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Borsa: il 2019 ha premiato chi ha investito in azioni
Il 2019 è stato un anno fruttuoso per i risparmiatori del mercato azionario, nonostante i dubbi sul quadro economico globale e altre preoccupazioni. L’allentamento del costo del denaro ha impedito, infatti, la recessione dell’economia e ha dato sostegno all’attività industriale.
Il 2019 per i risparmiatori che hanno investito sul mercato azionario è stato molto proficuo: hanno portato a casa un guadagno tutt’altro che prevedibile nella prima parte dell’anno, che era caratterizzata da diverse incognite: i dubbi sul quadro economico globale, le schermaglie sul fronte commerciale tra Cina e Stati Uniti, le eventuali ripercussioni (imponderabili) di una Brexit senza accordo.
Una situazione che rischiava di avvitarsi su se stessa senza l’intervento, accomodante, delle Banche Centrali. L’allentamento del costo del denaro adottato – in primis dalla Bce e dalla Fed – ha impedito, infatti, la caduta in recessione dell’economia e dato sostegno all’attività industriale. Un aiuto non di poco conto per alimentare i rendimenti azionari.
Piazza Affari scrive una delle migliori performance
I numeri che ha scritto a bilancio Piazza Affari, come emerge dal rapporto periodico di Assosim, rivelano la brillante performance: rispetto alla chiusura del 2018 l’indice FTSE Mib ha guadagnato il 28,3%, il FTSE Italia Star il 28,0% e il FTSE Italia PIR MidCap il 21,90%.
In altre parole, la Borsa italiana si colloca tra le migliori per quanto riguarda i margini conseguiti dal portafoglio azionario, considerato che lo scorso anno l'azionario globale ha registrato un rendimento del 27,7% (per quanto riguarda l’indice MSCI World), con le azioni statunitensi che hanno performato leggermente meglio (+30,2% per S&P 500), mentre quelle giapponesi e britanniche sono risultate più indietro rispetto ai guadagni della Borsa italiana (+23,8% il Nikkei 225 e +16,3% l’FTSE 100).
Si concentra l’attività nel mercato MTA
L’analisi rivela come, anche nel 2019, sia proseguita “lenta e inesorabile la concentrazione del mercato MTA gestito da Borsa Italiana: se nel 2007 (anno di entrata in vigore della direttiva Mifid1) i primi 10 intermediari Assosim rappresentavano il 54% dei controvalori scambiati in conto terzi, nel 2019 questa percentuale ha raggiunto quasi l’80%”. Nel frattempo è stata registrata una “drastica riduzione” del numero degli intermediari negoziatori, che può essere spiegata con i costi crescenti dell’attività, che richiede – tra l’altro - forti investimenti IT e, di riflesso, soglie dimensionali idonee a consentire adeguate economie di scala. A ciò si aggiungano i costi elevati dei market data, nonché i bassi ritorni unitari dell’attività di trading.
Bilancio positivo anche per obbligazionario e derivati
2019 è risultato positivo anche per l’obbligazionario, mercato cui gli investitori sono tornati a guardare – soprattutto nell’ultima parte - quando sono svaniti i timori legati al paventato rialzo dei tassi Usa e all’incertezza sulla Brexit. Gli investitori, confortati anche dalla ripresa del ‘quantitative easing’ della Bce, hanno riacquistato fiducia e ripreso a investire sui titoli italiani a reddito fisso che, per altro, garantiscono ancora un rendimento interessante sulle medie scadenze. È stato buono anche l’andamento per alcuni contratti negoziati sull’IDEM (derivati): Stock Futures e Stock Dividend Futures hanno presentato una crescita del numero dei contratti standard, rispettivamente, del 23,24% e del 120% (+15,27% il progresso dell’intero mercato IDEM).
La classifica guidata da FINECOBANK e BANCA IMI
Secondo il rapporto di Assosim, dalla classifica "Azioni" si evidenzia la prima posizione di FINECOBANK, con una quota di mercato del 27,04%. Al secondo posto si è piazzata BANCA IMI, con una quota del 10,99%. Subito dietro BANCA AKROS, con una quota del 9,82%. Nella classifica per numero di operazioni, FINECOBANK evidenzia una quota di mercato del 23,11%, BANCA IMI del 13,86% e BANCA AKROS del 10,07%.
Dalla classifica “Bonds” emerge che la prima è di BANCA AKROS, con una quota di mercato del 19,67%, seconda BANCA IMI con una quota di mercato del 19,34% e terza INVEST BANCA con una quota di mercato del 12,67%. Nella classifica per numero di operazioni, BANCA IMI ha una quota di mercato del 24,73%, BANCA AKROS del 18,77% e UNICREDIT BANK AG del 9,67%.
Controvalore scambiato in calo del 12,63%
Nel 2019 il controvalore totale degli scambi sul mercato azionario di Borsa Italiana è stato di 547 miliardi di euro, in calo del 12,63%. Il numero dei contratti scambiati, pari a 64 milioni, è diminuito del 9,68%. In crescita la concentrazione del trading sul mercato azionario gestito da Borsa Italiana sui titoli del FTSE MIB: rispetto all’anno precedente, la percentuale degli scambi sul principale indice è stata dell’89% (88,7%). Sul mercato AIM Italia, i controvalori scambiati sono cresciuti del 19,25%: complessivamente sono stati scambiati circa 3 miliardi di euro di controvalore, a fronte di circa 800 mila contratti (+56,13%). Sul MOT i controvalori scambiati sono aumentati del 12,14%, con circa 189 miliardi di euro di scambi e quasi 4 milioni di contratti.