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Mercati: cambia lo scenario, come trovare nuovi assi?
Nonostante il calo dei rendimenti sulla liquidità, l'investimento sui mercati rimane vantaggioso ma richiede approcci flessibili per sfruttare al meglio le opportunità emergenti. La divergenza economica tra i Paesi offre nuove occasioni, specialmente nei mercati emergenti con politiche ortodosse.
L’accelerazione dei prezzi che ha caratterizzato la fine del 2023 ha spinto diverse classi di asset a livelli che oggi sembrano leggermente elevati, mentre cresce la sensazione che l’economia statunitense stia andando verso un atterraggio morbido. Questa prospettiva, dunque, si riflette ampiamente nelle valutazioni dell’azionario, negli spread creditizi e nell’entità dei tassi che l’obbligazionario sta scontando. Ecco perché, afferma Johanna Kyrklund, group chief investment officer e Co-head of Investment di Schroders, il mazzo di carte dev’essere rimescolato per trovare nuove opportunità. In altre parole, per un investitore è consigliabile ripensare le strategie d’investimento.
Nuovo approccio per la rapidità dei cambiamenti
C’è un altro elemento che suggerisce una modifica dell’approccio avuto finora: è la rapidità con cui i mercati possono cambiare e, soprattutto, le molteplici variabili che la possono dettare e che, al momento, sono difficilmente ponderabili. In particolare, le elezioni che quest’anno si terranno in 40 Paesi e le tensioni geopolitiche (su tutte quelle legate alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente) impongono più flessibilità nelle strategie. L’investimento, secondo Kyrklund, nonostante la diminuzione dei rendimenti sulla liquidità, rimane comunque vantaggioso, anche se oggi – proprio per questi motivi - richiede approcci flessibili per sfruttare rapidamente le opportunità che possono emergere.
In attesa di un segnale da parte della Fed
La divergenza economica tra i vari Paesi, secondo l’esperta, offre all’investitore nuove occasioni, soprattutto nei mercati emergenti che adottano politiche ortodosse. In un contesto segnato dalle ‘3D Reset’ (demografia, deglobalizzazione e decarbonizzazione), anticipare le nuove politiche è necessario e richiede l'abbandono delle vecchie mappe di investimento. Finora il mercato ha viaggiato senza un’idea predominante sulla direzione dei tassi Usa che in Schroders ritengono abbia già raggiunto un plateau. Ebbene, nell’obbligazionario tre mesi sono un periodo lungo, e oggi si trovano in una situazione in cui l’investitore desidera ardentemente scontare un cambio di direzione della Fed.
Un occhio all’inflazione e l’altro al mercato del lavoro
Kyrklund non vede però significativi tagli dei tassi, visti gli elevati livelli di occupazione. Sebbene l'inflazione continui a muoversi nella giusta direzione e la crescita dei salari abbia raggiunto un picco, la Fed ritiene prematuri tagli aggressivi. Di riflesso in Schroders hanno chiuso le posizioni con una duration lunga a favore di posizioni basate sulla maggiore inclinazione della curva, al fine di beneficiare dei tassi più bassi. Nella misura in cui la Fed ponga l'accento sul calo dell'inflazione, e non sulla rigidità del mercato del lavoro, ciò costituirebbe un fattore più rialzista per le azioni che non per i bond, poiché riteniamo ancora basso il rischio di un'imminente recessione Usa.
La divergenza economica è fonte di opportunità
Molti Paesi emergenti hanno realizzato politiche più ortodosse, che consentono ai rispettivi mercati del debito una posizione con margini per altri tagli dei tassi. Questo fa sì, ammette Kyrklund, che in Schroders la propensione al debito dei Paesi emergenti in valuta locale rimanga positiva. La Cina vive un contesto deflativo e il problema della crisi immobiliare. Anche con alcuni positivi segnali nell’export, non può fare affidamento sul mercantilismo, viste le dimensioni della sua economia e il ritorno, in Occidente, del protezionismo. Il Giappone sta implementando politiche di stimolo per la sua storia deflazionistica e l’alto livello di debito potrebbe costituire un ostacolo per la stretta monetaria.
Bene l’Europa, qualche dubbio per gli Stati Uniti
L'Europa, secondo l’esperta, ha un problema di crescita per via dell'invecchiamento demografico e dei costi energetici più elevati rispetto ai competitor, ma vanta un sistema politico relativamente stabile, e le sue politiche fiscali conservatrici forniscono un supporto alle obbligazioni europee. Gli Stati Uniti hanno potuto introdurre politiche di stimolo, grazie alla posizione del dollaro quale valuta di riserva a livello mondiale.Tuttavia, l'eventuale elezione di Trump potrebbe far perdere la pazienza agli investitori, laddove si traducesse in una maggiore sregolatezza fiscale.