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Fondo PMI: strategico per il rilancio del Made in Italy
Le PMI italiane sono in crisi per il disinteresse degli investitori, con molte che decidono di uscire dal listino a causa della scarsa performance dei titoli. Il Fondo PMI punta a fermare e a invertire il fenomeno, che ha visto un calo dei volumi e delle valutazioni rispetto alle large cap.
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L’obiettivo di riossigenare il Made in Italy passa dal Fondo PMI, un'iniziativa innovativa di capitale misto pubblico-privato creata per rilanciare le nostre PMI, le piccole e medie imprese italiane quotate. È un fondo di fondi, come spiega Matteo Serio, partner di AcomeA SGR, che mira a stimolare la liquidità e attrarre gli investimenti istituzionali, rafforzando così il settore e, più in generale, il Made in Italy.
Con una dotazione compresa tra 700 milioni e un miliardo di euro, il fondo si propone di sostenere le PMI, contrastare i delisting e incentivare la loro quotazione in Borsa come fonte di finanziamento. L’intervento è, per l’esperto, un passo importante per il rilancio del mercato delle piccole aziende nel Paese, che negli ultimi anni ha visto una crescente disaffezione da parte degli investitori e delle stesse imprese.
Umbrella fund per favorire i flussi
Si tratta della prima iniziativa di questo tipo in Europa e rappresenta, in sostanza, un’umbrella fund che agirà come un catalizzatore sul mercato, favorendo i flussi verso le PMI e alimentando la loro fiducia verso il mercato finanziario (che ha sempre rappresentato un affidabile e potente canale di finanziamento dei loro progetti). Ne scaturirà un importante impatto per l’economia industriale del nostro Paese. Considerata la sua dotazione iniziale già più che significativa e la capitalizzazione totale delle piccole imprese quotate - incluse quelle sull’Euronext Growth Milan (EGM) - si attesta attualmente sui 8-9 miliardi di euro. Senza contare che il fondo, rileva Serio, avrà la possibilità di investire nelle IPO, con un ammontare minimo di 10 milioni per la parte primaria.
La crisi del settore PMI
Gli investimenti del Fondo PMI contribuiranno a rilanciare un mercato oggetto di un generale disinteresse. Sempre più aziende, infatti, deluse dalla debole performance dei titoli, decidono di uscire dal listino, a causa della carenza di flussi di capitale. Questo fenomeno è diventato più evidente nell’ultimo biennio, con imprenditori che hanno visto il valore delle loro aziende scendere anche del 50%, mentre il mercato principale, Piazza Affari, registrava crescite importanti. A partire da febbraio 2023, si è verificato un distacco tra l'andamento delle small cap e delle large cap, con queste ultime beneficiate dal rialzo dei tassi che ha spinto i titoli bancari, mentre le PMI hanno sofferto a causa soprattutto dei deflussi dai PIR e della scarsità di investimenti da parte degli investitori istituzionali, anche italiani.
Il salvagente degli istituzionali per le PMI quotate
Il ritorno degli istituzionali in questo settore potrebbe, secondo Serio, aiutare a fermare – e auspicabilmente invertire - il fenomeno dei delisting delle PMI quotate. In vari contesti è stata evidenziata la forte correlazione tra la performance degli indici che comprendono le PMI e i flussi di capitali (con valutazioni che spesso non rispecchiano il loro reale valore economico). Pertanto, l'intervento del Ministero dell'Economia e delle Finanze, tramite Cdp, (abbinato a quello privato) potrebbe essere determinante per il futuro di questo segmento, che attualmente presenta volumi medi molto più bassi rispetto a quelli del principale indice di Piazza Affari: circa 137 milioni per le mid cap, 27 milioni per le small cap e 7 milioni per l’EGM, contro i 2,5 miliardi di euro del Ftse Mib. Numeri che sottolineano, ancora, le difficoltà delle PMI.
Verso la valorizzazione del mercato dei capitali
È chiaro, secondo Serio, che nelle istituzioni sia cresciuta una comprensione più profonda della fondamentale funzione del mercato dei capitali, che non è solo una piazza per scambiare titoli ma è anche un canale cruciale per finanziare l’economia reale. Questo mercato, infatti, offre alle imprese un'alternativa importante al credito bancario, permettendo di accedere a risorse necessarie per crescere, innovare e competere. Il Fondo PMI, in questo contesto, riveste un'importanza notevole, ma è solo un primo passo di un processo che potrebbe vedere altri sviluppi. Ad esempio, un potenziamento degli studi e delle analisi sulle PMI quotate, o la creazione di un market maker dedicato alle piccole e microimprese, potrebbero essere i successivi stadi di iniziative strutturate per rendere il mercato delle PMI più robusto e attraente.
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