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Smart city, un investimento per i prossimi decenni
Più che una categoria di fondi comuni, gli strumenti che investono su smart city sono un insieme composito di settori che punta sugli enormi cambiamenti che sono previsti in tutto il mondo nei prossimi decenni. Con l’espressione smart city si intende un ombrello molto vasto di tecnologie, che essenzialmente dovrebbero rivoluzionare la maniera in cui abiteremo nelle città del futuro. L’importanza di questo tema è testimoniata anche dal fatto che società come Pictet, Dws, Legg Mason e diverse altre leader mondiali dell’asset management hanno già da tempo fondi che sono dedicati esclusivamente a questo tema.
Nei prossimi decenni miliardi di persone, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, si muoveranno da piccoli centri a città destinate a diventare sempre più enormi e sempre più vitali dal punto di vista economico. Questo modello, però, con i paradigmi del passato non appare sostenibile: per avere un'idea dello sforzo titanico da compiere basta osservare quanto è successo in Cina negli ultimi decenni. Attualmente circa il 57% della popolazione della seconda economia del pianeta è classificata come urbanizzata, in megalopoli che presentano problemi di viabilità, qualità della vita e inquinamento non certo da poco.
Ma questi cambiamenti di paradigma non sono solo portati dagli emergenti: anche nelle economie più avanzate vi è moltissimo da fare e tutti sottolineano la necessità di mutamenti strutturali di portata storica. Infatti nei centri urbani dove tuttora si concentra la maggior parte della ricchezza planetaria spesso si deve affrontare il problema di infrastrutture cadenti, non rinnovate da decenni e foriere di sprechi immensi.
Oggi per la prima volta nella storia già oltre la metà degli abitanti del globo vive in città, una cifra destinata a salire al 70% a metà secolo. Gli agglomerati urbani oggi producono l'80% del Pil planetario, ma sono anche responsabili del 70% delle emissioni: se vogliamo perseguire in maniera seria gli obiettivi di sostenibilità elaborati in questi anni, ripensare il modo di vivere urbano sarà una questione chiave
A ogni livello, infatti, la ricchezza prodotta dai poli cittadini si correla con un uso smodato di risorse naturali, energetiche, idriche, minerarie e agricole. Il campo di investimento è molto vasto e potenzialmente va a coprire una quota molto rilevante dei mercati quotati. Pensiamo, ad esempio, a tutto ciò che compone la filiera dell’internet of things, comparto che dovrebbe nei prossimi anni costituire uno dei pilastri per segmenti dell'It quali i microchip e i sensori. È indubitabile che le infrastrutture urbane del futuro dovranno incorporare una quantità enorme di tecnologia a cominciare dalle reti di telecomunicazione 5g (e quelle successive) per assicurare la trasmissione dei dati.
Un money manager che gestisce un fondo di questo tipo può investire in tutte le aziende che operano e traggono profitto dal trend di urbanizzazione globale, che negli ultimi anni ha visto una forte accelerazione e che è tuttora in corso. Pertanto nei portafogli è possibile trovare società il cui core business è incentrato sullo sviluppo immobiliare, sui mezzi di trasporto innovativi, sulla costruzione e gestione delle infrastrutture e nel campo dell'uso sostenibile delle risorse energetiche.
Chiaramente si tratta di uno sforzo finanziario enorme, che richiederà l’uso di capitali sia pubblici, sia privati. E su questa base, nell'attuale scenario finanziario, dominato da rendimenti relativamente più contenuti per gli investimenti tradizionali e da un'incertezza sempre maggiore sulla durata dell'attuale ciclo, gli investitori con un'ottica di lungo periodo possono continuare a guardare a questo segmento come a un produttore di stabili flussi di cassa, con in più il potenziale di guadagni in conto capitale. Non a caso sta arrivando da parte delle grandi case di investimento un’offerta sempre più consistente e gli investitori dovranno per forza di cose prendere posizione su questo fenomeno che dovrebbe influenzare l’industria del risparmio per interi decenni.