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Confcommercio: tredicesime più basse ma c’è voglia di reagire
L’ammontare delle tredicesime quest’anno sarà inferiore del 4,8% a causa del calo di occupazione e CIG. La quota destinata ai consumi è in calo del 12% e ci saranno meno regali di Natale. Gli italiani hanno tuttavia voglia di reagire e sono pronti a spendere le risorse accumulate nel lockdown.
Le prossime feste natalizie porteranno i segni della pandemia, ma tra gli italiani c’è grande voglia di reagire alla crisi e all’emergenza sanitaria. È quanto emerge dalla più recente ricerca di Confcommercio, secondo cui quest’anno le tredicesime saranno più leggere e questo, insieme all’incertezza economica prospettica e alle restrizioni derivanti dalle misure di contenimento del contagio, frenano i consumi delle famiglie: stimati per dicembre in calo del 12% rispetto all’anno scorso. Per le restrizioni di movimento e degli incontri, è prevista in forte riduzione anche la quota di coloro che faranno regali: da quasi l’87% del 2019 a poco più del 74% di quest’anno.
Cifra più bassa per i regali di quest’anno
Ma, come detto, la voglia di reagire alla crisi c’è: chi può, spenderà per i regali una cifra solo un po’ più bassa di quella dello scorso anno (164 euro a testa conto i quasi 170 del 2019). Sembra delinearsi una situazione in cui la macroeconomia pesa sulle spese di dicembre e sul Natale, ma non intacca il desiderio di reagire, durante le festività, alle avversità che accompagnano gli italiani ormai da quasi un anno. Infatti dicembre, che per consumi ‘di regali’ vede ridursi il suo valore da 81 a 73 miliardi, resta comunque il mese più importante dell’anno. E, secondo la ricerca, potrebbe valere ancora di più se ci fossero condizioni più favorevoli di contesto e di fiducia.
La spesa con le risorse accumulate durante il lockdown
Infatti, sottolineano in Confcommercio, molti italiani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo. I risparmi detenuti in forma liquida sono cresciuti nel frattempo di 80 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019. Nel complesso, dunque, il mese di dicembre sarà caratterizzato da una reazione vitale per l’oggi e da una promessa per il futuro: come già abbiamo visto nel corso del terzo trimestre dell’anno (reazione tecnica dopo un primo semestre fortemente condizionato), le famiglie sono pronte a fare la loro parte, quando la fiducia migliorerà.
Valore economico del mese di dicembre
Nel 2019 il mese di dicembre valeva 110-115 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi, ecc.), pari a circa 81 miliardi per le sole spese commercializzabili, cioè alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici, computer, cellulari e comunicazioni, libri, ricreazione, spettacoli e cultura, giocattoli e cura del sé, alberghi, bar e ristoranti. Quest’anno questa spesa (fortemente correlata al benessere economico delle famiglie) è destinata scendere di quasi il 10% a circa 73 miliardi di euro. Nonostante questo dicembre resti comunque il mese più importante, mentre cresce novembre grazie al complesso di eventi legati al Black Friday.
Tredicesime e sentiment delle famiglie
L’ammontare delle tredicesime quest’anno è inferiore del 4,8% annuo, soprattutto a causa del calo di occupazione e CIG. Di conseguenza, stima Confcommercio, anche la quota di tredicesima destinata ai consumi è in calo di circa il 12% con una riduzione di spesa per famiglia dell’11,1%, a 1.334 euro da 1.501 euro del 2019. Solo il 74,2% dei consumatori effettuerà regali in vista del Natale, la percentuale più bassa dall’inizio di questa rilevazione (l’anno scorso erano l’86,9%), ma è evidente l’eccezionalità della situazione dovuta alla pandemia. Così come, del resto, si registra la più alta percentuale di persone che prevede un Natale molto dimesso (84,5% contro il 68,7% del 2019).
Dal 2019 osservata tenuta del reddito
Quest’anno per i regali gli italiani spenderanno 7,3 miliardi (-18%). In termini pro capite, spenderanno 164 euro, -3,5% rispetto al Natale 2019. Dal 2019, a fronte del crollo del Pil e dei consumi, si osserva una tenuta del reddito (sostenuto prendendo risorse dal futuro) e una crescita del risparmio precauzionale e forzoso, soprattutto negli ultimi 6 mesi. Cosa che rappresenterebbe un buon presupposto “teorico” per incrementi di spesa a dicembre. Ma a condizione che migliori la fiducia e si trovino opportunità oggettive di spesa. Da parte delle famiglie c’è, insomma, voglia di reagire, nonostante lo scenario attuale si configuri come quello con la più grave crisi dal dopoguerra.