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Mercati emergenti: non è oro tutto quello che luccica nel tech

Il mercato dell'intelligenza artificiale, soprattutto a Taiwan e Corea, ha visto guadagni enormi, ma il rialzo è stato trainato da pochi titoli, suggerendo una vulnerabilità nel mercato. Le spese delle big tech per l'IA sono destinate a raddoppiare, ma la loro capacità di generare ritorni rimane incerta.

15/10/2024
mappamondo sospeso su una mappa, con vicino un mouse
Analisi di RBC BlueBay sul mercato dell'intelligenza artificiale

Il boom dell’intelligenza artificiale e le brillanti performance dei titoli azionari collegati hanno attirato l’attenzione degli investitori. Nel settore, la domanda e gli investimenti rimangono solidi: mix che ha fatto da propellente alle quotazioni delle società legate all’IA, soprattutto sulle piazze di Taiwan e Corea. Tuttavia, secondo Guido Giammattei, EM equity portfolio manager di RBC BlueBay, i segnali che stanno arrivando invitano alla cautela, mentre le quotazioni rimangono elevate. Anche perché, spiega l’esperto, la monetizzazione dell'IA è ancora incerta e potrebbe rappresentare un rischio per la sostenibilità degli utili futuri.

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Quotazioni elevate ma non ‘‘folli’’

I Paesi emergenti potrebbero essere in una posizione migliore rispetto a quelli sviluppati, grazie a valutazioni più contenute. In altre parole, sostiene il gestore, i prezzi sono sì elevati ma non sono ‘‘folli’’, anche alla luce del fatto che non sono in vista downgrade sui profitti nel comparto. Non di meno, non si può sottovalutare la correzione che in questo momento stanno descrivendo i mercati. Potrebbe essere un segnale d’allarme. Ricordiamo, a questo proposito, che la bolla delle dot com si è bruscamente interrotta nel marzo del 2000 e le cause precise rimangono un mistero. È stato un evento improvviso e inaspettato.

Ampiezza e rapidità dei guadagni da vertigine

Tuttavia, per Giammattei ci sono quattro elementi che suggeriscono la necessità di essere prudenti, tra cui l’ampiezza e la velocità con cui sono maturati i rialzi. Dall'inizio del 2023, i titoli di Taiwan sono saliti dell'85%, trainati dal 150% guadagnato da TSMC (produttore di chip). In Corea, con SK Hynix, principale fornitore di memoria per le GPU Nvidia, sono saliti del 220%. Negli Usa, Nvidia ha segnato una crescita ancora più impressionante: +800%. Un indice HSBC legato all'IA ha guadagnato il 160% nell’ultimo anno e mezzo, mentre l'MSCI EM Information Technology Index rispetto all'MSCI Consumer Staples Index, ha recentemente superato il picco registrato dal settore IT durante la bolla internet del 1999/2000.

Poche le locomotive

Gran parte della filiera dell'IA è a Taiwan, dove circa l'85% del valore di mercato è legato al settore tecnologico o correlato. Nonostante la recente flessione, Taiwan ha mantenuto il più alto vantaggio rispetto agli altri mercati emergenti negli ultimi 30 anni. Qui i prezzi sono ancora elevati, sia in termini assoluti che relativi. Per l’ampiezza del balzo, bisogna ricordare che lo scorso agosto l'MSCI EM Index ha pagato il 7,7%, il più alto da inizio anno degli ultimi 5 anni, ma con un contributo limitato: solo 3 titoli hanno generato il 70% del rialzo, soprattutto nei settori IA e Internet dell’Asia settentrionale. Negli Usa, solo il 20% delle azioni legate all'IA ha sovraperformato, il dato più basso degli ultimi 20 anni. TSMC, che è il maggiore produttore di chip al mondo, ha raggiunto il 10% del peso dell'MSCI EM Index, la quota più alta per un singolo titolo negli ultimi 25 anni.

La monetizzazione dell’IA resta incerta

La ‘‘monetizzazione’’ dell’IA è importante, ma è un aspetto ancora incerto. Le spese in conto capitale delle big tech Usa – stima Giammattei - sono destinate a un più che raddoppio, passando da 366 miliardi di dollari fino al 2021 a circa 750 miliardi entro il 2025. Tuttavia, è legittimo chiedersi quale ritorno potranno generare tali investimenti. Al momento, queste spese non producono ricavi. C'è poca chiarezza su quanto potranno essere redditizie le nuove soluzioni di IA generativa (GenAI). Inoltre, la ripartizione tra investimenti nell'addestramento dei modelli (con potenziali guadagni futuri) e l'inferenza (che sostiene i profitti attuali) solleva molte domande, lasciando incertezza sugli utili dell'IA.

Settore esposto a pressioni tecniche e a prezzi elevati

Di recente, i titoli high tech hanno subito una lieve correzione, certamente non significativa da cambiare la valutazione generale: il settore IT, e in particolare le azioni legate all'IA, restano comunque esposti a possibili pressioni per fattori tecnici e le valutazioni elevate. Comunque sia, che questa flessione sia l'inizio di un calo più ampio o solo una presa di profitto, i mercati emergenti, secondo il gestore, si troverebbero in una posizione migliore rispetto a quelli sviluppati. Questo perché, spiega, il divario di prezzi tra i mercati tecnologici emergenti e quelli sviluppati è troppo grande per essere ignorato e potrebbe agire come una protezione in caso di ulteriori debolezze o favorire una crescita in un contesto stabile.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati emergenti tech ia intelligenza artificiale
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