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Mercati: gli investitori italiani perdono fiducia nell’economia
Il 71 per cento degli investitori italiani si dichiara poco fiducioso circa la nostra economia, erano al 53 per cento nel quarto trimestre 2021. Dietro al peggioramento ci sono la dinamica dell’inflazione e l’effetto della guerra in Ucraina. La maggioranza prevede un ulteriore peggioramento.
A mettere a dura prova la fiducia degli italiani, che avevano da poco messo alle spalle l’emergenza sanitaria, sono arrivati due ostacoli: la folle corsa dell’inflazione e la guerra in Ucraina. Infatti, nel primo trimestre, il loro sentiment positivo sullo stato di salute della nostra economia è crollato, mentre il quadro geopolitico internazionale è salito al vertice dei timori degli investitori. È questa, in sintesi, la foto scattata dal più recente Retail Investor Beat di eToro, sondaggio su base trimestrale realizzato (dal 10 al 23 marzo) dalla piattaforma di investimento su un campione di investitori individuali in Italia e nel mondo (per un totale di 8.500 in 12 Paesi).
Il 53% prevede un deterioramento nei prossimi mesi
I dati, secondo l’analisi che scaturisce dalla ricerca, rivelano come gli investitori italiani in questi primi tre mesi del 2022 siano nettamente più preoccupati per l’evoluzione della situazione economica. Il 71% si dichiara poco fiducioso circa la nostra economia (erano al 53% nel quarto trimestre 2021), con un 53% che ne prevede un deterioramento nei prossimi mesi (30% nel quarto trimestre 2021). In sintonia lo scenario tracciato a livello globale, con un 74% poco fiducioso (56% nel trimestre precedente) e un 59% preoccupato di un peggioramento nel prossimo futuro (29% in ottobre-dicembre). Nonostante ciò, resiste la fiducia sulle scelte di investimento che, seppur in calo, spunta un solido 62% (78% nel quarto trimestre 2021).
Gravano guerra, economia e inflazione
A preoccupare maggiormente gli investitori italiani è lo sviluppo della situazione geopolitica, come dimostra il fatto che i conflitti internazionali balzano in cima ai rischi percepiti dagli investitori come più pericolosi per i propri portafogli (58%), seguiti dallo stato dell’economia globale (42%). Scende al terzo posto l’inflazione (41%). Secondo Ben Laidler, global markets strategist di eToro, i tragici eventi in Ucraina sono un triplo colpo per gli investitori: portano una combinazione tossica di maggiore incertezza del mercato, più inflazione (tramite la fiammata dei prezzi delle commodity) e minore crescita economica. Anche se la storia mostra che la geopolitica spesso non ha un impatto duraturo sui mercati globali, i timori in questo senso hanno registrato una significativa impennata.
I fondamentali restano comunque solidi
Piuttosto, secondo gli esperti, ci si dimentica che i fondamentali rimangono solidi, con i profitti delle aziende attesi in aumento, le economie che si stanno riaprendo dopo la pandemia, le valutazioni dei mercati azionari ora più convenienti, e i mercati che ora si aspettano pienamente che le Banche centrali aumentino i tassi di interesse in modo significativo. Secondo Laidler, i più tolleranti al rischio, gruppo che include molti investitori più giovani con un tempo significativo alla pensione, dovrebbero ricordare la massima "essere avidi quando gli altri sono timorosi", il che significa che gli investitori possono spesso beneficiare del pensiero 'contrarian' in tempi di crisi. Guardando ai dati relativi alle scelte di investimento, cambiano le priorità per il prossimo trimestre. Tra i comparti ritenuti di maggiore interesse per il 47% del campione è il settore energetico, che scalza il settore tecnologico (32%). A chiudere il podio è il comparto dei materiali (30%).