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Mercati: vero rischio è l’accelerazione dei trend secolari
I mercati finanziari vivono nell’incertezza, con due trend secolari che hanno subito un’accelerazione a causa del Covid. Si tratta dell’inverno tecnologico, ovvero la progressiva sostituzione della forza lavoro tradizionale grazie alla tecnologia e la crescita del populismo.
La recrudescenza della pandemia che sta sperimentando il mondo, dopo la relativa serenità vista in estate, ha fatto riemergere lo spettro di nuove restrizioni, col rischio di pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana di ciascuno e per le strategie da prendere negli investimenti. A fare il punto ci aiuta Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit Fund di Hedge Invest Sgr, il quale disegna due possibili scenari per lo sviluppo della pandemia da qui in avanti. Il primo, che potremmo definire ‘virus sotto controllo’, è più ottimistico e a suo avviso si verificherà con una probabilità dell’80%. Il secondo scenario, decisamente più avverso, è quello del ‘virus fuori controllo’, a cui l’esperto attribuisce il 20% della probabilità che si verifichi.
Due scenari, entrambi legati all’evoluzione del Covid
Nello scenario più favorevole, grazie al miglioramento delle cure e del tracciamento dei contagi e a un possibile indebolimento del virus, i tassi di mortalità resteranno bassi e i sistemi sanitari non saranno in crisi come nella scorsa primavera. Non ci saranno quindi ulteriori misure radicali di lockdown, ma solo qualche limitazione temporanea, finché non sarà disponibile il vaccino, probabilmente all’inizio del 2021. La seconda ipotesi prevede invece che i contagi cresceranno fino a mettere nuovamente sotto pressione le strutture sanitarie e a innescare la necessità di nuovi lockdown nazionali. Inoltre, in questa situazione sono prevedibili rallentamenti o problemi nello sviluppo del vaccino, che non sarà quindi disponibile sul breve termine, come previsto.
I mercati non sono posizionati correttamente
A ogni modo, secondo Lanza, i mercati non sembrano essere posizionati correttamente per nessuno di questi due scenari. Ad esempio, il mercato fa troppo affidamento sui tassi bassi, con un’eccessiva esposizione al fixed-income. Inoltre, sovrapprezza i titoli tech come se si aspettassero che le condizioni degli ultimi mesi, molto favorevoli per il settore, proseguissero a lungo. Entrambi questi punti sarebbero problematici in caso di una rapida risoluzione della pandemia, che potrebbe quindi innescare una consistente riallocazione e riprezzamento. Viceversa, se si concretizzasse lo scenario del ‘virus fuori controllo’, potrebbe ripetersi la stessa dinamica di marzo-aprile, con uno shock e un rapido recupero sui mercati per via delle iniezioni di liquidità.
I trend secolari: inverno tecnologico e crescita del populismo
Qualunque sarà l’esito, che si chiarirà probabilmente nelle prossime settimane, la tesi di fondo dell’Hedge Invest Sgr rimane che il Covid-19 sia essenzialmente un evento temporaneo, che però sta accelerando due trend secolari che rappresentano un pericolo ancora più grande per gli investitori nel lungo termine. Il primo è quello che definiamo ‘inverno tecnologico’ – vale a dire la progressiva sostituzione della forza lavoro tradizionale grazie all’innovazione tecnologica, e il conseguente calo strutturale di occupazione e salari. Il secondo, che rappresenta il rovescio della medaglia, è la crescita di populismo, protezionismo, instabilità sociale e spese fiscali in aiuti e sussidi, con un deterioramento del rapporto debito/Pil di molti Paesi.
Elevata incertezza per Turchia, Brasile, Sudafrica e Argentina
Con i mercati così vulnerabili il gestore cerca di individuare le possibili opportunità per gli investitori. La volatilità macro – destinata a durare a lungo visto l’elevato livello di leva – rappresenta già di per sé un’opportunità per una strategia long-short. Se però le Banche Centrali non interverranno, suggerisce, conviene proteggersi con posizioni corte. Sul fronte del credito i guadagni migliori deriveranno dalle posizioni corte detenute sulle emissioni di Paesi o società in difficoltà. Fed, BCE e BoJ sono le uniche ritenute abbastanza forti per difendere le emissioni dei propri Paesi. All’opposto, istituzioni come quelle di Turchia, Brasile, Sudafrica e Argentina sono molto vulnerabili e ci si può solo chiedere quale sarà la prima a finire nel mirino dei trader.
Attenzione all’high tech, guardare anche alle tlc
Infine, guardando all’azionario, Lanza ritiene che le sfide per il settore tech si stiano accumulando perché per gli attori che ne fanno parte aumenterà sistematicamente la competizione e per loro sarà difficile confermare gli stessi trend di crescita osservati nel recente passato. Questo scenario suggerisce di prestare attenzione sì a questi titoli, ma anche di cercare opportunità altrove, ad esempio nei settori telecom e wireless, che restano una delle migliori promesse per la prossima fase.