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Risparmio: la consulenza finanziaria leva per il futuro
L’inflazione riduce il potere d’acquisto di chi lascia i risparmi sui conti. Una gestione attiva nell’ultimo decennio avrebbe generato fino a 190 miliardi in più. L’Italia è leader in Europa, con una rete diffusa che assiste oltre metà dei cittadini. Democratizzazione dell’accesso alla consulenza.

La consulenza finanziaria diventa sempre più strategica per la valorizzazione del risparmio degli italiani, soprattutto in vista del più grande passaggio generazionale di ricchezza (3mila miliardi di euro) atteso nei prossimi venti anni. Uno studio di Assoreti-TEHA evidenzia il ruolo centrale delle Reti di consulenza nel supportare la crescita economica del Paese, grazie a un modello professionale e innovativo che protegge i patrimoni dei cittadini, stimola gli investimenti e accompagna le famiglie nella gestione delle loro risorse in un contesto socioeconomico e demografico complesso. L’Italia si avvicina a una fase cruciale da questo punto di vista. È in questo scenario che l’approccio consulenziale si rivela fondamentale per permettere di trasformare il risparmio in una leva concreta per lo sviluppo economico, proteggendolo da dinamiche avverse come l’inflazione e la stagnazione dei mercati.
L’aiuto di esperti nella gestione delle proprie finanze
Nell’ultimo decennio, chi ha lasciato la liquidità ferma sui conti correnti ha visto ridursi il proprio potere d’acquisto di circa il 15% a causa dell’inflazione. Al contrario, una gestione attiva e professionale avrebbe potuto generare fino a 190 miliardi in più, se tutti i depositi del 2013 (1.200 miliardi) fossero stati investiti. Questo dato mostra come l’investimento consapevole, guidato dai consulenti, sia l’unico modo efficace per tutelare il patrimonio personale e familiare. La consulenza diventa quindi non solo utile, ma necessaria. A fianco dei risparmiatori c’è una rete capillare di esperti e - con 36mila consulenti finanziari attivi con mandato - l’Italia è leader europeo per densità di consulenti in rapporto alla popolazione (1 ogni 2.051 abitanti). Inoltre, il 57% degli italiani si affida regolarmente a un consulente, contro il 51% in Spagna, il 49% in Francia e il 42% in Germania.
Il boom della raccolta netta delle Reti
I dati riflettono l’efficacia di un sistema fondato su competenze, fiducia e innovazione. Rispetto al pensiero comune, la consulenza non è riservata solo ai grandi patrimoni: il 75% dei clienti delle reti ha meno di 100mila euro di patrimonio investito. Sono tutti fattori che hanno contribuito alla forte crescita registrata dalla consulenza: dal 2013 al 2023, la raccolta netta delle reti è stata di 452 miliardi, superando la Germania (440 miliardi) e insediando l’Italia al primo posto in Europa. Nel patrimonio gestito, si è passati da circa 430 a oltre 900 miliardi, il 23% della ricchezza delle famiglie italiane. Questo sviluppo è stato reso possibile da una profonda trasformazione interna: i consulenti operano più in team multidisciplinari, in grado di offrire servizi integrati che vanno oltre la mera gestione finanziaria, dalla fiscalità alla previdenza, alla gestione immobiliare e al passaggio generazionale.
L’innovazione per rispondere alle prossime sfide
Il cambiamento demografico nel Paese impone un’urgente riflessione sulla gestione dei patrimoni. L’invecchiamento della popolazione e la riduzione della base lavorativa attiva renderanno il passaggio generazionale una sfida economica e sociale prioritaria. Per questo il settore si sta rinnovando: negli ultimi cinque anni i consulenti under 30 sono quasi triplicati e i clienti under 45 rappresentano il 30% del totale (1,4 milioni): +17,6% dal 2020. Inoltre, tra i clienti cresce la presenza femminile, a dimostrazione di una maggiore consapevolezza finanziaria anche tra segmenti della popolazione prima meno coinvolti. In questo quadro, il consulente non è più solo un gestore di investimenti, ma può essere un alleato di fiducia per la pianificazione dell’intero ciclo di vita patrimoniale. Nel frattempo, nel Paese crescono lentamente l’educazione finanziaria e la cultura del risparmio.
Verso una consulenza finanziaria personalizzata e digitale
Secondo ricerche internazionali, infatti, l’Italia si colloca sotto la media OCSE per alfabetizzazione finanziaria, con ampie fasce della popolazione che non conoscono concetti di base come inflazione, diversificazione o rischio di mercato. In questo contesto, i consulenti non svolgono solo un ruolo tecnico, ma anche culturale: educano i clienti, li aiutano a comprendere il valore del risparmio attivo, li aiutano nelle scelte strategiche e li preparano a un rapporto più maturo e responsabile col proprio patrimonio. Le reti, inoltre, stanno investendo in formazione e comunicazione per promuovere un nuovo approccio, soprattutto tra le giovani generazioni. È significativo il fatto che il segmento under-45 stia crescendo e che si stia affermando una nuova domanda di consulenza personalizzata e digitale. Il trend suggerisce un cambio di mentalità che potrà rafforzare l’intero sistema Paese.
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