- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Mercati: la reazione dopo la vittoria di Trump
Le criptovalute in rialzo, grazie al supporto di Trump per le valute digitali. Il suo sostegno, perché promuovono l’innovazione e la competitività, portando gli investitori a considerare le criptovalute una nuova asset class. La minaccia dell’inflazione spinge al rialzo i rendimenti dei Treasury.
Le presidenziali statunitensi hanno riaperto le porte della Casa Bianca a Donald Trump. Il suo successo è andato ben oltre le previsioni, col partito repubblicano che ha riconquistato la maggioranza al Senato. Un risultato che - rafforzato dal controllo anche della Camera – dà mano libera alla nuova Amministrazione per varare la propria agenda economica, commerciale e politica. Un risultato, secondo le prime analisi degli esperti, che cancella le incertezze che c’erano alla vigilia e che, pur tenendo conto dell’emotività che solitamente accompagna la chiusura delle urne, ha ridato slancio ai mercati. La loro reazione, come ci si poteva aspettare, è stata infatti immediata e ha attivato la speculazione che è stata ‘‘dormiente’’ per buona parte degli ultimi mesi.
Dollaro in forte accelerazione
La reazione più evidente è stata quella del dollaro, che ha preso il volo sui rischi di nuove pressioni inflative che possono generare le politiche del tycoon e perché, davanti all’eventuale rimonta dell’inflazione, la Federal Reserve si vedrebbe costretta a rallentare il ciclo ribassista dei tassi d’interesse, se non addirittura a invertirne la rotta. In controtendenza, si è mosso invece il petrolio, nella prospettiva di un aumento dell’offerta a causa della spinta di Trump a nuove trivellazioni. Gli esperti ritengono, tuttavia, che questa sia una reazione emotiva, visto l’orizzonte economico meno ‘‘green’’ rispetto a quello perseguito nei quattro anni passati dall’Amministrazione Biden. Anche l’apprezzamento del biglietto verde sta incidendo negativamente sui corsi del greggio, così come sul prezzo dell'oro.
Le criptovalute sostenute dalla politica dei repubblicani
Spicca anche la fiammata delle criptovalute, con la quotazione di Bitcoin che ha aggiornato il proprio record a 75mila dollari. C’è un fattore che spiega l’interesse su questo fronte: Trump si è detto sempre favorevole alle valute digitali, evitando politiche contrarie che potessero tarpare la crescita di queste tecnologie (che, a suo parere, promuovono l’innovazione e la competitività economica), come avvenuto nel suo precedente mandato. Secondo il tycoon, inoltre, le criptovalute e la blockchain offrono opportunità per migliorare l'efficienza dei pagamenti globali, ridurre i costi delle transazioni e creare nuove forme di capitale. Promuovere il loro utilizzo, secondo gli esperti, ha anche l’obiettivo di dare agli investitori un nuovo asset class da considerare, aumentando così la liquidità e stimolando l'economia.
La Borsa in grande spolvero
Gli investitori tornano anche sull’azionario dopo la netta vittoria di Trump, come conseguenza delle aspettative che la sua Amministrazione possa adottare politiche a sostegno del business: come tagli fiscali, deregolamentazione, incentivi alla crescita economica e stimoli infrastrutturali. Sebbene ci siano anche timori per le politiche commerciali e il protezionismo (lite motive della sua campagna elettorale), l'ottimismo generale sulla crescita economica e sui profitti aziendali in questa fase sta prevalendo, facendo salire i corsi azionari. In fondo, osservano gli esperti, le Borse tendono sempre a rispondere positivamente a situazioni di stabilità politica e ad aspettative di politiche favorevoli agli investimenti.
I rendimenti dei bond tornano a salire
Nel frattempo, sono cambiate le prospettive e anche lo scenario generale del mercato obbligazionario. La minaccia dell’inflazione sta infatti facendo correre anche i rendimenti dei Treasury, dopo che quello del decennale stazionava (fino a metà ottobre) sui minimi dell’ultimo anno. Questo trend, nonostante i previsti tagli dei tassi da parte della Fed (probabili altri due entro la fine dell’anno), sembra destinato a continuare. Il rischio è che, per piazzare le nuove emissioni che saranno necessarie per finanziarie il crescente debito pubblico (anche a copertura delle maggiori spese e dei ‘‘promessi’’ tagli fiscali), Washington sia costretta a pagare un premio di rischio maggiore. Un quadro che, in sostanza, dovrebbe consigliare la Fed a essere molto più cauta nel tagliare.