La rete degli operatori finanziari abilitati alla raccolta fuori sede archivia febbraio con risultati nettamente migliori rispetto al mese precedente. Il periodo si è chiuso infatti con una raccolta netta complessiva di circa 4,5 miliardi di euro: in decisa crescita rispetto a gennaio (+34%). La performance, sottolinea Assoreti, è superiore al valore medio mensile di raccolta dell’intero 2022 (3,7 miliardi), seppure inferiore rispetto a quanto realizzato a febbraio dello scorso anno (-16,5% tendenziale), ultimo mese prima dell’inizio (24 febbraio) della guerra in Ucraina, fattore che ha spinto molti investitori a un atteggiamento più prudente se non proprio del tutto conservativo. Altro dato positivo è la costanza con cui aumenta il numero dei clienti, che in febbraio si sono attestati a oltre 4,75 milioni.

Il maggior numero di nuovi clienti dall’agosto 2007

I dati di questo mese, ha affermato Marco Tofanelli, segretario generale dell’Associazione di categoria, hanno visto più di 33 mila risparmiatori italiani scegliere di affidarsi alle reti di consulenza finanziaria: si tratta, in particolare, del maggior numero di entrate mensili dall’agosto del 2007. Le risorse che si sono dirette verso i prodotti del risparmio gestito e gli strumenti finanziari amministrati ammontano in totale a 5,9 miliardi di euro: è un dato – ha tenuto a sottolineare - nettamente superiore sia a quanto realizzato nel primo mese dell’anno (3,3 miliardi) sia nel febbraio del 2022 (3,9 miliardi). Mentre resta alta l’attenzione riservata ai titoli di debito, le reti – ha concluso Tofanelli - si confermano dunque punto di riferimento per i risparmiatori del nostro Paese.

La scelta dominante per gli strumenti amministrati

Tornando alle statistiche diffuse da Assogestioni, a febbraio si conferma predominante l’investimento in strumenti finanziari amministrati sui quali la raccolta netta è pari a 5,5 miliardi, per lo più confluita sui titoli di debito (4,7 miliardi). Le risorse nette investite sui prodotti del risparmio gestito valgono 390 milioni, tra investimenti in gestioni collettive e individuali (968 milioni) e uscite nel segmento assicurativo/previdenziale (-578 milioni). Il saldo delle movimentazioni su conti correnti e depositi è negativo per 1,4 miliardi. Nel risparmio gestito, la distribuzione diretta di quote di fondi comuni di investimento determina volumi netti mensili pari a 609 milioni. I flussi netti in Oicr aperti di diritto estero contribuiscono per 531 milioni, e la raccolta sui fondi italiani è positiva per 79 milioni.

Gli investitori privilegiano ancora l’azionario

Le scelte di investimento degli italiani continuano a privilegiare i fondi azionari (415 milioni di euro), ma è positiva anche la raccolta registrata sull’obbligazionario (207 milioni di euro) e sui flessibili (178 milioni di euro), mentre è risultata negativa quella sui fondi bilanciati (-177 milioni). Il bilancio delle gestioni patrimoniali individuali è si 360 milioni al quale contribuiscono sia le gestioni patrimoniali in fondi (194 milioni) sia le gestioni patrimoniali mobiliari (165 milioni). Diversamente, nel comparto assicurativo trovano conferma le uscite per 647 milioni di euro, che interessano ancora i prodotti vita tradizionali (-617 milioni) e i prodotti multiramo (-127 milioni). I premi netti sulle unit linked sono positivi per 96 milioni. Saldo positivo per i prodotti previdenziali (70 milioni).

Risparmio amministrato, in luce il debito pubblico e private

A febbraio il contributo totale delle Reti al sistema degli Oicr aperti, tramite la distribuzione diretta e indiretta di quote, è pari a 800 milioni di euro, dato che si confronta con un valore di sistema negativo per 356 milioni. L’apporto delle Reti da inizio anno sale, così, a 1,8 miliardi e compensa solo in parte le uscite realizzate nel complesso dagli altri canali di distribuzione (-2,8 miliardi). Nel risparmio amministrato, le movimentazioni realizzate nel comparto si traducono in una maggiore concentrazione di risorse sui titoli di Stato (3,4 miliardi) e sui titoli obbligazionari corporate (1,3 miliardi). Positivo anche il bilancio dei certificate (293 milioni) e degli exchange traded product (100 milioni) mentre per i titoli azionari si conferma la prevalenza degli ordinativi di vendita (-109 milioni).