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Fondi: raccolta in negativo anche nel terzo trimestre
Terzo trimestre negativo per l’industria del risparmio, che chiude con deflussi per 15,19 miliardi. I fondi aperti, dove sono più presenti gli investitori retail, sono quelli che registrano i deflussi maggiori. Bene l’obbligazionario, soprattutto per l'innovazione di prodotto dei fondi italiani.
I dati relativi al terzo trimestre dell’andamento dell’industria del risparmio gestito tradiscono il crescente clima d’incertezza che c’è stato. In questo periodo, infatti, i mercati sono stati costretti a fare i conti col rallentamento della crescita economica (sia interna sia a livello globale), con una situazione geopolitica sempre più tesa (e che ancora non sconta l’attacco sferrato da Hamas a Israele il 7 ottobre) e con gli effetti dell’alta inflazione e dei tassi più alti sulle capacità di reddito delle famiglie e, quindi, sui loro margini di risparmio. Tutti fattori di un quadro con contorni alquanto precari e che, alla fine, hanno spinto gli investitori a ripensare le strategie da adottare nei portafogli. Nel frattempo, così, ha preso il sopravvento un asset conservativo come l’obbligazionario a scapito di strumenti considerati più rischiosi (come i fondi azionari).
Deflussi per 15,2 miliardi tra luglio e settembre
La mappa trimestrale diffusa da Assogestioni conferma, di fatto, la frenata anticipata dalle tre letture mensili: tra luglio e settembre la raccolta netta è negativa per 15,19 miliardi di euro, che portano i deflussi complessivi accumulati da gennaio a -34,29 miliardi. Il patrimonio gestito si è attestato a 2.224 miliardi, in calo del 2,33% dai 2.277 miliardi di fine giugno. Nel trimestre le uscite hanno interessato tanto le gestioni di portafoglio, dove si sono mantenute sostanzialmente in linea rispetto al secondo trimestre (-9,04 miliardi dopo -9,45 miliardi), quanto le gestioni collettive, dove però sono letteralmente lievitate a 6,14 miliardi di euro dai -2,59 miliardi accusati in aprile-giugno. Di riflesso, nei portafogli le gestioni di portafoglio hanno perso peso specifico (al 46,9% dal 47,2% del trimestre precedente) a favore delle gestioni collettive (salite al 53,1% dal 52,8%).
Raddoppiano le uscite dai fondi aperti
I deflussi hanno interessato principalmente i fondi aperti (-7 miliardi, dopo i -3,3 miliardi del secondo trimestre, per un saldo da gennaio di -13,98 miliardi) e le gestioni di prodotti assicurativi (rispettivamente -7,8, -7,55 e -22,78 miliardi). Il direttore dell’Ufficio Studi di Assogestioni, Alessandro Rota, ha rilevato che i fondi aperti, che è la classe di prodotto dove è maggiore la presenza degli investitori retail, hanno subito un duplice impatto negativo: oltre alla raccolta, hanno scontato l’effetto mercato (-1,6%), che ha sottratto circa 18 miliardi alle masse, scese di 25 miliardi in questa categoria. Lo spaccato rivela come i bilanciati e flessibili abbiano registrato uscite della stessa entità rispetto al trimestre precedente e pari rispettivamente a -4,3 e -6,4 miliardi. Gli azionari sono passati in negativo per la prima volta quest’anno: -1,7 miliardi.
L’obbligazionario conferma il ruolo di porto sicuro
Il trimestre, comunque, non è stato totalmente negativo. La nota positiva arriva dagli afflussi che si sono diretti verso i fondi obbligazionari: pari a +4,5 miliardi di euro che, assieme ai +8,68 miliardi del secondo trimestre, portano a 16,19 miliardi di euro le sottoscrizioni consolidate complessivamente dall’inizio dell’anno. A loro favore ha giocato soprattutto l’innovazione di prodotto dei fondi targati Italia e, in particolare, di quelli a scadenza. Invertono la rotta anche i fondi monetari, che chiudono il trimestre con +933 milioni di euro (dopo i -1,67 miliardi in aprile-giugno), anche se scrivono un bilancio negativo per i primi nove mesi (-1,95 miliardi). Continuano a viaggiare sempre su un terreno negativo invece sia i bilanciati (-4,3 miliardi nel terzo trimestre per un saldo da gennaio di -11,79 miliardi), sia i flessibili (-6,35 miliardi e -17,77 miliardi da gennaio).
La zavorra dei prodotti assicurativi
Per il terzo trimestre Rota segnala la raccolta positiva dei fondi di diritto italiano (+849 milioni di euro) che, sommando questo dato ai fondi costituiti da gestori italiani all’estero, o round trip, diventa -3,2 miliardi, una cifra vicina ai -3,8 miliardi dei fondi esteri puri. Infine, il quadro del terzo trimestre si completa con le gestioni retail, che hanno fatto registrare circa 169 milioni di deflussi, con i fondi chiusi che hanno raccolto 858 milioni in favore prevalentemente di fondi specializzati nell’investimento delle piccole e medie imprese non quotate e con le gestioni istituzionali, in negativo per circa 9 milioni. Tali deflussi, ha sottolineato Rota, sono concentrati nei mandati aventi come sottostante i prodotti assicurativi. Tuttavia, se ci concentriamo sulle gestioni a più lungo termine, notiamo come i mandati previdenziali abbiano raccolto più di 1 miliardo circa.