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Bce: economia in frenata nel secondo trimestre
Gli esperti della Bce, a causa dell’inflazione e della guerra in Ucraina, hanno corretto in calo le stime del Pil dell’area, al 2,8 per cento per quest’anno e al 2,1 nel 2023 e nel 2024. Hanno altresì rivisto al rialzo le stime per l’inflazione, rispettivamente al 6,8, al 3,5 e al 2,1 per cento.
Secondo trimestre sottotono per la congiuntura dell’Eurozona, chiamata a fronteggiare sia la sfida posta dall’impennata dell’inflazione, sia le incertezze legate al conflitto in Ucraina. Dopo il brillante comportamento (superiore alle attese) registrato nei primi tre mesi, con il Pil cresciuto dello 0,6%, collocandosi quindi su un livello superiore dello 0,8% rispetto a prima della pandemia, la crescita economica ha tirato il freno. È quanto si legge nel recente bollettino della Bce secondo cui, nonostante il suo ritmo sia stato modesto tra aprile e giugno, la crescita economica dell’area riacquisterà slancio nel corso dell’anno. Nel dettaglio, le proiezioni macro degli esperti dell’Eurosistema, anticipano una crescita annua del Pil in termini reali del 2,8% per quest’anno e del 2,1% nel 2023 e nel 2024. Rispetto a marzo, queste prospettive sono state riviste significativamente al ribasso per il 2022 e il 2023, ma al rialzo per il 2024.
L’inflazione è la principale preoccupazione
L’incognita principale è l’inflazione, che il Consiglio direttivo è impegnato a far ritornare sul target del 2% a medio termine. Da maggio le pressioni sono lievitate significativamente a causa dei rincari dei beni energetici e alimentari e per l’impatto della guerra, poi allargatesi a molti beni e servizi. Per questo la Bce ha corretto al rialzo lo scenario di base sull’inflazione che, sottolinea, rimarrà per qualche tempo su livelli elevati. Le nuove stime (tutte riviste al rialzo) vedono l’inflazione al 6,8% per il 2022, al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024, valori superiori a quelli riportati nell’esercizio di marzo. Alla fine dell’orizzonte di proiezione, pertanto, l’inflazione complessiva dovrebbe collocarsi lievemente al di sopra dell’obiettivo Bce. Un rientro cui contribuirà, secondo il report, la moderazione del costo dell’energia, l’attenuarsi dei problemi dell’offerta legati al Covid e la normalizzazione della politica monetaria.
Gli effetti della guerra sui prezzi
Altro fattore che continua a gravare sull’economia europea e oltre i suoi confini è, scrive la Bce nel bollettino, "l’ingiustificata aggressione della Russia all’Ucraina". La guerra, in particolare, sta determinando interruzioni degli scambi e carenze di materiali, oltre a contribuire alle elevate quotazioni di beni energetici e commodity. Questa situazione continuerà a pesare sulla fiducia e a frenare la crescita, soprattutto nel breve periodo. Tuttavia, come accennato, secondo gli esperti dell’Eurosistema, ci sono i presupposti perché l’espansione economica proceda, grazie alla riapertura in atto dell’economia, alla solidità del mercato del lavoro, al sostegno di bilancio e ai risparmi accumulati durante la pandemia. Una volta venute meno le attuali circostanze avverse, l’attività economica dovrebbe tornare ad accelerare.
La Bce prepara due rialzi dei tassi, a luglio e a settembre
Per questo motivo il Consiglio direttivo, pur confermando che manterrà gradualità, flessibilità, ricorso ai dati e apertura alle opzioni nella conduzione della propria politica monetaria, ha deciso di porre fine agli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) dal primo luglio. L’intenzione è di reinvestire comunque tutto il capitale rimborsato finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità. L’obiettivo, riporta il bollettino, è quello di innalzare i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base in occasione della riunione di politica monetaria di luglio e ne prevede un altro per la riunione di settembre. Certamente, precisa, la calibrazione di questo rialzo dipenderà dall’aggiornamento delle prospettive di inflazione a medio termine: qualora permangano invariate o si deteriorino, a settembre sarà opportuno un incremento superiore.