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Gli investitori italiani? Prudenti, impazienti e precipitosi
Gli investitori italiani quando non vedono i rendimenti a stretto giro cambiano la loro strategia. Non guardano sul lungo periodo e non riescono a mantenere la linea consigliata dagli esperti. Il quadro, però, non è molto distante da quello degli altri Paesi europei.
Gli investitori italiani sono prudenti, impazienti e, nello stesso tempo, anche precipitosi: a ogni ‘stormire’ dei mercati cambiano in corsa la loro strategia. Si comportano allo stesso modo, soprattutto i Millennial, quando non vedono i rendimenti a stretto giro. Insomma, non guardano sul lungo periodo, incapaci di mantenere la ‘linea’ consigliata dagli esperti, dai gestori. La fotografia, se ci può confortare, non si distanzia comunque molto da quello che succede in altri Paesi sviluppati. È quanto emerge da una ricerca su come si cono comportati gli investitori nella fase di forte volatilità che ha caratterizzato i mercati negli ultimi tre mesi dello scorso anno. L’analisi Schroders Global Investor Study 2019 (condotta su oltre 25mila persone in 32 Paesi), evidenzia come oltre il 64% degli italiani abbia apportato cambiamenti al profilo di rischio dei propri investimenti in risposta diretta all’instabilità, risultando sostanzialmente in linea con l’analoga scelta fatta dal 70% degli investitori globali ed europei.
Scelte meno aggressive rispetto ad altri Paesi
Più in dettaglio, il 36% degli investitori italiani ha dichiarato di essersi spostato su investimenti con rischio inferiore (37% il dato globale, 35% quello europeo) e il 15% di aver allocato parte del portafoglio in liquidità (21% a livello globale, 18% in Europa), alla luce delle molte variabili che si sono succedute nel periodo preso in esame. Dalla ricerca, tuttavia, emerge che solo il 31% si è mosso verso opzioni di livello di rischio elevato, manifestando un comportamento più aggressivo: una scelta fatta invece da quote più rilevati a livello globale (35%) e in Europa (38%). Poco più di un terzo (36%), invece, ha mantenuto invariata la propria posizione (30% sia globale, sia europeo). Lo studio ha per altro evidenziato che gli investitori italiani detengono gli investimenti in media per 2,2 anni, meno della metà del periodo raccomandato (cinque anni) e meno rispetto agli investitori globali ed europei, entrambi con una media di 2,6 anni.
I Millennial italiani più realisti, ma sempre mordi e fuggi
Discorso a parte per i Millennial italiani (18-37 anni), che sono meno pazienti degli investitori più anziani: mantengono le strategie in media per 1,9 anni (al pari della media globale) contro una media di 2,6 dei baby boomer (51-70 anni) italiani (3,7 globale, 3,5 in Europa). Quasi metà (48%) dei Millennial italiani (53% globale, 49% in Europa) ritiene che il pericolo maggiore per i loro investimenti sia non assumere abbastanza rischio per poter raggiungere i propri obiettivi. Tale approccio di breve termine, secondo lo studio di Schroders,può essere dettato dal fatto che gli italiani si aspettano in media un rendimento totale dell’8,1% l’anno per il prossimo quinquennio. Le aspettative sono più contenute rispetto a quelle della media globale (10,7%) ed europea (9%). Cauti quindi, ma più realisti: rispetto agli investitori globali, il rendimento atteso dagli italiani contrasta infatti meno con il calo accusato nel 2018 dalle principali Borse, come l’S&P e il FTSE 100. Il rendimento medio annuale dell’S&P 500 a partire dal suo avvio nel 1957, per fare un esempio, è inferiore all’8%.
Schroder: la chiave è concentrarsi sul lungo periodo
Dal punto di vista geografico, gli investitori nel continente americano hanno le aspettative di rendimento più elevate, al 12,4%, contro il 9% degli europei. Nonostante le aspettative più realistiche, il 50% degli italiani dichiara di non aver ottenuto ciò che desiderava dai propri investimenti negli ultimi 5 anni, in linea con il 51% degli investitori globali e il 52% di quelli europei.In effetti, circa il 7% degli italiani (10% il dato globale, 9% quello europeo) ritiene di non aver mantenuto i propri investimenti abbastanza a lungo. Charles Prideaux, global head of product and solutions di Schroders, ha pronto un consiglio per gli impazienti:“le oscillazioni dei mercati terranno sempre gli investitori sulle spine, ma la chiave è concentrarsi sul lungo periodo. Interrompere e modificare gli investimenti, soprattutto durante le fasi più impegnative dei mercati, si rivela spesso controproducente per i portafogli e conduce alla fine a rendimenti deludenti”. Al contrario, conclude, “è cruciale guardare oltre l’incertezza”.