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Prestiti: domanda del settore privato in calo a marzo
I tassi sui mutui sono scesi al 4,21 per cento a marzo, con molte famiglie che passano a mutui a tasso fisso per gestire meglio le rate. Il TAEG sui nuovi prestiti è rimasto stabile al 10,61 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati del 5,26 per cento.
In Italia, in sintonia con quanto sta avvenendo nel resto dell’Eurozona, la domanda di prestiti bancari prosegue sulla via della discesa. Uno scossone, a favore di una svolta, potrebbe arrivare quando prenderà più corpo l’attesa di un allentamento della politica monetaria della Bce. Intanto, come rivela la più recente ricerca di Banca d’Italia ‘Banche e moneta: serie nazionali’, in marzo i prestiti al settore privato nel nostro Paese, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), sono diminuiti del 2,4 per cento sui dodici mesi (-2,5 nel mese precedente). L’arretramento è stato maggiormente pronunciato nel mondo dell’imprenditoria, rispetto ai singoli consumatori.
-1,4% alle famiglie e -3,9% alle società non finanziarie
Nel dettaglio, secondo Via Nazionale, i prestiti alle famiglie sono ridotti dell’1,4% sui dodici mesi (stesso calo a febbraio), mentre quelli concessi alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,9 per cento (un po’ di più rispetto al -3,8 accusato in febbraio). Sempre in marzo, il tasso di variazione dei depositi del settore privato sui dodici mesi è risultato nullo (-1,2 in febbraio), mentre la raccolta obbligazionaria è aumentata del 18,7 per cento (18,0 nel mese precedente). La disaffezione per i finanziamenti accomuna i Paesi europei. Un’indagine della Bce, effettuata a inizio anno, ha rilevato infatti un aumento delle famiglie a basso reddito che lamentano difficoltà nel rimborsare le rate di un mutuo, diretta conseguenza degli alti tassi.
Tassi sui mutui in calo, al 4,21%
Ecco perché, spiegano gli esperti, pur davanti al rallentamento della domanda di finanziamenti, l’attività sul mercato dei prestiti è piuttosto vivace: molte famiglie stanno ricorrendo ai mutui di surroga a tasso fisso (a scapito del tasso indicizzato, che è più diffuso) per arrivare a una rata che incida meno sul bilancio domestico. In marzo, secondo la nota di Banca d’Italia, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 4,21 per cento (4,31 nel mese precedente). La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno è stata del 14 per cento (17 per cento nel mese precedente).
TAEG su nuove erogazioni al 10,61%
Alla discesa del tasso applicato ai mutui ha contribuito un mix di fattori che comprende – oltre al sempre più scontato taglio da parte della Bce – anche la rarefazione del mercato immobiliare. Intanto, in marzo, il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,61 per cento (10,59 a febbraio). I tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,26 per cento (5,34 a febbraio), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,73 per cento, mentre i tassi d’interesse sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,95 per cento. I tassi d’interesse passivi applicati sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,04 per cento (1,02 per cento nel mese precedente).
In calo i titoli di Stato nei portafogli delle banche
Per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), secondo i dati provvisori diffusi da Banca d’Italia, le banche italiane nel mese di marzo possedevano titoli di Stato italiani per un ammontare di 346,05 miliardi di euro (349,58 miliardi nel mese precedente e 388,86 miliardi di euro nel marzo del 2023). Come solito, si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle, è rappresentata dai Btp: in marzo sono comunque diminuiti a 246,54 miliardi dai 248,37 miliardi del mese precedente (282,43 nel marzo 2023). Al secondo posto di questa classifica ci sono i Cct (80,70 miliardi contro 81,45 miliardi). I Bot detenuti ammontavano invece a 8,30 miliardi di euro (9,14 miliardi).