- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Mercato: peggiora la percezione del disagio sociale
A ottobre l’area del disagio sociale si è allargata, con l’indicatore MIC attestatosi a 17,6 punti, a causa dell’inflazione che ha annullato i progressi che ancora continua a registrare il mercato del lavoro. Prospettive poco positive poiché si attendono peggioramenti da economia e occupazione.
L’area del disagio sociale tende ad allargarsi dopo che i modesti miglioramenti registrati sul fronte del mercato del lavoro sono stati vanificati – per il secondo mese consecutivo - dal permanere di dinamiche inflative decisamente elevate. E le prospettive dei prossimi mesi tutt’altro che rosee, sia per l’economia sia per l’occupazione, non lasciano margine all’ottimismo. In ottobre, rende noto Confcommercio, l’indice MIC (l’indicatore nella formulazione attuale, che sottostima la disoccupazione estesa in considerazione dell’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati) si è attestato su un valore stimato di 17,6, in aumento di tre decimi di punto sul mese precedente. Si tratta del livello più alto dallo scorso luglio ed è pari alla media registrata nel 2020 (quando ancora il fattore pandemia condizionava molto l’attività economica e il fronte dei consumi).
Crescono gli occupati
L’incremento, in sintonia con quanto registrato nell’ultimo anno, è attribuibile esclusivamente alla dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che in ottobre hanno registrato una variazione tendenziale dell’8,9% a fronte dell’8,4% di settembre. Dinamiche che, secondo Confcommercio, sono state solo in parte mitigate, in termini di disagio sociale, dai miglioramenti registrati ancora sul versante dell’occupazione. Infatti, in ottobre il mercato del lavoro ha mostrato ulteriori progressi. Gli occupati sono aumentati per il secondo mese di seguito (+82mila unità su settembre). Il numero di persone in cerca di lavoro ha registrato una contenuta riduzione (-8mila unità). Queste dinamiche hanno comportato una contenuta riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale (a 7,8% da 7,9%). A questa evoluzione si è associato un calo degli inattivi (-62mila unità).
L’area del disagio sociale è destinata ad ampliarsi
Sempre in ottobre, le ore autorizzate di CIG sono state oltre 38,2 milioni, a cui si sommano oltre 5,8 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a poco più di 74mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un tasso di disoccupazione esteso pari all’8,8%, dato in linea con quello dei mesi precedenti (ma in calo dell’8,9% di agosto e contro il 10,2% di gennaio). Come accennato, la stessa analisi di Confcommercio ammonisce che il possibile peggioramento nei prossimi mesi delle condizioni macroeconomiche e del mercato del lavoro, associato alle difficoltà incontrate nel riportare l’inflazione su valori più contenuti, potrebbe contribuire ad un ulteriore ampliamento dell’area del disagio sociale.
L’inflazione resta la principale imputata
La principale causa di questa involuzione risiede nei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto che, in ottobre, hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,9%, in aumento rispetto all’8,4% del mese precedente (contro il 4,3% di gennaio). Su questo andamento continua a pesare soprattutto la dinamica dei prezzi degli alimentari. Le prime stime di novembre indicano una stabilizzazione dell’inflazione, che permane comunque su valori elevati, dato che appare prematuro leggere come l’inizio di una fase di rientro delle tensioni. Si teme che la progressiva erosione del reddito disponibile inciderà nei prossimi mesi sui comportamenti delle famiglie, amplificando i timori di un possibile rallentamento della domanda e di conseguenza della ripresa e dell’occupazione. Elementi che sono destinati a pesare sull’andamento dell’indicatore MIC nei primi mesi del 2023.