggior parte delle volte in cui i tassi di interesse aumentano negli Stati Uniti, gli spread delle obbligazioni societarie tendono a scendere, segnale che l’economia sta migliorando. Come è successo nel 2017. Quest’anno, poiché la Federal Reserve ha continuato ad aumentare i tassi d’interesse, dato che la crescita degli Stati Uniti è rimasta solida, il credito Usa ha nettamente sottoperformato. I principali fattori trainanti sono state le preoccupazioni degli investitori riguardo alle controversie commerciali statunitensi, un possibile rallentamento della crescita globale, combinato con un livello relativamente elevato di leva finanziaria dopo anni di riacquisti di azioni e di attività di M&A. Ciò si riflette anche nella sottoperformance dei settori ciclici (Auto, Capital Goods, Basic Industrials).
Dopo un ottimo anno nel 2017 e un 2018 impegnativo, gli spread di credito delle investment grade statunitensi sono tornati ai livelli di inizio 2017. Tuttavia, i rendimenti societari assoluti si attestano al 4,35% al momento (o l’1% in più). In siffatto scenario, è probabile che il credito Ig possa sovraperformare (i treasury) se le preoccupazioni macroeconomiche sopra menzionate dovessero dissiparsi.