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Mercati: la sostenibilità, un’opportunità da cogliere nel 2022
La spinta mondiale verso la sostenibilità è destinata a generare un’ondata ancora più importante di investimenti in infrastrutture fisiche, come reti elettriche, autostrade e porti, e nella produzione di beni strumentali. Per gli investitori rappresenta un’opportunità da cogliere nel 2022.
Le politiche ambientaliste che sembrano accomunare molti Paesi nel mondo rappresentano non solo quel rischio inflativo che molti temono, a causa dei grandi finanziamenti che richiederà la svolta green, ma sono anche un’interessante opportunità per gli investitori. Lo sostengono gli esperti di T. Rowe Price - Sébastien Page, Justin Thomson e Mark Vaselkiv - certi che le criticità mostrate dalle catene di approvvigionamento, le infrastrutture fatiscenti, il mostruoso rincaro e la necessità di lungo termine di ridurre le emissioni di carbonio hanno reso oggi la sostenibilità una priorità dell’agenda politica globale. Questo scenario, sostengono, potrebbe stimolare gli investimenti fissi pubblici e privati nel 2022, sostenendo la crescita economica.
Le ampie risorse delle aziende
I progetti sono in fase di ultimazione. Le aziende globali sembrano avere ampie risorse per finanziare gli investimenti fissi, grazie a utili solidi, al contenimento delle spese che sono riuscite a fare durante la pandemia e all’aumento dei prestiti a basso costo. Le disponibilità liquide delle società che fanno parte dell’indice S&P 500, per esempio, alla fine dello scorso settembre ammontavano a quasi 2mila miliardi di dollari. La svolta green, di fatto, potrebbe comportare un cambio di paradigma, tenuto conto che negli ultimi decenni la spesa delle imprese per gli investimenti fissi è stata relativamente contenuta, in parte perché le nuove tecnologie hanno permesso loro di aumentare la produttività e la redditività senza pesanti esborsi di capitale.
I fattori che stimoleranno gli investimenti
La ripresa economica ha stimolato, già durante il 2021, una forte accelerazione ciclica del capex (flussi di cassa per investimenti in attività operative). Adesso, la spinta verso la sostenibilità potrebbe generare un’ondata ancora più importante di investimenti in infrastrutture fisiche (come potrebbero essere reti elettriche, porti, autostrade) e nella produzione di beni strumentali. Nello specifico, Page, Thomson e Vaselkiv hanno individuato quattro i trend che sembrano avere il potenziale per spingere verso un aumento del capex. Al primo posto c’è sicuramente il raggiungimento del target globale di emissioni di carbonio "net zero" entro il 2050, che richiederà ingenti investimenti nei servizi pubblici, nell’automotive e nelle tecnologie green.
Investimenti in infrastrutture, pubbliche e private
Poi c’è l’esigenza di ampliare i porti e le flotte marittime per sostenere le catene di fornitura. La delocalizzazione di tali catene potrebbe far aumentare la domanda di magazzini, trasporti su rotaia e camion, nonché di impianti produttivi sul territorio nazionale. Il terzo fattore è la pressione al rialzo sui salari, che potrebbe produrre un effetto di sostituzione, con le aziende che cercano di rimpiazzare la forza lavoro col capitale (ovvero investimenti in automazione). Le imprese potrebbero ricostituire anche le scorte stimolando nuove capacità produttive. Infine, le autorità sembrano più rilassate su inflazione, spesa, e debito: ciò potrebbe stimolare la spesa per le infrastrutture pubbliche, come il piano da mille miliardi di dollari approvato negli Usa.
Gli effetti sui mercati della svolta green
Tale scenario, secondo gli esperti, potrebbe generare potenziali opportunità nelle Borse e nel mercato del credito nel 2022. In particolare, un boom del capex potrebbe stimolare le vendite e i guadagni dei produttori di beni strumentali, a potenziale vantaggio dei mercati azionari in Germania e Giappone, che vantano alcune delle principali aziende industriali del mondo. Buono anche l’orizzonte delle banche europee, che si sono ritagliate un ruolo di rilievo nel finanziamento di investimenti nel solare, nell’eolico e in altre fonti rinnovabile. Secondo l’analisi, l’aumento dei prezzi dell’energia visto nel 2021 potrebbe anche aiutare a ridurre le emissioni di carbonio, frenando la domanda di petrolio e rendendo le fonti rinnovabili più competitive.