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Fondi: raccolta netta I semestre migliore dal 2017
Il risparmio gestito chiude il primo semestre con una brillante performance: la raccolta netta ha segnato il miglior risultato dal 2017 e il volume del patrimonio ha aggiornato il record a ridosso di 2.520 miliardi. L’attenzione degli investitori ancora concentrata sui fondi azionari.
Primo semestre 2021 con il vento in poppa per l’industria del risparmio gestito: la raccolta ha superato la soglia dei 51 miliardi di euro, segnando il migliore risultato degli ultimi quattro anni. È quanto emerge dal periodico rapporto redatto da Assogestioni che, dopo il brillante abbrivio visto nei primi mesi dell’anno, ha riscontrato un rallentamento delle sottoscrizioni nel secondo trimestre. Comunque sia, si tratta di un dato che acquisisce maggiore valore se lo si considera alla luce del periodo ancora segnato dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenze sulla scena economica.
A giugno nuovo record storico per le masse gestite
La raccolta netta registrata dal sistema nei mesi aprile-giugno è complessivamente ammontata a 21,46 miliardi di euro, in frenata rispetto ai 29,9 miliardi registrati in gennaio-marzo. Come detto, le sottoscrizioni nette registrate da gennaio a fine giugno sono ammontate a 51,3 miliardi, il migliore dato dal 2017, che si confronta con le uscite nette per 736 milioni di euro accusate nel corrispondente semestre del 2020, vale a dire con i mercati in piena emergenza pandemia. A giugno il patrimonio gestito ha aggiornato il proprio massimo storico, arrampicandosi oltre quota 2.500 miliardi, esattamente a 2.519,82 miliardi: in rialzo del 2% dallo scorso marzo e di ben l’11% rispetto al giugno 2020. A tutto giugno la quota prevalente delle masse (51,2%, contro il 50,3% di marzo) era investita nelle gestioni collettive.
Le gestioni collettive tirano la volata
A fare da traino sono state quindi le gestioni collettive che nel secondo trimestre hanno richiamato flussi netti per 18,3 miliardi (19 nei primi tre mesi), che hanno portato il saldo da gennaio a 38,3 miliardi. La locomotiva, in questo comparto, si confermano i fondi aperti, con una raccolta netta nel secondo trimestre pari a 17,14 miliardi (18,7 miliardi nel primo trimestre), per un totale da gennaio che ammonta a 35,83 miliardi. Segno positivo anche per i fondi chiusi, che nel secondo trimestre registrano flussi netti per 1,16 miliardi, in lieve ribasso rispetto a gennaio-marzo (1,3 miliardi), che portano il saldo dei primi sei mesi a 2,4 miliardi.
Crollano sottoscrizioni nelle gestioni di portafoglio
In maggio-giugno sono invece crollate le sottoscrizioni nette verso le gestioni di portafoglio, a soli 3,16 miliardi dai 9,91 miliardi dei primi tre mesi, per un totale da inizio anno pari a 13,07 miliardi. La parte del leone è sempre dalle GP retail, che chiudono il secondo trimestre con una raccolta netta di 2,83 miliardi, addirittura sopra quanto registrato nei primi tre mesi (2,47 miliardi), per un totale da gennaio di 5,3 miliardi. Segno meno invece per le gestioni patrimoniali previdenziali (-467 milioni a fronte di +717 milioni nei primi tre mesi) e, soprattutto, per le gestioni di prodotti assicurativi, che archiviano il secondo trimestre con deflussi per 938 milioni a fronte di una raccolta netta per 3,02 miliardi del primo trimestre (2,09 miliardi il saldo da gennaio).
Investitori sempre focalizzati sui fondi azionari
L’attenzione degli investitori, per quanto riguarda i fondi aperti, è rimasta focalizzata sui fondi azionari, che registrano nel secondo trimestre flussi netti per 8,41 miliardi, seppur in calo rispetto ai primi tre mesi (13,06 miliardi, per un saldo da gennaio che ammonta a 21,47 miliardi). È aumentata invece la corrente di sottoscrizioni sui bilanciati, che mettono a segno una raccolta netta per 7,74 miliardi rispetto ai +4,3 miliardi dei primi tre mesi, per un totale da gennaio pari a 5,8 miliardi. Segno positivo anche per i flussi sugli obbligazionari (+3,02 miliardi dopo 2,77 miliardi dei primi tre mesi). La fuga dai flessibili nel secondo trimestre è risultata più contenuta, a -918 milioni (dopo -2,75 miliardi nei primi tre mesi), mentre c’è stata una brusca inversione di rotta sui fondi monetari, che archiviano il secondo trimestre con deflussi per 969 milioni dopo flussi netti per 1,4 miliardi nei primi tre mesi.