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Risparmio: frena la raccolta nel secondo trimestre
Il negativo andamento dei mercati finanziari ha fatto ripiegare, nella prima metà del 2022, le masse gestite del 9,19 per cento a 2.257 miliardi. Segno negativo per la raccolta nel secondo trimestre, mentre si conferma elevato l’interesse dei risparmiatori per i fondi azionari e bilanciati.
L’industria del risparmio gestito chiude il primo semestre con una raccolta positiva, nonostante il passo falso accusato nel corso del secondo trimestre. È quanto emerge dal rapporto periodico di Assogestioni, secondo cui i dati definitivi a tutto giugno mostrano un patrimonio complessivo di 2.257,33 miliardi di euro, in ribasso del 9,19% rispetto al precedente mese di marzo. La raccolta netta trimestrale, pari a -4,17 miliardi di euro, è stata rivista in lieve rialzo dai -4,42 miliardi indicati nelle stime preliminari. Grazie allo sprint registrato nei primi tre mesi (con una raccolta netta positiva per 10,93 miliardi), il dato relativo ai primi sei mesi del 2022 resta positivo per 6,75 miliardi.
Le turbolenze dei mercati pesano per il 7%
L’ampia correzione delle masse riflette ancora le incertezze geopolitiche e le turbolenze dei mercati finanziari, il cui effetto mercato - precisa l’associazione di categoria - ha comportato una variazione pari a circa -7%. In questi sei mesi il rapporto nel portafoglio tra il peso delle gestioni collettive (passato al 52,1% dal 52,4% di fine marzo) e quello delle gestioni di portafoglio (al 47,9% dal 47,6%) è variato poco. Per contro risulta limitato l’impatto dell’effetto raccolta, come confermano le sottoscrizioni dei fondi aperti, che mostrano un saldo sostanzialmente invariato, con flussi netti pari a -851 milioni nel trimestre per un patrimonio gestito totale di 1.095 miliardi.
Sempre in grande spolvero i fondi azionari e i bilanciati
Il dettaglio trimestrale di questa categoria macro conferma, nonostante la crisi sofferta dalle Borse e dai mercati finanziari in generale, la dicotomia tra il continuo appetito per i prodotti azionari (+6,4 miliardi di euro nel secondo trimestre per un saldo da inizio anno di 15,62 miliardi) e bilanciati (+1,7 miliardi per un bilancio semestrale di 6,94 miliardi) da un lato e, dall’altro, la disaffezione dai fondi obbligazionari (-9,8 miliardi e -15,28 miliardi da gennaio). Anche se nel secondo trimestre i fondi flessibili sono riusciti a contenere le uscite (-780 milioni), queste hanno comunque riportato in territorio negativo quanto maturato nel corso dei primi sei mesi dell’anno (-415 milioni).
Gestioni di portafoglio in negativo
Segno positivo invece per i fondi monetari, che nel secondo trimestre portano a casa sottoscrizioni per 1,75 miliardi (+5,12 miliardi il saldo da gennaio). Nelle gestioni collettive i fondi chiusi hanno archiviato il secondo trimestre con flussi netti per +1,64 miliardi (+2,86 miliardi da inizio anno). Al contrario, il periodo si è confermato negativo per le gestioni di portafoglio, che nei tre mesi a giugno hanno registrato una raccolta di -4,9 miliardi (-8,03 miliardi tra gennaio e giugno), per un patrimonio di 1.081 miliardi. Nel secondo trimestre i fondi di diritto italiano segnano flussi netti per 277 milioni (+205 mln da inizio anno), mentre c’è un segno negativo per i fondi di diritto estero (-1,13 miliardi per un saldo da gennaio positivo per 11,72 mld).
Status quo per i PIR
Per quanto riguarda i Piani Individuali di Risparmio, secondo la nota di Assogestioni non si registrano nel periodo preso in considerazione variazioni sostanziali. Tra aprile e giugno, infatti, i fondi PIR ordinari hanno rilevato deflussi per 195 milioni di euro, mentre i PIR alternativi afflussi netti positivi pari a 152 milioni di euro, per un saldo complessivo di -43 milioni nel periodo. Il patrimonio totale, censito sulla base di 65 PIR ordinari e 13 alternativi, risulta pari a 18,9 miliardi.